Archie vol. 2, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Archie, scritto da Mark Waid e disegnato da Veronica Fish
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Lontano dal genere supereroistico che l'ha reso celebre, Mark Waid continua a la sua opera di riscrittura di uno dei fumetti più longevi della storia – il suo esordio risale al 1941 – trasportandolo nel terzo millennio con una scrittura fresca e accattivante che strizza l’occhio a prodotti televisivi vicini al pubblico giovanile. Ad affiancarlo ai disegni, in questo secondo volume pubblicato in Italia da Edizioni BD, troviamo Veronica Fish, Tomas Pitillie e Ryan Jampole.
Leggera, scanzonata e appassionante, la lettura di questo secondo volume scorre con un ritmo serrato, alternando gag esilaranti a momenti in cui, dietro a una veste ironica, si cela un messaggio importante. La differenza sociale tra Archie e Veronica si sente eccome, ma non è il solo aspetto portato all'attenzione del pubblico: basti pensare alla "macchina del fango" che si attiva durante le tornate elettorali, alle difficoltà legate all’insegnamento e al consumismo dilagante. Tematiche affrontate in maniera attenta ed equilibrata attraverso una scrittura che non abusa di luoghi comuni e che prova ad adattare contenuti delicati a un fumetto spensierato.
Persa Fiona Staples lungo il percorso, tocca alla brava Veronica Fish raccogliere il testimone e dare forma a questo spassoso quadretto. La disegnatrice coglie le tante sfumature emozionali dei protagonisti e le traduce in vignette in cui l'espressività dei volti e delle pose alimenta una narrazione già di per sé efficace. Il montaggio della tavola è frenetico e asseconda il susseguirsi di differenti scenari: un continuum stilistico con la Staples che contribuisce a mantenere elevata la qualità di Archie.
Decisamente meno convincenti le prove di Pitillie e Jampole nei capitoli finali: i due non riescono a dare la giusta profondità e la dinamicità necessaria alla storia, e il loro tratteggio abbozzato, unito alla rigidità di alcune soluzioni anatomiche, crea un evidente divario con l'operato della Fish, che ha ben poco a cui spartire con il loro.
Archie vol. 2 conferma quanto di buono abbiamo letto nel primo brossurato, grazie soprattutto ai toni leggeri e mai banali di una sceneggiatura impeccabile.