Killing Stalking, la recensione
Abbiamo recensito per voi Killing Stalking, il manhwa rivelazione di Koogi pubblicato da J-POP
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Ciò che risulta subito facile, dopo aver sfogliato i quattro albi che compongono questo primo grande capitolo della storia, è sganciare l'opera da una qualsiasi, banale etichetta Boy's Love. Killing Stalking è molto più di uno yaoi, per dirla alla giapponese; è vero, il rapporto e l'attrazione che si instaurano tra i due ragazzi sui quali è incentrata la vicenda sono parecchio rilevanti, ma, di capitolo in capitolo, trascendono ogni relazione convenzionale e assumono crescente complessità, oltre a nuove e inquietanti connotazioni.
Altro elemento spiazzante è la caratterizzazione dei due personaggi principali. Sono senza eccezione due psicopatici con una visione altamente deviata della realtà, frutto senza dubbio di pesanti traumi che sono stati finora descritti solo in parte. Yoon Bum è lo stalker, e ci appare inizialmente come il persecutore di Sangwoo, che apparentemente ne è la vittima. I ruoli vengono tuttavia ribaltati in breve tempo, ma non restano mai statici: le due personalità si rivelano infatti decisamente contorte, tanto che ogni sottotrama rimescola e rimette in discussione ogni opinione formatasi in precedenza. I due sono imprevedibili, sfuggenti, e ciò si attesta come uno degli aspetti più avvincenti di questo racconto strutturato come un meccanismo a combinazione: un congegno pronto a scattare secondo regole precise, che dimostra tutto il suo impatto emotivo nell'eclatante cliffhanger dell'ultimo volume.
Altra nota interessante risiede nell'ecletticità di questo fumetto, a partire dal tratto dell'artista: elegante e ricco di contaminazioni, non solo manga; il ritmo della tavola e la regia, costruita soprattutto da piani ravvicinati e attenta a catturare la più sottile emozione, lo avvicinano alla tradizione orientale, ma il layout della pagina, con le sue vignette rettangolari disposte in una gabbia geometrica, ricorda più la scuola occidentale. Nel suo insieme, il fumetto di Koogi è qualcosa di innovativo e molto accattivante, estremamente funzionale alla narrazione.