C'è spazio per tutti, la recensione
Leo Ortolani porta Rat-Man nello spazio con la sua prima graphic novel: C'è spazio per tutti
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Non sono passati neanche un paio di mesi dalla conclusione della sua serie supereroistica che già Rat-Man torna in scena per una nuova avventura di dimensioni epiche: C'è spazio per tutti. Straordinaria la destinazione: lo spazio. Straordinaria la collaborazione: l'Agenzia Spaziale Italiana e l'European Space Agency. Straordinaria la campagna promozionale: il primo fumetto al mondo ad andare nello spazio. E straordinario anche il formato: una graphic novel di Leo Ortolani, la sua prima storia lunga che non appartenga a una serie o non sia una parodia di un'opera pre-esistente.
Questi mini-dossier, che intervallano la trama principale, sono l'occasione per Ortolani di inanellare una sequenza di gag fulminanti e smontare alcune "leggende" sulle varie missioni spaziali. Si tratta di un ottimo esempio di edutainment adatto a lettori di tutte le età, anche se il modo in cui la componente documentaristica viene frammentata spezza la narrazione della vicenda di Rat-Man e riavvicina la struttura della storia a un prodotto più episodico, con queste sezioni che fungono da cesura netta tra un capitolo e l'altro.
Grazie al grande formato del volume, Ortolani può dimostrare tutto il suo talento nel disegno, spesso messo in secondo piano dalle sue doti di sceneggiatore: il fumetto abbonda di singole o doppie splash-page in grado di trasmettere la sensazione di vastità dello spazio, seppur con qualche divertente divagazione nerd.
Sorprendente anche la quantità di dettagli con cui sono state raffigurate le attrezzature, le astronavi e la stazione orbitante, con una cura del particolare da cui traspare l'accurato lavoro di documentazione. Peccato per una piccola imperfezione grafica che affligge il fumetto: tutte le tavole presentano nell'angolo in basso a destra un piccolo spazio bianco chiaramente pensato per inserire - come su Rat-Man Collection - il numero di pagina, collocato invece centralmente sotto ogni tavola. Questo non inficia di certo la lettura del volume, ma è una sbavatura che si sarebbe potuta evitare con un po' più di attenzione e coordinamento editoriale.
Tutta la storia è affrontata con un approccio fortemente realistico, con una grande attenzione nel descrivere la Fisica, le procedure attuate prima del decollo e la vita all'interno della ISS. A un certo punto, però, l'elemento fantastico irrompe nel fumetto e la prima reazione è di perplessità: sembra quasi che Ortolani con un colpo di spugna cancelli tutto il meticoloso processo di credibilità costruito fino a quel momento. Ma l'autore sa benissimo dove vuole andare a parare, riuscendo a portare avanti parallelamente verità e sogno, con il cuore di chi da bambino ha cominciato a disegnare fumetti con una parodia di Spazio 1999 e la mente di un narratore maturo.