Marvel, le nuove Young Guns: parlano Pepe Larraz, Mike Del Mundo e Javier Garron

Le Young Guns del 2018 ricordano i loro esordi: ecco Pepe Larraz, Javier Garron e Mike Del Mundo!

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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La selezione di quest'anno dell'iniziativa Young Guns, con cui la Marvel mette in vetrina i suoi migliori giovani disegnatori, vede protagonisti Pepe Larraz, Javier Garron, Marco Checchetto, Aaron Kuder, Mike Del Mundo e Russell Dauterman.

Il sito ufficiale della Casa delle Idee ha fatto loro qualche domanda. Oggi vi riportiamo le dichiarazioni di Garron, Del Mundo e Larraz.

Young Guns, variant Coveri di Javier Garron

Javier Garron - Dovessi scegliere un solo personaggio Marvel, e non è una missione semplice, sarebbe Spider-Man. Mi viene facile immedesimarmici, per il suo costante impegno nel tenere in equilibrio gli aspetti della sua vita: lavoro, famiglia, amici, relazioni. E in più ci sono le grandi tragedie e le grandi perdite che lo hanno segnato per sempre. Ha enormi responsabilità, grandi problemi e pericoli da affrontare. Compie errori e non è per nulla perfetto, ma cerca di migliorarsi ogni giorno, di superare le avversità e aiutare chi gli sta intorno con la battuta sempre pronta. Le sue storie hanno tutto quel che serve: dramma, comicità, intreccio ed epica.

Ho voluto disegnare per la Marvel dacché ho letto il mio primo albo, anche se il primo fumetto è stato DuckTales. Non ne avevo mai abbastanza. Da lettore, hai sempre la sensazione di essere risucchiato dalla storia, ma quando inizi a disegnare scopri un nuovo tipo di incanto: la magia di creare quei mondi. Quindi, non appena ho imparato a tenere in mano una matita, ho iniziato a disegnare Paperino e Paperone. Ma quando ho messo le mani sul mio primo fumetto Marvel, ecco che qualcosa è cambiato: i personaggi erano riconoscibili, ti ci potevi rispecchiare. Potevi canalizzare le tue energie attraverso di loro e, pertanto, l'eccitazione del disegno è cresciuta esponenzialmente. Impossibile tornare indietro.

Quando ci penso, realizzo che è una cosa pazzesca: posso disegnare i fumetti che ho amato per tutta la vita. Ho sempre desiderato farlo, ma nemmeno nei miei sogni più folli immaginavo fosse possibile, venendo da una piccola città nel profondo sud della Spagna. Ed eccomi qui. Ma la parte migliore è senza dubbio la gente con cui si lavora alla Marvel. Gli editor, lo staff e gli altri artisti. Leggi i loro nomi nei credits delle tue storie preferite ogni settimana e non realizzi sempre che sono persone, i veri eroi dietro alle storie. Ogni albo presenta delle sfide e ogni singolo mese loro danno il duecento percento per fare in modo che l'Universo Marvel continui a funzionare. Lavorare con loro è un piacere e un privilegio.

Il mio primo fumetto Marvel? Un'edizione spagnola che conteneva sia una storia dei Fantastici Quattro che una di Spider-Man. Gli FQ contro il Burattinaio, con quel sorriso spaventoso. E i poveri Ben Grimm e Alicia Masters. All'epoca non capivo proprio tutto quel che accadeva, ma ero attratto fatalmente dall'immaginario. E Spider-Man affrontava l'Uomo Sabbia. Era una storia folle da cui non riuscivo a staccare gli occhi. Mi sono perso tra quelle vignette e, per fortuna, sono ancora lì, da qualche parte.

