Marvel - Jim Starlin ricorda la creazione di Thanos, protagonista di Avengers: Infinity War
Le dichiarazioni del creatore di Thanos, Jim Starlin, chiariscono la natura originale del personaggio
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ecco le sue dichiarazioni più interessanti rilasciate a Newsarama. Ha iniziato con lo smentire che il nome di Thanos sia un suo errore di memoria della parola greca "Thanatos".
Non è vero, è una leggenda! Conoscevo la differenza tra l'uno e l'altro. Quando vivevo a New York c'era questo ristorante greco che si chiamava proprio "Thanatos", vicino a casa mia, che ci crediate o no. Non so da dove sia nata questa leggenda metropolitana, ma il nome è sempre stato ed è sempre dovuto essere Thanos. Ne sentii parlare durante una lezione di psicologia che frequentavo a Detroit. Si parlava del concetto freudiano di thanos ed eros, il lato più oscuro e quello più luminoso della natura umana.
Io mi interessai molto di più alla parte oscura, ecco perché il personaggio di Thanos si sviluppò molto più profondamente di quello di suo fratello Eros. Solo recentemente ho scritto qualcosa di più significativo con quest'ultimo. Negli anni Settanta avevamo grande libertà, alla Marvel, perché era il periodo in cui la casa editrice passava da otto a ventisette fumetti pubblicati al mese. Roy Thomas era così oberato di pagine da editare che mi lasciava fare quel che volevo.Per quanto riguarda il ruolo della Morte, credo di aver disegnato questa splash-page nella mia seconda storia di Capitan Marvel, in cui c'erano Thanos, il Super-Skrull e proprio lei. All'inizio, era soltanto un personaggio incappucciato che ho gettato nella pagina, per poi chiedermi che diavolo di identità gli avrei dato. Alla fine della scrittura dell'albo, avevo deciso. Le tendenze nichilistiche di Thanos, da subito evidenti, sono diventate la sua principale motivazione. Sono tornato indietro e ho disegnato un seno alla figura incappucciata e Lady Morte si è sviluppata da allora in poi.
Sapevo, quando scrivevo le storie di Adam Warlock, che se ne avessi avuta l'occasione avrei riportato in vita il personaggio di Thanos. Era abbastanza popolare e a me era piaciuta un sacco la storia che avevo raccontato su Captain Marvel. Quando Craig Anderson, editor di Silver Surfer, mi chiese di prendere in carico la serie, ci pensai subito. Craig non aveva problemi con il ritorno di Thanos.
Era il periodo in cui la Marvel era appena stata comprata dal gruppo di Ron Perelman, che cercava di strappare ogni centesimo dalle tasche dei lettori. Sembrava che ogni X-Men esistente dovesse avere una sua serie. Quando le vendite di Silver Surfer aumentarono in corrispondenza del ritorno di Thanos, mi dissero che volevano vederlo di più e protagonista di qualcosa di speciale. Ed ecco la nascita di Thanos Quest, che ci condusse direttamente a Infinity Gauntlet.
Non intenzionalmente, però. Quando la scrissi, Thanos Quest doveva rientrare nelle trame di Silver Surfer. Solo quando fece grande successo di vendite, mi chiesero di ampliare il concetto e noi proponemmo Infinity Gauntlet. Se pensate che fosse difficile mettere insieme il crossover, avete ragione da vendere. L'editor delle testate mutanti non volevano farci usare nemmeno uno degli X-Men. Tom DeFalco, credo, che alla fine lo ha convinto a cederne un paio. Ecco come Wolverine e Ciclope sono entrati a far parte della storia.
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Si trattava del secondo grande crossover Marvel. La storia fu scritta al completo e poi prese il via. All'epoca, spiega Jim Starlin, non si tentava di forzarne le conseguenze nelle singole serie e nelle loro trame, come invece accade oggi. I rapporti con gli editor delle testate furono più complessi per Infinity War: tutti volevano i loro personaggi nel crossover, che avesse senso o meno, che Starlin li conoscesse o no. Ma il suo ruolo non era di coordinamento degli scrittori e degli editor durante l'evento. Starlin scriveva la miniserie centrale e poco altro.
L'idea che Thanos abbia una progenie non mi ha mai attratto. Non so in quale serie sia apparsa Nebula, dicendo di essere sua nipote. L'idea non mi piaceva e in effetti sono io che ho negato questo assunto. Durante la miniserie, la tratto piuttosto male. Ma, allo stesso tempo, l'ho resa un personaggio molto più interessante di quanto fosse all'inizio, proprio per la sofferenza che subisce. Credo che le abbia fatto bene, dato il suo successo al cinema.
Thanos e Morte li ho sempre visti come la coppia più disfunzionale del cosmo. Sono come Sam e Diane di Cheers, ma in versione spaziale. Un'unione impossibile che Thanos continua a cercare di far funzionare. Probabilmente ne avete viste tutti nella vita reale, di coppie così.
Ho deciso che genere di personaggio Thanos fosse la prima volta che incontrai Jack Kirby. Mi disse che Hulk era la stupidità, che più lo colpivi forte, più lui diventava forte. Thanos era invece ambizione e insoddisfazione. Non importa cosa faccia, e questo era vero soprattutto nel periodo in cui io ho scritto il personaggio, il suo modus operandi non cambia: si prefigge un obiettivo e si mette a caccia. Ma quel che trova non è mai quello che davvero desidera.
Quando scrivevo la serie di Capitan Marvel, ecco che perde il Cubo Cosmico. Se sei onnipotente, non lascerai mica l'unica cosa che può portarti alla sconfitta in giro, incustodita! Lui lo fa. Permette sia a Warlock che a Nebula di vestire il Guanto dell'Infinito. Perché lui non è qualcuno che davvero muore dalla voglia di essere un dio. Dopo aver ottenuto quel risultato, fa in modo che il potere gli possa venire sottratto. O, più precisamente, vi rinuncia.
Starlin considera Thanos il personaggio più complesso dei comics. Non è un eroe, quindi non ha grandi vincoli di caratterizzazione della personalità. Vi ha profuso le sue letture più intellettuali, da Nietzsche a Castaneda e lo considera un recipiente perfetto dei temi centrali della sua vita. Lui e Warlock sono come dei vecchi amici, per il fumettista.
Ho visto i due film dei Guardiani della Galassia, entrambi in anteprima. Ho conosciuto parte del cast. Andrò a quella di Avengers: Infinity War e spero proprio che sia bello. Mi divertirò molto e spero di bere qualche buon drink.
Tutto quel che ho visto sinora mi ha colpito abbastanza positivamente. La Gamora dei film è la mia Gamora. Drax no, ma hanno creato un mix che mi piace un sacco tra il mio Drax stupido dei tempi della Guardia dell'Infinito e il personaggio che è oggi. E devo ammettere che il design attuale del personaggio è più bello del mio originale.
Fonte: Newsarama