Gli Incredibili 2, la recensione del film

Abbiamo visto in anteprima Gli Incredibili 2, il nuovo film dedicato ai super eroi Pixar firmato da Brad Bird

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Con enorme anticipo sull'uscita nelle sale italiane, abbiamo assistito all'anteprima di Gli Incredibili 2. Il primo capitolo è una pietra miliare dell'animazione e uno dei migliori film di super eroi in generale che siano mai stati girati. Inno al supereroismo della Golden Age del Fumetto americano, omaggio scoperto ai Fantastici Quattro che furono, versione in chiave più giocosa ma non meno profonda del rapporto tra gli eroi e la realtà scritta nella storia della narrazione da Watchmen. C'era una gran quantità di temi, nella vicenda della famiglia di super costretta a nascondersi da tutto e da tutti, a fingersi normale e a rinunciare alla propria seconda (vera?) identità. Tutti trattati da Brad Bird con grande intelligenza e, soprattutto, con gusto sopraffino.

In questo secondo episodio, che inizia esattamente da dove si interrompe il primo, ovvero dall'arrivo del Minatore nelle strade della città e dalla famiglia Parr che si dispone ad affrontarlo, c'è molta più storia e molto meno discorso sul super eroismo. I super sono tornati a essere di dominio pubblico, dopo aver affrontato la minaccia di Sindrome, ma sono di fatto ancora illegali. Qualcuno di molto influente, però, ha intenzione di cambiare la legge e rettificare quella che ritiene un'ingiustizia. Per farlo, per mostrare all'opinione pubblica quanto gli eroi siano utili, al di là dei grandi danni a cose e persone che i loro scontri causano immancabilmente, alienando loro il consenso popolare, bisogna che il pubblico sappia che le scelte di un eroe sono difficili, controverse, ma sempre volte a salvare gli innocenti. Bisogna che le azioni spettacolari vengano viste con gli occhi di chi le compie e bisogna agire in fretta, ma gradualmente, per cambiare la percezione della comunità supereroistica. Ecco perché non è il goffo Mr. Incredibile dal cuore d'oro il portavoce designato, ma la più prudente Elastigirl, sua moglie, le cui avventure causano molti meno danni collaterali.

Fare quel che è giusto per i super eroi o restare con la famiglia? Helen Parr rimette la tuta e si getta nella mischia, mentre Bob dovrà trovare il modo di essere super anche come padre, affrontando difficoltà di cuore adolescenziali, problemi di concentrazione, di matematica e Jack Jack, con tutti i suoi selvaggi poteri di poppante. Il tutto mentre la nuova minaccia dell'Ipnotizzaschermi si profila all'orizzonte, deciso a mettere i bastoni fra le ruote al ritorno dei super e a insegnare nel più traumatico dei modi alla gente che non è il caso di guardare la vita in televisione, di cedere alla catarsi dello spettacolo, di lasciarsi indebolire dalla dipendenza da qualcun altro. Elastigirl si metterà sulle tracce di questo bizzarro terrorista del costume sociale, imbarcandosi in un'indagine affatto semplice.

Il film è divertente e scorre via senza problemi, sostenuto da una regia spettacolare e da alcuni momenti visivi che rimangono impressi. Le scene d'azione di Elastigirl, un po' Spider-Man e un po' Catwoman di Christopher Nolan, rimangono facilmente stampate sulla cornea. Soprattutto quelle che coinvolgono l'Ipnotizzaschermi. Se i riferimenti di ambientazione e le citazioni narrative del primo film erano soprattutto agli anni Cinquanta, qui siamo con i piedi nel decennio successivo. L'inversione di ruoli tra Helen e Bob sottolinea l'elemento "super eroi con super problemi" tipico del Fumetto Marvel, che proprio negli anni Sessanta faceva il suo debutto. Inoltre c'è una visione più contrastata del concetto stesso del super eroe, meno bidimensionale e più problematica. Si ride non poco con Jack Jack, i cui poteri diventano straripanti e mettono in difficoltà il povero Mr. Incredibile, eroe in panchina e papà in prima fila.

Se comicità, narrazione e impianto visivo funzionano, il punto debole di Gli Incredibili 2, rispetto al primo film, sta nella chiarezza tematica. Il tema dell'affidabilità è onnipresente, ma non viene risolto fino in fondo. La sceneggiatura è più complessa rispetto al primo episodio, con il risultato di affrontare un tema meno chiaro e meno lineare, che non trova una soluzione vera nel finale. L'avventura funziona, il discorso che ci sta dietro meno. Non sarebbe un gran problema se questo film non fosse ancora più adulto del primo e altrettanto metanarrativo. Non aiuta il fatto che l'avversario sia molto meno immediato dello splendido Sindrome del primo lungometraggio.

Il risultato è un film molto ben confezionato, alla maniera della Pixar, ma che non soddisfa fino in fondo se paragonato con il suo predecessore. Ci sono tanti motivi di entusiasmo: una colonna sonora che lascia a bocca aperta, tante trovate d'azione e d'avventura, uno spettacolo senza dubbio coinvolgente e personaggi che abbiamo amato moltissimo e che non vedevamo l'ora di rivedere, quattordici anni dopo il loro debutto, e nuovi comprimari divertenti. Quel che sta sotto a tutto questo e che lo sostiene ha fondamenta un po' più fragili, meno solide. L'impressione è che Gli Incredibili 2 sia una gran soddisfazione da andare a vedere al cinema, come lo è stato per noi, ma che si lascerà rivedere molto meno dell'originale.

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