Dragonero Adventures 1: Tre giovani eroi, la recensione

Vi raccontiamo il promettente esordio della linea Young di Sergio Bonelli Editore: Dragonero Adventures

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dragonero Adventures 1, anteprima 01Il mondo immaginario di Dragonero è stato concepito in maniera così rigorosa, dettagliata e approfondita - lo hanno sottolineato in più occasioni anche i suoi creatori, Luca Enoch e Stefano Vietti - da permetterne una miriade di ulteriori interpretazioni e ampliamenti, sia in senso senso temporale che spaziale. Dragonero Adventures ne è un perfetto esempio. Tre giovani eroi, scritto da Enoch, è stato presentato in anteprima all'ultima Lucca Comics & Games ed è uscito in edicola lo scorso 9 novembre.

Come sapete, si tratta del titolo con cui debutta la linea Young, pensata da Sergio Bonelli Editore per un pubblico adolescente, una scommessa ambiziosa e impegnativa. La casa editrice milanese si presenta alla sua potenziale platea con un biglietto da visita di tutto rispetto: uno spin-off della seguitissima serie fantasy. I protagonisti sono quelli della saga originale: Ian, la sorella Myrva e l'orco Gmor, ancora ragazzini, coetanei di quei lettori il cui interesse vorrebbe conquistare questo fumetto, e le premesse sono più che buone: Dragonero Adventures si prospetta come un progetto adatto a ogni generazione, fruibile su diversi piani di intrattenimento e fondato su un genere che non ha età: l'avventura a trecentosessanta gradi.

A renderla un'opera adatta a tutta la famiglia è l'efficace semplicità delle trame e l'agilità della sceneggiatura, qui intessute da Enoch. I temi sono più leggeri del classico Dragonero ma tengono fede alla sua essenza, declinati in ambiti più strettamente gioviali ma chiaramente senza rinunciare all'eterno scontro tra bene e male.

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In Tre giovani eroi ci viene mostrata la tenuta agricola della casata degli Aranill, il padre e soprattutto i nonni dei due ragazzi. È la dolce ma autorevole Elda a occuparsi della loro educazione insieme al precettore Meyer e suo marito Herion, uno degli ultimi Varliedarto, gli "Uccisori di Draghi". Chi conosce la testata ammiraglia viene accompagnato amabilmente nella spensierata gioventù del futuro Dragonero. Si ritrova immediatamente a proprio agio in tale scenario così strettamente aderente alla continuity principale e ricco di nuovi comprimari spassosi e bene assortiti, come il gigante Gheba, il mago talpatrolla nonché l'immancabile antagonista della vicenda, il malvagio stregone Sidirugos, detto il Burattinaio.

Il loro accattivante character design è opera di Riccardo Crosa, disegnatore di questo primo numero e copertinista della collana. I suoi Ian, Myrva e Gmor non possono essere altro che la versione giovanile degli adulti che abbiamo frequentato ogni mese sul mensile regolare. A livello estetico sono il risultato di diverse influenze, che vanno dai manga ai cartoni animati, ma riflettono una spiccata personalità che conferisce loro freschezza e una riconoscibilità notevole, di sicuro effetto sulle generazioni in erba.

Dal lavoro dell'artista di origini siciliane emerge la solidità degli studi che hanno portato a questo entusiasmante risultato e la qualità del tratto, unita a una fluidità della recitazione, a un'espressività e a una regia che vedono come inevitabile e fisiologica la loro portabilità e scambievolezza con la trasposizione animata, Dragonero – The Animated Series, la cui parte grafica è curata dallo stesso Crosa.

La vivacità esplosiva delle scene è un merito da condividere con il colorista Paolo Francescutto: brillanti e pieni di luce, rendono le vignette già pronte per il passaggio in fotogrammi.

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