Senzanima, la recensione

Abbiamo recensito per voi Senzanima, esordio dello spin-off per adulti di Dragonero

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Senzanima, disegni di Mario Alberti, colori di Andres Mossa

La collana vera e propria debutterà solo il prossimo ottobre, ma il suo primo capitolo è stato presentato con grande anticipo, in versione di pregio e con contenuti extra all’ultima edizione di Lucca Comics & Games. Stiamo parlando di Senzanima, lo spin-off di Dragonero pensato per adulti. Su queste pagine, lo scrittore Luca Enoch e l’artista Mario Alberti, che sarà il copertinista della futura testata, raccontano l’entrata di Ian Aranill nella famigerata compagnia mercenaria che dà il titolo al fumetto.

Enoch ci tiene a evidenziare da subito il netto cambio di registro tra questa serie e l'originale: il volume si apre catapultandoci nel bel mezzo di un campo disseminato di cadaveri pronti a essere spogliati, essendo appena conclusosi uno scontro. Il protagonista si è distinto nel corpo a corpo e viene introdotto agli altri membri della squadra guidata da Greevo Senz’Anima, un ritornante morto in battaglia e scelto da Horacio Ghenna - leader della gilda dei mercanti e padrone della compagnia - per la sua esperienza e le sue doti di comando. Anche gli alti componenti del gruppo sono personaggi singolari, ma soprattutto poco raccomandabili. Tra loro, tuttavia, impariamo subito ad apprezzare il Troll, per la sua schiettezza, e Maadi, benvoluta da tutti, che sembra avere un debole per Ian.

Il ragazzo, appena sedicenne, è l’ultimo arrivato e diventa ovviamente il bersaglio degli scherzi dei compagni; dovrà superare alcune prove, una sorta di rito di accettazione da parte loro. Alla crudeltà della guerra, che ci viene proposta nei suoi risvolti più crudi e disumani, si aggiunge la feroce quotidianità per come viene concepita da avventurieri spietati, da loro codificata in regole ingiuste quanto inoppugnabili.

Senzanima, disegni di Mario Alberti, colori di Andres Mossa

È un inferno in terra, come ricorda il giovane Dragonero, non esistono parafrasi. Il Nostro deve imparare a farsi rispettare ma non cede alla bestialità imperante e non rinuncia a dar prova della sua profonda umanità; non manca infatti una punta di dolcezza e di speranza in tanta violenza e cinismo, cosa che ci permettere di scorgere il futuro eroe che abbiamo imparato ad amare nella sua versione adulta.

Senzanima stupisce innanzitutto per la versatilità di Enoch e Stefano Vietti, che riescono con grande facilità ed efficacia a tessere soggetti e sceneggiature per un pubblico eterogeneo come quello che ha decretato il successo del mensile Bonelli. Da un nucleo di idee i due autori sono stati capaci di declinare il loro fantasy in ogni direzione narrativa e approntarlo per ogni gusto, considerando anche il varo di Dragonero Adventure.

Il merito va condiviso con uno staff di artisti incredibili, a cui appartiene il talento cristallino e dalla statura internazionale di Mario Alberti. È arduo considerare le sue tavole - impreziosite dall'apporto strepitoso dei colori di Andres Mossa - parte di un prodotto seriale; per l’intensità del tratto e la cura del dettaglio sembra di trovarci di fronte a ciò che oggi indichiamo genericamente come graphic novel, quando vogliamo prendere le distanze dal mondo mainstream. Se gli episodi successivi sapranno mantenere questo livello qualitativo, ci troveremo di fronte a una svolta fondamentale per Sergio Bonelli Editore.

Continua a leggere su BadTaste