Orfani - Sam 8: Cuore di drago, la recensione
Abbiamo recensito per voi Orfani - Sam 8: Cuore di drago, pubblicato da Sergio Bonelli Editore
C'è un concetto chiave all'interno della narrazione, sia essa letteraria, cinematografica, videoludica o altro: lo spessore di un protagonista è direttamente proporzionale alla caratterizzazione della sua nemesi; più la sfida da affrontare per sconfiggere ciò che lo separa dal suo obiettivo è grande, maggiore sarà il coinvolgimento emotivo che il pubblico proverà nei confronti dell'eroe (o, spesso, del suo nemico). Roberto Recchioni lo sa bene, per questo nei suoi lavori offre sempre molto spazio a quel lato oscuro che tanto affascina quanto spaventa.
Per costruire un incubo simile, Paola Barbato ha raccontato il suo passato in una miniserie appassionante e convincente che ha delineato un profilo estremamente profondo: ogni scelta appare presa con coscienza e convinzione, creando un nemico estremamente consapevole, mai vittima degli eventi. L'ottavo numero di Orfani - Sam, intitolato Cuore di drago (in uscita dopodomani) rappresenta la conferma di quanto visto in quel ciclo narrativo, concentrando l'attenzione sulla nemesi, che eclissa totalmente la protagonista della testata omonima.
Roberto Recchioni e Michele Monteleone tirano le somme di un personaggio che, coerentemente con quanto visto fino ad oggi, reitera ogni scelta fatta con convinzione. Perché se il dubbio e l'incertezza sono caratteristiche dell'eroe inconsapevole della portata dell'impresa, la cieca determinazione figlia di una premeditazione è appannaggio di chi l'eroe vorrebbe annichilirlo.
Questo viaggio emotivo attraverso ricordi più o meno piacevoli, intervallati da diverse finestre sul presente, è illustrato - come di consueto - a livelli altissimi da svariati disegnatori e coloristi. Nicolò Assirelli, Francesca Vartuli, Pierluigi Minotti, Manuel Bracchi, Antonello Becciu e Fernando Proietti riescono a lavorare con quella coerenza visiva assoluta che, nonostante l'alto numero di stili coinvolti, garantisce un aspetto d'insieme uniforme e coinvolgente.
Parimenti, i colori di Stefania Aquaro, Alessia Pastorello e Adele Matera, pur avendo a che fare con diversi stili, mantengono una linea comune nella scelta dei toni. In particolare, il lavoro sulle espressioni della Juric e l'uso narrativo dei colori (soprattutto il rosso contrapposto al blu) sottolineano ancora una volta l'altissima qualità delle tavole della testata targata Sergio Bonelli Editore.
Il lavoro sul piano onirico, sia esso personale o condiviso nel Gateway, permette un'immenso spazio di manovra nella caratterizzazione visiva, con dei picchi di bellezza assoluti (a prescindere dal loro essere citazioni della cultura pop o caratterizzazioni originali). Lo stesso discorso vale per la copertina dell'albo, firmata da Carmine Di Giandomenico e Giovanna Niro, che sottolinea visivamente l'idea del completamento della rinascita, nel corpo e nello spirito.
Nel complesso, gli autori si prendono tutto il tempo necessario per rendere coerente ogni svolta che porterà al tanto atteso finale della serie. Pur non potendo spingere costantemente sull'acceleratore, anche gli albi maggiormente introspettivi conservano la matrice action caratteristica della testata.