Spider-Men II 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Spider-Men II, di Bendis, Pichelli e Ponsor
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nell’agosto del 2012 fece il suo esordio Spider-Men, miniserie scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da Sara Pichelli. In questa storia in cinque parti si incontravano per la prima volta Peter Parker, lo Spider-Man di Terra-616 che conosciamo da sempre, e Miles Morales, il Tessiragnatele di Terra-1610, il cosiddetto Universo Ultimate. Dopo aver messo l’una di fronte all’altra la versione classica del personaggio e la sua più recente incarnazione, il fumetto lasciava i lettori con un grande interrogativo: chi è il Miles Morales della Terra principale del Multiverso Marvel?
Spider-Men II è la nuova miniserie che Panini Comics ha iniziato a proporre in Italia questo mese nella collana ombrello Marvel Select. A richiamare l’attenzione dei due Uomini Ragno è l’improvvisa comparsa di un portale dimensionale, oltre alla caduta di alcuni frammenti di robot nel cortile della Brooklyn Visions Academy. Accorsi nell’edificio teatro del loro primo incontro, i nostri Arrampicamuri devono affrontare l’attacco di Taskmaster, il quale sembra essere in affari con una persona dal nome fin troppo familiare: Miles Morales!
Grazie alla bravura e alla versatilità della penna di Bendis, Spider-Men II conquista l’attenzione del lettore con il suo accattivante mix di azione, battute in salsa ragnesca, situazioni da teen drama e la giusta dose di mistero. I singoli elementi vengono sfruttati al massimo delle proprie potenzialità dallo scrittore di Cleveland, autore della lunghissima gestione (partita da Ultimate Spider-Man #1 nel lontano 2000) che per attitudine, spirito e atmosfere è probabilmente la più vicina alla caratterizzazione primigenia ideata da Stan Lee e da Steve Ditko.
Va detto che, dopo un ottimo inizio, il secondo capitolo nasconde una natura interlocutoria che in parte svilisce l’incipit e l'equilibrio tra i due protagonisti: quanto impostato nel primo capitolo trova una parziale risoluzione che lascia perplessi per la pochezza con la quale viene presentata. Alcuni dialoghi tra Peter e Miles inoltre risultano forzati e poco coerenti con le loro precedenti collaborazioni. Nella speranza che Bendis non sciupi un’occasione così importante, aspettiamo i prossimi sviluppi per meglio comprendere la regia e la direzione impressa al progetto. Al momento, però, non possiamo che restare un po’ perplessi per questa piega inattesa che hanno preso gli eventi.
Non sembra conoscere flessioni, invece, l’arte di Sara Pichelli: accompagnata ai colori da Justin Ponsor, la disegnatrice romana ci regala la sua personale interpretazione di un personaggio iconico come Spider-Man. Confrontando le due miniserie e considerando il percorso artistico portato avanti negli ultimi anni, non si può non notare una crescita esponenziale da parte della Pichelli, l’attento lavoro di sintesi operato sul proprio tratto (aspetto che ha reso ancor più dinamiche le sequenze d’azione), e una maggiore fluidità dello storytelling. Tutto ciò produce tavole di grande valore, rese ancora più affascinanti dall'affiatamento creato con Ponsor.
Proprio come la prima incarnazione, fin qui il nuovo team-up tra gli Spider-Man tradisce solo in parte l’attesa dei fan. Vedremo come Bendis saprà fugare ogni dubbio in merito e se saprà regalarci l’ennesima riuscita rilettura del mito dell’Uomo Ragno.