Animosity voll. 1 - 2, la recensione
Abbiamo recensito per voi i primi due volumi di Animosity, serie di Marguerite Bennett e Rafael De Latorre
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Verrà il giorno in cui gli animali del creato acquisiranno quei diritti che non avrebbero potuto essere loro sottratti se non dalla mano della tirannia.
Il caos è dilagato repentinamente in tutto il mondo, e la popolazione umana è stata fortemente decimata. Nonostante lo sforzo di piccole comunità che hanno opposto resistenza all’avanzata di bestie di ogni sorta, la Terra è ormai sotto il totale controllo del mondo animale. In uno scenario caratterizzato da morte e devastazione, seguiamo la vicenda della piccola Jesse Hernandez, dei suoi genitori Shannon e Óscar, e del suo cane, Sandor, un bloodhound (o cane di Sant’Umberto).
Alla stregua della fortunata serie di Robert Kirkman, The Walking Dead, la Bennett parte da un evento misterioso e imbastisce una storia post-apocalittica in cui le leggi dell’etica vengono sovvertite del tutto da un’inattesa variazione di status quo: l’uomo non è più l’apex predator, e su questa solida e comprovata base la scrittrice di Batwoman lancia un'importante riflessione relativa alla questione animalista e alle leggi naturali che regolano gli ecosistemi: “Chi deve morire, perché altri possano vivere?”, si chiede un piccolo crostaceo prima di essere inghiottito da una megattera, a rimarcare la presenza di equilibri dettati dalla catena alimentare che difficilmente possono essere modificati. Non un ottuso attacco a chi sfrutta gli animali, dunque, ma una serie di spunti sui quali soffermarsi.
Affibbiare ad Animosity l’etichetta di fumetto animalista - sulla falsariga di WE3 - Noi 3, per intenderci - sarebbe però fuorviante: l’opera della Bennett nasconde sotto questo primo livello di lettura tematiche profonde quali le paure legate all’essere genitore e le difficoltà dell’adolescenza. Nel corso dei capitoli, inoltre, il racconto si sposta da questioni personali ad altre più generali, sociologiche, con cui analizzare le problematiche legate alla formazione e all’organizzazione di una comunità popolate da specie differenti.
Tutti questi elementi si innestano in una struttura da racconto itinerante che consente alla scrittrice americana di variare i toni della vicenda: da situazioni conviviali in cui ritrovare un po’ di serenità si passa ad altre orrorifiche e violente, in un’alternanza di atmosfere decisamente riuscita. L’utilizzo dei flashback, infine, permette di svelare gradualmente la storia dei protagonisti, delineandone la caratterizzazione con i giusti tempi.
Altrettanto buona risulta la prova al tavolo da disegno di Rafael De Latorre, merito di un attento lavoro in fase di studio delle tante specie animali coinvolte e della capacità di conferire loro grande espressività. Lo stile realistico del disegnatore brasiliano riesce a catturare e a trasmettere l’emotività dei personaggi traducendole in immagini toccanti, brutali o distensive.
Sia Il risveglio che Il drago sono arricchiti dalla presenza di pagine extra contenenti le copertine variant proposte originariamente negli Stati Uniti, le schede dei personaggi e altre chicche che offrono un ulteriore sguardo su questo appassionante fumetto.