DC Comics, Sean Murphy presenta Batman: Curse of the White Knight

Sean Gordon Murphy parla del secondo capitolo della sua saga di Batman dedicata al Cavaliere Bianco

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Sean Gordon Murphy e la sua versione del Cavaliere Oscuro tornano nel 2019, con un seguito del grande successo di Batman: White Knight. Nell'alveo della matura e adulta etichetta DC Comics chiamata Black Label, arriva il secondo capitolo di quello che alcuni chiamano già "Murphyverse".

Batman: Curse of the White Knight riporterà in scena il personaggio di Azrael come non lo abbiamo mai visto. Ecco come la DC Comics presenta il progetto:

In questo esplosivo seguito dell'acclamato blockbuster di Sean Murphy, Batman: White Knight, il Joker recluta un socio incontrollabile per aiutarlo a rendere pubbliche delle rivelazioni scioccanti riguardo il retaggio della famiglia Wayne, per poi far calare a picco Gotham. Mentre Batman accorre a proteggere la città e i suoi cari da questa infausta cospirazione, il mistero delle sue radici si svela e sferra un colpo devastante al Cavaliere Oscuro. Nuovi, entusiasmanti nemici e inaspettati alleati avranno un grande impatto sulla storia, in questo capitolo indimenticabile della saga del Cavaliere Bianco, e la verità sul sangue versato scuoterà Gotham dalle fondamenta.

Gordon Murphy ha risposto ad alcune domande in merito a questo nuovo progetto:

Batman: Curse of the White Knight #1, copertina di Sean Gordon Murphy

Sarò stato circa dodicenne quando ho iniziato a mettere assieme questa storia. Mi ricordo che guardavo la serie animata di Batman e pensavo che il Joker sarebbe stato ancora più minaccioso se fosse riuscito a smettere di agire come un pazzo e si fosse rimesso in sesto. Più invecchiavo, più pensavo a quell'idea e aggiungevo dettagli. Nell'epoca dei social media, delle cospirazioni politiche e delle controversie che esplodono nell'opinione pubblica, il resto della storia ha preso forma da sé.

Il mio obiettivo, con White Knight, era scrivere Gotham come una città vera, non da fumetto. Volevo trasformare il lettore in un suo cittadino e far sì che si ponesse le domande su Batman che tutti ci porremmo nel mondo reale. Batman è un criminale e la polizia è sua complice? Chi paga per i danni collaterali di una battaglia? Che genere di corruzione ci aspettiamo dai politici e dai leader economici di Gotham, dato che permettono a Batman di esistere? Rispondere può essere una questione politica.

Il trucco, per scrivere un fumetto che riesce a parlare di politica, è includere personaggi diversi con opinioni diverse e fare del proprio meglio per trattarle in maniera corretta e accurata, in modo che siano soddisfacenti per i lettori che potrebbero condividerle. La cosa è ancora più difficile quando la sceneggiatura ti propone delle idee che tu non condividi, ma se vuoi scrivere una storia che abbia equilibrio e il potenziale di raggiungere persone diverse da te, allora non puoi sfuggire. Non significa che, da scrittore, devi sacrificare la tua visione politica. Puoi dire quello che ti pare, tramite i personaggi che condividono il tuo pensiero. Io sono un liberal moderato che cerca di essere un paciere, mi riconosco in Batgirl, soprattutto. Ma devi necessariamente includere nella storia personaggi che dissentono da te e dar loro ragioni plausibili per farlo.

In White Knight il dibattito politico tra Repubblicani e Democratici è accesissimo e interessante, di fronte al dubbio che Batman sia o meno un criminale. Quel che stupisce Murphy è che lettori di area democratica sostengano il possesso di una pistola da parte di Duke Thomas, mentre molti di area repubblicana siano con lui quando guida le proteste razziali contro la politica. Il fatto che Gotham sia una città fittizia, li rende più civili, più in grado di comprendere le ragioni della parte opposta.

Con Batman: Curse of the White Knight riscrivo un vecchio alleato del Pipistrello che diventa una minaccia molto più grande di quanto il Joker sia mai stato. Dato che ho passato così tanto tempo nella mia Gotham, abbiamo iniziato a parlare di un Murphyverse. Per i cambiamenti dei costumi, volevo che le divise apparissero uniche, mie, pur rimanendo fedele allo spirito della serie animata. Il nuovo Joker è stato uno dei più divertenti, e assomma il suo look classico e quello di Harley Quinn. Il più difficile è stato Killer Croc: infilare una testa di coccodrillo su un corpo umano è stata una sfida interessante.

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Fonte: Paste

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