Diabolik 1 - 2, la recensione

La recensione di Cappio alla gola e L’esca, i primi due episodi legati tra loro della storia di Diabolik

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Spoiler Alert
Il 2018 è iniziato con un progetto interessante e inusuale per la testata ammiraglia di Astorina: una storia di Diabolik in due parti. L'inedito di gennaio e quello uscito lo scorso 1° febbraio compongono infatti un'unica avventura di 240 pagine.

Il racconto si estende temporalmente per un biennio ed è incentrato su un brutale serial killer ribattezzato dai media il Viaggiatore. Quest'ultimo, dopo aver seminato il terrore a Clerville - come visto nell'albo dello scorso mese, Cappio alla gola - torna in azione due anni dopo nel conclusivo L'esca. La lunga e avvincente storia porta la firma di un team creativo di primissimo piano che rappresenta la quintessenza del Re del Terrore: Mario Gomboli e Tito Faraci ai testi, Emanuele Barison, Giorgio Montorio e Luigi Merati ai disegni.

La disponibilità di una foliazione doppia rispetto alla norma dà luogo a un soggetto ricco e articolato che riporta in scena una figura intrigante già apparsa sulle pagine di L’uomo che non conosceva Diabolik. Non vi sveleremo di chi si tratta, anche se probabilmente l'avrete capito. È un personaggio borderline, dalla caratterizzazione precisa ma dal comportamento a dir poco ambiguo; perfetto per arricchire la galleria di comprimari della serie, sulla quale ci auguriamo di rivederlo presto.

Tuttavia, il centro della scena spetta a Ginko: è l'infaticabile nemesi del protagonista a lanciarsi all'inseguimento del pluriassassino, diventando per lui un vero incubo. La vicenda esalta i valori di giustizia e lo spirito di abnegazione dell’ispettore, così come il suo coraggio e il suo cuore; Gomboli e Faraci qui ci ricordano quanto Ginko sia un detective e un poliziotto eccezionale, che può avere la peggio esclusivamente con il suo mortale nemico.

Diabolik è ovviamente della partita, nonostante il suo interesse sia ben diverso da quello della sua nemesi; il suo agire è parimenti distinto da quello del Viaggiatore, che uccide per piacere e per il quale l’omicidio è il fine ultimo, non un mezzo.

Siamo certi che i fan dell'antieroe creato nel 1962 dalle Sorelle Giussani apprezzeranno l’esperimento di un duplice episodio sulla serie regolare. Visti i contenuti di Cappio alla golaL’esca, la nuova formula è da ritenersi una buona soluzione editoriale per consolidare una base più consistente di affezionati lettori, ma si è dimostrata soprattutto l’occasione per offrire un’ottima prova di qualità narrativa e artistica.

Continua a leggere su BadTaste