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Young Guns, variant cover di Mike Del Mundo

Mike Del Mundo - Da bambino, negli anni Novanta, andavo sempre in giro a dire che un giorno sarei stato un fumettista e avrei disegnato gli X-Men. Ma direi che la decisione vera di lavorare in questo mondo è arrivata molti anni dopo, quando studiavo grafica al college. Vedere i miei colleghi che disegnavano i miei personaggi preferiti della Marvel mi ha riportato alla mia infanzia e mi ha fatto stare bene. Presto ho realizzato che la grafica era una bella cosa, ma disegnare fumetti era la mia passione.

Realizzare i tuoi eroi di bambino è una sensazione abbastanza grandiosa. E poi adoro la libertà creativa che il fumetto ti garantisce. La mia primissima passione era la break dance, che è tutta una questione di originalità, di creare i tuoi passi per esprimere la tua personalità. Sento che i comics sono molto simili, per il fatto che vieni riconosciuto in base al tuo stile distintivo e al modo in cui racconti la storia. E la Marvel incoraggia questo aspetto e ti permette di crescere come artista.

Il mio primo fumetto della Casa delle Idee è stato Toxic Avenger. Ero presissimo dopo averlo letto, anche se l'albo che mi ha davvero conquistato è stato Uncanny X-Men #275. Ancora oggi lo leggo per cercare ispirazione. Il personaggio che sceglierei con le spalle al muro è una risposta ovvia: Spider-Man. La sua personalità, i colori del costume, i suoi poteri e i suoi valori sono la base della visione Marvel. E ha posto il suo marchio anche sul luogo di nascita della Marvel: New York.

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Young Guns, variant cover di Pepe Larraz

Pepe Larraz - Se penso ai personaggi Marvel, ovviamente penso alle storie di supereroi, alle minacce cosmiche, alle battaglie epiche, alla Terra in pericolo. Ma per me è sempre il dramma a sostenere i personaggi la cosa più importante: sono le situazioni comuni, la sensazione di essere parte di una famiglia più grande, il tutto combinato all'azione frenetica.

Credo che i personaggi che meglio incarnano tutto ciò siano gli X-Men. Guerrieri, insegnanti, studenti e armi di distruzione di massa che guardano la TV in pigiama in una scuola con un aereo stealth nel cortile. Per me, Generation X di Lobdell e Bachalo è uno dei fumetti più belli mai pubblicati dalla Marvel.

Ho iniziato a disegnare da bambino, come molti di noi. Disegnavo di tutto, ma in particolare mi piacevano le storie, quindi ho cominciato a realizzare fumetti in tenera età. Ho iniziato copiando quelli dei miei artisti preferiti. Era un sogno impossibile, per me, finire a realizzarli per lavoro. Ma ero un tipo ostinato e non ho mai mollato. Lavoro per la Marvel da otto anni, ormai, e anche adesso ogni tanto fatico a credere di essere qui. Sono un fan dei comics che è finito a lavorarci.

Amo consegnare ai lettori la mia visione dei personaggi che leggevo da ragazzino. Fare ricerca per capirli, per comprenderne il passato, i desideri e poi cercare di far emergere il mio punto di vista su di loro è la parte migliore. Mi piace moltissimo anche lavorare con sceneggiatori che ammiro e ho il privilegio di leggere le loro storie prima di chiunque altro, il che mi consente di vedere cosa fanno con i personaggi e di adattare il mio stile al fumetto. Una delle cose migliori del mio lavoro è esplorare nuovi modi per raccontare e studiare nuove soluzioni grafiche.

Il mio primo fumetto Marvel sono state le pagine di Spider-Man che venivano pubblicate nei giornali della domenica. C'era questo piccolo supplemento a fumetti, molto sottile, e dentro un paio di pagine di Spider-Man. Dovevamo aspettare una settimana per leggerne altre due. Era abbastanza frustrante, ma meglio di niente. Mi ricordo di averci trovato il periodo di McFarlane, con quelle tavole pazzesche. La prima serie che abbia realmente acquistato credo sia stata Spider-Man 2099, che rese Rick Leonardi il mio eroe. Quelle figure sugli sfondi erano una meraviglia per gli occhi.

Fonte: Marvel

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