Speciale Isao Takahata: Pioggia di Ricordi
In Pioggia di Ricordi Isao Takahata racconta il ritorno alla campagna di Taeko
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Alla fine degli anni '80, lo Studio Ghibli iniziò a considerare la possibilità di adattare in un lungometraggio animato Pioggia di Ricordi, manga scritto da Hotaru Okamoto e disegnato da Yuko Tone. Nel fumetto i due autori raccontato alcuni episodi della propria infanzia facendoli vivere alla giovane Taeko, bimba di dieci anni che vive nella campagna della provincia di Yamagata del 1966. A dire il vero, inizialmente Isao Takahata non considerò l'opera come un possibile progetto sul quale cimentarsi, a causa della natura slice of life che la caratterizza, oltre al fatto che è composta per lo più da sequenze slegate tra loro.
La parte della trama "adulta" non si riduce a un mero filo conduttore ed è anzi il vero perno attorno al quale è stata costruita la pellicola. Taeko riesce a interpretare con più consapevolezza le sue memorie da bambina, quando era più ingenua e un po' viziata, un carattere che con il passare del tempo è maturato ma di cui vediamo ancora qualche aspetto.
Pioggia di Ricordi è caratterizzato da una rappresentazione quasi documentaristica degli anni Sessanta e Ottanta (la stessa applicata da Una Tomba per le Lucciole alla Seconda Guerra Mondiale), con un'abbondanza di riferimenti culturali, band musicali, trasmissioni televisive e poster pubblicitari. Lo stile grafico è morbido nei flashback e più realistico nel presente narrativo, dando un'impronta visiva distinta alle due epoche ma mantenendo una coerenza di fondo. La colonna sonora presenta diversi brani folcloristici europei, tra i quali gli spettatori italiani riconosceranno uno stornello nostrano e un coro bulgaro particolarmente caro ai fan di Elio e le Storie Tese.
L'attenzione per la recitazione dei personaggi è - come nelle precedenti opere del regista - su livelli eccellenti, con una cura particolare per le espressioni del volto. Takahata sfrutta il medium dell'animazione concedendosi anche qualche visione surreale finalizzata a veicolare le emozioni dei protagonisti, come il volo di Taeko alle prese con la sua prima cotta o la sua immagine con tanto di occhioni shojo quando si immagina come una famosa attrice.
La seconda metà della carriera del regista si apre dunque con un prodotto che racchiude molti elementi delle sue opere passate ma che torneranno in futuro, e confermando l'efficacia del cinema animato nel raccontare storie rivolte agli adulti.