DC Comics: Brian Bendis e Nick Derington sulla loro lunga saga di Batman
Bendis e Derington paragonano le loro storie di Batman al cartone animato The Brave and the Bold
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ecco che cos'è emerso dall'intervista al team creativo riguardo alla saga in dodici parti, giunta ormai alla terza uscita:
Bendis - Quando sono arrivato alla DC, credo che loro si aspettassero che io volessi mettere le mani su Batman. Quando ho scelto Superman, devo averli un po' mandati in confusione. Ne sono certo, in effetti. Per anni, avete visto sulle mie pagine social un sacco di lettori chiedermi di scrivere Batman, nel caso fossi passato alla DC. Era come se fossi predestinato. Mi chiedevo spesso, all'epoca, con chi lo avrei fatto. Quando mi sono trovato di fronte alla possibilità concreta, ero spaventato. Mi ci è voluto un po' per processare le informazioni e rendermi conto del fato che un sacco di artisti avevano dato il meglio di sé proprio sul personaggio di Batman.
Quindi ho pensato per un po' a cosa avrei fatto con lui. In quel periodo arrivò l'accordo tra la DC e Walmart, e la realtà ha semplicemente spazzato via ogni mio preconcetto e ogni idea di Batman che avessi. Nessuno ha mai raccontato una storia con il personaggio in dodici capitoli e dodici numeri. Immediatamente, questa struttura mi ha messo di fronte a una storia completamente diversa da qualunque altra avessi in mente.Tra le mie riletture di fumetti del passato, sono incappato in una citazione di Frank Miller. Credo sia in All-Star Batman and Robin, l'edizione Absolute. Lui dice di aver scoperto molto presto che l'unico personaggio della cultura popolare con cui puoi fare praticamente di tutto senza che la sua natura più profonda cambi è Batman. Un anno fa abbiamo tutti visto Lego Batman e il trailer di Teen Titans GO!. Anche in quei casi, resta sempre Batman, anche nella percezione del pubblico. Il che ti dà un grandissimo senso di liberazione.
Derington ha quindi parlato delle scene in prima persona che ha disegnato per il secondo numero, e Bendis le ha spiegate in questo modo:
Bendis - Le ho inserite io nella sceneggiatura. Ho pensato che, per un sacco di persone, vedere con gli occhi di Batman sarebbe stata un'esperienza visiva entusiasmante, soprattutto per i nuovi lettori. Ho in mente un sacco di ragazzini di dieci o undici anni, ma anche di trenta, che avrebbero preso in mano un fumetto di Batman e che, probabilmente, avevano già osservato il mondo attraverso i suoi occhi in qualche videogame. Volevo consegnare loro qualcosa che li facesse sentire a loro agio nell'Universo DC, che fosse familiare. Un benvenuto al mondo dei comics.
Derington - Attrarre chi non ha mai letto fumetti è una parte importante di quel che faccio e di quel che voglio ottenere. Ci ho lavorato tanto anche su Doom Patrol. L'idea di portare nuovi lettori che non hanno mai sfogliato un albo era un grande contributo di Gerard Way. Voglio disegnare queste storie in maniera che appaiano amichevoli a chi non ha mai letto fumetti, in modo da non confondere nessuno. Contemporaneamente, voglio farlo evitando di annoiarmi sul lavoro. Il confine è sottile. Essere chiari senza semplificare. Questo fumetto sarà il primo di sempre per qualcuno, e io sento la responsabilità di non renderlo troppo complesso o incoerente. Scorrevole nell'azione e comprensibile.
La serie, come sappiamo, è inserita nella continuity DC Comics, il che significa che, al momento, quattro diversi scrittori stanno raccontando storie completamente diverse su Batman. Nella sua, Bendis promette che ci mostrerà Lanterna Verde cercare di avere una relazione normale e amichevole con altri eroi DC Comics, Gorilla City, Hawkworld, l'Isola dei Dinosauri, Deathstroke e molto altro. Come il grande avversario della storia: un Vandal Savage rivisitato da Nick Derington.
Bendis - Il mio Vandal Savage preferito è quello della serie animata della Justice League, e quella versione è nel DNA della nostra. Credo che la versione del cartone animato sia diventata incredibilmente iconica soprattutto per il doppiaggio spettacolare, e io mi sono sentito immediatamente attratto verso di lei.
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