Dampyr 212: El día de los muertos, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dampyr 212: El día de los muertos, di Claudio Falco e Fabiano Ambu
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Riportala a un'accezione più cruda e terrificante è compito della storia uscita in edicola lo scorso novembre, che racconta l'attuale occupazione del branco di non-morti di Ixtlàn, magnetico Maestro della Notte annientato da tempo da Harlan Draka sulle pagine de I segreti di Dreamland (Dampyr 58, gennaio 2005).
Come potete intuire dai pezzi grossi in gioco, El día de los muertos è ben ancorato alla continuity e ne andrà a formare probabilmente un tassello tutt'altro che marginale. Come nella miglior tradizione dampyriana, su una solida base documentale e su un suggestivo fenomeno culturale viene intessuta una vicenda avvincente densa di azione, intrighi e spettacolari confronti che si spostano dalle chiassose vie in festa di Città del Messico agli agghiaccianti scenari di Mictlán e delle altre dimensioni dell'oltretomba azteco.
Con le sue trame tradotte in ottime sceneggiature ci abituati a viaggi alla volta di luoghi e situazioni curiose, ai quattro angoli dl mondo, dimostrandosi una risorsa irrinunciabile non solo per il team di Dampyr ma per Sergio Bonelli Editore, per la quale sta lavorando - insieme a Paolo Terracciano e a Sergio Brancato - all’adattamento a fumetti dei romanzi del Commissario Ricciardi, di Maurizio De Giovanni.
I disegni dell'albo sono opera di Fabiano Ambu, una vecchia conoscenza per tutti i fan del Figlio del Diavolo che qui offre una prova superlativa per la varietà di ambientazioni, l'efficacia e l'incisività della sua regia. Attraverso il suo segno sporco e il suo tratto poroso domina e fa recitare i neri e l'oscurità regalando per ben novantasei pagine un'intensità grafica e una qualità narrativa semplicemente eccellenti.