Black Gospel - Un vangelo western, la recensione
Abbiamo recensito per voi la graphic novel Black Gospel - Un vangelo western, di Vinci Cardona
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
I protagonisti della storia sono Barabba e Maddalena, dei ladri che hanno la sfortuna di assaltare lo stesso treno. Le rispettive bande si ritrovano così a contendersi il bottino in una disputa che sfocia ben presto in una sparatoria. Catapultati giù dal convoglio, i due criminali decidono di accantonare momentaneamente le loro divergenze intraprendendo un cammino impervio lungo il quale incontrano Wovoka, profeta che ha riunito sotto un’unica bandiera tutte le tribù di nativi americani per fronteggiare l’avanzata dell’uomo bianco.
Il titolo Black Gospel racchiude le tante influenze alla base del fumetto. Sfruttando le potenzialità del genere western, in particolare quello all’italiana, Cardona imbastisce una storia toccante (come i black gospel), densa di colpi di scena e dalla spiccata spiritualità (i vangeli). Come da tradizione cinematografica, i personaggi sono degli antieroi: non hanno una natura ben definita e sono mossi da interessi materiali più che ideologici.
In realtà, sono svariati gli elementi presi in prestito dalle Sacre Scritture, ma spesso la loro funzionalità si allontana dal significato primigenio. L'operazione di rilettura permette a Black Gospel di rifuggire dal manierismo pedante e diversificare le icone religiose. In virtù di questo, non solo il rapporto con i propri demoni interiori ma anche quello con Dio diventa focale nello sviluppo della vicenda. Inoltre, il confronto tra religioni differenti permette di affrontare (e confrontare) le diverse posizioni in merito alla genesi dei vangeli e alle interpretazioni che se ne danno.
Rifuggendo i topoi di genere, siano essi legati alla tradizione western che ai dogmi religiosi, Cardona orchestra una storia attraversata da una sferzata di adrenalina in cui momenti di azione e riflessione sono sapientemente bilanciati. Tra repentine accelerazioni e brusche frenate, il risultato è una graphic novel dalla profonda spiritualità e molto ben strutturata che chiede al lettore una lettura attiva, al fine di apprezzare nel migliore dei modi i suoi passaggi cruciali.
Decisamente interessante anche la prova al tavolo da disegno di Cardona, dotato di uno stile personale che punta molto sull’espressività dei volti e delle anatomie. Nel tratto dell’artista romano rintracciamo alcune peculiarità di opere come Gus, di Christophe Blain, o di grandi firme del nostro panorama quali Davide Toffolo e Paolo Bacilieri; ma va detto che lo storytelling e la costruzione della tavola aggiungono un tocco originale esaltante. La palette dei colori utilizzata da Cardona, infine, riesce a imprimere grande emotività ed enfasi ai vari passaggi della storia.
Considerando che Vinci Cardona è un classe 95, non possiamo che salutare positivamente il suo esordio più che convincente, tanto per i contenuti quanto per le soluzioni artistiche adottate.