Ryuko vol. 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Ryuko, di Eldo Yoshimizu: un'opera sorprendente!
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La storia è un action crime appartenente al cosiddetto genere gekiga, ovvero un manga contenente scene drammatiche, filone che ebbe parecchia fortuna negli anni Settanta e che vanta come caposcuola ed esponente di spicco Golgo 13 (1969, Shogakukan), di Takao Saitou.
Yoshimizu orchestra un complesso intreccio di spionaggio internazionale nel quale si incastrano le vicissitudini del variegato cast di personaggi che incarnano i temi principali di questo affascinante affresco, fatto di amicizia, onore, lealtà e vendetta. La notevole potenza narrativa di queste pagine, spesso spietate, risiede in primis nella parte grafica, che mostra un tratto di una qualità e una raffinatezza singolari. Difficile catturarne con poche parole lo stile, flessuoso e graffiante, che evidenzia contaminazioni non solo da maestri squisitamente gekiga come lo stesso Saitou o Goseki Kojima ma anche da altri grandi nomi come Rumiko Takahashi e Leiji Matsumoto.
Insomma, ci si potrebbe sbizzarrire parlando del tratto di Yoshimizu, che è un puzzle di stilemi, un crogiolo di provenienze diverse. Sono tutte annegate e amalgamate in un unicum personale davvero stupefacente, testimone di uno spirito creativo estroverso, talvolta esuberante nelle prospettive e nelle linee cinetiche attraenti ma toste da decifrare.
Anche il layout della pagina meriterebbe un'analisi accurata, mentre per quanto riguarda la sceneggiatura, consciamente o no, il sensei ha certamente ben presente la filmografia di Quentin Tarantino. Si è infatti divertito con pupe, spade e calibri pesanti, giocando su più piani temporali, smontando e ricomponendo sequenze cronologiche che non scalfiscono la logica del racconto, ma richiedono al lettore un'attenzione superiore rispetto un qualsiasi fumetto orientale.
Questo perché Ryuko non è un manga qualsiasi, a partire dalla pregiata edizione cartonata scelta da BAO Publishing, o dalla grammatura della carta. Nella sua totalità, il prodotto finito perde ogni etichetta, ogni connotato discriminante e diventa qualcosa di prezioso e speciale: un'esperienza consigliata a qualunque appassionato di Nona Arte.