Vite di carta, la recensione
Abbiamo recensito per voi Vite di carta, di Marco Rincione e Giulio Rincione, edito da Shockdom
Carl, il protagonista del fumetto, è un paria del mondo che lo circonda, confermando la linea degli autori, già vista in Paperi, che propone protagonisti outsider della società. Ad aggiungere complessità alla sua esistenza da reietto causata dai suoi poteri (è in grado di entrare in contatto con i ricordi altrui e renderli reali) c'è la sensazione dello scorrere del tempo, con la sua vita legata a doppia mandata all'utilizzo degli stessi poteri.
Pur variando il punto di vista che dà voce al soliloquio, l'effetto finale è il medesimo: uno sguardo sul (dramma) dell'esistenza umana, osservata con distacco per tracciare una linea sottile tra il reale e il non reale, le paure e le colpe, la solitudine e il rapporto con l'altro, portando l'esasperazione del conflitto personale fino alle conseguenze più forti.
Vite di carta, pur essendo il secondo volume di TIMED dopo Rio 2031, ha una forza tale da consentirgli di vivere indipendentemente dal macro-contesto. Gli autori confermano le basi gettate in passato da entrambi su lavori congiunti e non, sposando stabilmente la narrazione sul doppio binario: tangibile ed onirico. I testi di Marco ed i disegni di Giulio creano, insomma, un insieme imprescindibile, da divorare per intero: diventano entrambi segni sulla carta, caricando di significati ogni singolo tratto.
Lasciatevi trasportare, come la vita da ciò che non si può controllare.