Lucca 2017, saldaPress - Image: intervista a Jason Howard, da Trees a Super Dinosaur
Abbiamo intervistato per voi il disegnatore Jason Howard, co-creatore di Trees e Super Dinosaur
Ringraziamo sentitamente lo staff di saldaPress per la collaborazione.
Ciao, Jason! Benvenuto su BadComics.it.
Grazie!Con Warren Ellis hai dato vita a un fumetto dal forte sapore fantascientifico in un momento in cui sembra che lo sci-fi sia tornato prepotentemente in voga. Cosa differenzia "Trees", rendendola una storia unica nel suo genere?
Una delle cose che mi ha fatto subito innamorare del progetto, sin da quando Warren me ne ha parlato per la prima volta, è che il setting della storia è in effetti fondamentalmente fantascientifico, ma il mondo in cui è ambientata non è poi così diverso dal nostro.
Nel corso della serie ci imbattiamo in storie molto umane di svariati personaggi e scopriamo come le loro vite siano state toccate dai grandi cambiamenti avvenuti nel mondo. Potremmo dire che la fantascienza - in particolare l'invasione aliena - sia solo un pretesto per poter mostrare cosa sia l'umanità e come questa si adatti ai vari cambiamenti, anche quelli più estremi.
Non è un fattore da sottovalutare: sono un grande fan della fantascienza, ma ultimamente sembra che ci sia più attenzione da parti degli autori nel mettere in scena uno spettacolo quanto più grande e chiassoso possibile. Conseguentemente, l'aspetto della caratterizzazione dei personaggi, specie se umani, ne risente.
Grazie a "Trees" ho la possibilità di disegnare cose molto fighe, il che mi fa felice, ma è la storia che Warren sta scrivendo che mi ha reso il primo fan della serie.
Il realismo è senza dubbio una componente fondamentale di questo fumetto, che mostra una realtà piena di aspetti e problematiche politico-sociali presenti anche nella vita di tutti i giorni. Quanto avete guardato al mondo reale per progettare quello di "Trees"?
Basta conoscere un minimo Warren per capire che ciò che gli sta davvero a cuore sono le cose che accadono del nostro mondo. La fantascienza, genere che in qualche modo predilige, è solo il modo con il quale riesce a processare al meglio certe tematiche nelle sue storie.
Questo aspetto di "Trees" è quasi interamente a suo appannaggio, anche se ci confrontiamo spesso e lui bene o male accetta i miei consigli. Diciamo che il mio ruolo è quello di visualizzare nella mia mente quello che lui vuole raccontare e trovare il modo di rappresentarlo al meglio sotto il profilo visivo. Il mio compito è relativamente semplice, devo ammetterlo: quando leggo le sue sceneggiature mi è sempre molto chiaro dove andare a parare.
La trama si districa tra svariate location, dalla Cina a New York, fino al cuore dell'Africa: qual è la tua preferita?
C'è quel posticino sul mare, di cui non so mai come pronunciare il nome, che fa parte del vostro bel Paese: io lo chiamo Sifalu. [Cefalù - NdR] È quella la location più bella da disegnare, e vorrei che ci fossero più scene ambientate all'interno della città, piuttosto che nelle campagne limitrofe. Ho cercato di convincermi a fare un viaggio di ricerca in Sicilia, ma finora non ci sono ancora riuscito. Al momento, mi sto facendo bastare quello che trovo su Google, e sono totalmente affascinato da Cefalù.
Hai lavorato su "Super Dinosaur" con la star di questa edizione di Lucca Comics & Games, Robert Kirkman. Cosa puoi raccontarci sulla vostra collaborazione?
Con Robert ci si diverte. "Super Dinosaur" è sostanzialmente l'opposto di "Trees": abbiamo realizzato questo fumetto per un pubblico giovane, per i nostri figli, ma anche per noi stessi. Spesso ci lamentiamo che molti dei nostri lavori sono per adulti perché hanno contenuti espliciti - basti pensare a "The Walking Dead" - e perciò non possiamo mai mostrare quello a cui lavoriamo ai nostri figli. Da questa premessa, è nato questo fumetto.
In "Super Dinosaur" abbiamo cercato di incanalare il nostro amore e il nostro entusiasmo di quando eravamo bambini, quando guardavamo serie animate e leggevamo fumetti, il tutto scritto con la sensibilità e il taglio moderno caratteristici di Robert.
Ultima domanda: abbiamo parlato di titoli targati Image Comics e Skyboud. Cosa rappresentano per te queste due realtà nel panorama attuale del Fumetto americano?
Una delle cose che più mi affascina della Image è che di fatto ha dato una risposta efficace a tutti gli artisti desiderosi di esprimersi con delle proprie storie lasciandogli il controllo e la proprietà intellettuale.
Come autore, non voglio cedere niente di mio a qualcun altro. Certo, qualora un mio fumetto venisse scelto per essere adattato come film o serie TV, il tutto genererebbe un riconoscimento e un profitto anche per me.
"Trees", per esempio, è stato opzionato due anni fa dalla NBC della Universal per farne una show televisivo: il progetto è ancora in fase di sviluppo, dato che sono processi molto complessi e lenti, e non si sa ancora se questa serie TV diventerà realtà o no, ma se si farà il nostro coinvolgimento è garantito.
Non bisogna avere vergogna di dire che è una realtà abbastanza remunerativa per gli autori: io disegno anche per vivere, e se grazie al mio lavoro riesco a farlo meglio lo devo a me stesso, così come a realtà come la Image.