Chrono Lupin III #11: La Leggenda dell'Oro di Babilonia
L'ultima avventura in giacca rosa per Lupin III porta il ladro gentiluomo a viaggiare per il mondo
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Se Il Castello di Cagliostro riprendeva i toni della prima serie animata e La Pietra della Saggezza era più simile alla seconda, La Leggenda dell'Oro di Babilonia ripropone la versione del Ladro Gentiluomo in giacca rosa vista in Lupin, l'Incorreggibile Lupin, completando un'ideale trilogia cinematografica parallela alle avventure sul piccolo schermo.
In realtà la natura criminale dei protagonisti è decisamente annacquata, cosa che li rende di fatto dei cercatori di tesori, ostacolati da delinquenti più spietati e pericolosi di loro. Il film pare in qualche modo voler ricreare l'atmosfera delle pellicole di Indiana Jones (all'epoca erano da poco usciti i primi due film della saga), riuscendo anche ad anticipare alcuni elementi presenti nelle successive avventure del celebre archeologo. La stessa struttura narrativa sembra voler scimmiottare la suddivisione interna dei film di Spielberg, ma il modo in cui vengono presentate le diverse situazioni non è altrettanto elaborato e, a causa di collegamenti labili, si ha quasi l'impressione di guardare cinque differenti episodi della serie televisiva.
La conclusione riesce a sorprendere con un elemento fantascientifico, ma questa deriva non rilevante quanto quella di La Pietra della Saggezza, risultando poco più di un deus ex machina forzato. È un peccato, perché l'idea di associare la figura di Rosetta alla Cometa di Halley era buona - soprattutto considerando il passaggio del corpo celeste vicino alla Terra pochi mesi dopo l'originale proiezione nei cinema - ma il modo in cui questa risoluzione viene presentata non la valorizza.
Sul fronte tecnico, La Leggenda dell'Oro di Babilonia è un prodotto mediocre, tanto nel character design dei personaggi, quanto nelle animazioni e nei fondali poco curati; buona invece la colonna sonora di Yuji Ono, anche se non è sufficiente a salvare un film troppo leggero e superficiale che impallidisce al confronto dei suoi predecessori.
L'accoglienza del pubblico mise una pietra tombale sul Lupin in giacca rosa, già allora il meno apprezzato dopo la terza serie televisiva, addirittura interrompendo le avventure cinematografiche del ladro gentiluomo per un decennio. In questo lasso di tempo ebbe però inizio il nuovo filone degli special televisivi, come vi racconteremo nella prossima puntata di Chrono Lupin!
CHRONO LUPIN III: