Black Monday vol. 2: La bilancia, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Black Monday, di Jonathan Hickman e Tomm Coker
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Il sangue è il tramite del potere.
Nel panorama della narrativa a fumetti, Black Monday Murders (questo il titolo originale) è senza dubbio una delle opere più affascinanti e, al contempo, di difficile accesso. Come Mammona, la serie Image Comics scritta dal fenomenale Jonathan Hickman e disegnata da un Tomm Coker decisamente in forma, impone il pagamento di un prezzo equo – in questo caso si tratta solo di alzare il livello di attenzione, tranquilli! – per essere compresa e apprezzata in tutte le sue molteplici sfumature. Grazie al lavoro di Oscar Ink, possiamo tornare (per l'ultima volta, se la serie non riprenderà negli States) a godere dell’incredibile esperienza visiva e intellettiva contenuta nel secondo volume di Black Monday, intitolato La bilancia.
Dopo aver distrutto l’Universo Marvel con Secret Wars, Hickman fa fuori in un sol colpo economia, politica e religione con un noir dalle marcate influenze esoteriche. Il lettore viene travolto da un mare di teorie e rivelazioni a dir poco sconvolgenti, capaci di colpire e demolire le certezze dell’uomo qualunque. La grandezza di Black Monday Murders sta proprio nella maniera in cui, attraverso le parole dei protagonisti della vicenda, rivivono i molteplici – e spesso deprecabili – aspetti dell’animo umano. Lo scrittore statunitense gestisce in maniera magistrale le varie sequenze, alternando diverse linee temporali che dispiegano gradualmente il grande affresco narrativo.
Il ritmo è serrato, non concede pause, e l’avventore deve sempre essere pronto a cogliere gli indizi disseminati lungo il percorso passando dalla lettura di segmenti disegnati a e-mail, da verbali della polizia a stralci di giornali. Tutto concorre alla creazione di un’opera in cui l’interazione tra le singole parti è studiata per rendere il risultato finale qualcosa di unico ed estremamente originale, reso ancora più accattivante dallo spessore dei temi trattati e dal lavoro al tavolo da disegno di Coker.
Lo stile spigoloso del disegnatore è perfetto per rendere al meglio l’articolata struttura narrativa. Il taglio cinematografico impresso alle pagine ci restituisce un'opera pronta a essere trasformata in un film, o meglio ancora in una serie televisiva. Inoltre, per un fumetto tanto complesso l’espressività è fondamentale, e in tal senso, Coker è superlativo. Il merito va però condiviso con Michael Garland, le cui colorazioni conferiscono ulteriore drammaticità e incisività alla storia.
L’animo degli uomini è facilmente corruttibile e il denaro è il più grande deterrente. Black Monday è una lettura che mette a nudo tutti i nostri punti deboli e spazza via ogni falsa credenza. Siete pronti a guardare nell’abisso?