Rai voll. 1 - 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi i primi due volumi di Rai, serie Valiant di Matt Kindt e Clayton Crain

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Siamo nel Nuovo Giappone, nazione che nel 4001 d.C è distaccata dalla Terra e stanzia in orbita sull'Oceano Pacifico. È un luogo futuristico composto da centinaia di settori, ognuno caratterizzato da un tema diverso, e la pace viene assicurata dal Padre, intelligenza artificiale onnipotente e onnisciente che garantisce il benessere dei propri figli. Per sedare ogni forma di violenza da parte dei Radi - alcuni umani che si sono ribellati al dominio delle macchine - quest'ultimo si avvale di Rai, suo braccio armato e protettore della nazione.

Dopo millenni, un omicidio è stato commesso senza che le guardie di sicurezza positroniche rilevassero alcunché, e tocca al guerriero con il sole tatuato sul petto indagare. Durante la missione, però, il Nostro si trova a comporre un mosaico contenente alcune verità scomode sulla sua vera natura e sull'identità della vittima. Molti interrogativi assalgono Rai che, dopo un’iniziale ritrosia, decide di mettersi a capo di un esercito e di sfidare il padre.

È su queste pagine che conosciamo l’origine del mito, quando il figlio prediletto del Padre comincia il suo percorso alla scoperta della sua origine umana e dell’esistenza di altri guerrieri come lui che lo porterà a incontrare Lula Lee, una ragazzina in possesso di una mappa segreta del Nuovo Giappone, e Momo, una PT (Intelligenza Artificiale Positronica).

Kindt è molto attento nel delineare la figura di un personaggio turbato, le cui incrollabili certezze si sgretolano man mano che l’indagine prende corpo. Da uno status di figura eterea e divina, Rai (ri)scopre la sua umanità, cosa che gli permette di comprendere meglio l’algido distacco del Padre e del suo governo tecnocratico. Ora che tutto viene visto nella giusta prospettiva, il protettore del Giappone è pronto ad adempiere il suo compito liberando i milioni di persone dalla schiavitù delle macchine.

Il percorso di maturazione passa attraverso la conoscenza di un cast di comprimari variegato che permette di appassionarsi alla vicenda empatizzando con i suoi personaggi. La coinvolgente storia di Kindt, un perfetto mix di azione e thrilling, riesce a far dimenticare qualche caratterizzazione non memorabile e la presenza di alcuni cliché tipici di una storia di origini; Rai, in fondo, incarna il tòpos letterario del figlio che si ribella al padre e dell’uomo che si oppone alla tecnologia.

Se l'impianto narrativo non brilla per originalità, la parte del leone la fanno le splendide tavole di Crain: le sue anatomie plastiche sono potenti ed esaltano i passaggi più adrenalinici quanto quelli più emotivi. L’atmosfera generale di Rai è oscura, resa alla perfezione da una palette fredda, in cui gli effetti chiaroscurali ricoprono un ruolo fondamentale per caricare lo sviluppo tensivo della trama. Inoltre, i tanti settori che compongono il Nuovo Giappone permettono all’artista dell’Oregon di dare libero sfogo alla sua creatività, assecondando le diverse fasi del racconto con ambientazioni ora avveniristiche ora preistoriche.

Se avete amato Rai vol. 3: L’Orfano, l’acquisto di questi due volumi è obbligatorio per meglio comprendere le ragioni dietro alla ribellione del protettore del Giappone. Se invece ancora non avete provato questa serie Valiant, edita da Star Comics, è arrivato il momento di rimediare.

Continua a leggere su BadTaste