Frantumi, la recensione
Abbiamo recensito per voi Frantumi, graphic novel di Giovanni Masi e Rita Petruccioli edita da BAO
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Frantumi, fin dal titolo, gioca su un modo di dire, su una metafora, e rappresenta con un approccio onirico quello che una persona vive quando vede il proprio mondo sgretolarsi, andare a pezzi. Mattia è seduto al bar della stazione e aspetta la sua ragazza, ma è consapevole di trovarsi a un punto di non ritorno. È allora che il ragazzo si ritrova su una spiaggia bagnata da un mare rosso sangue, con un buco sulla nuca e una nave in rovina adagiata a riva.
Giovanni Masi scrive un fumetto sul dolore e mostra il processo attraverso il quale molte persone cercano di sopravvivere, anche se fuggire difficilmente può essere una soluzione. Frantumi è un elogio alle cicatrici, i segni che ognuno porta dentro e fuori di sé, decidendo come conviverci.
Le tavole di Rita Petruccioli sono stilizzate, il mondo surreale prende forma in modo netto, con tratti definiti come le linee di una crepa. I suoi personaggi sono bianchi e si muovono in scenari con colori privi di sfumature, un universo piatto che permette al lettore di interpretare in modo personale i simbolismi grafici e narrativi.
L'estetica richiama in parte le pitture sui vasi d'argilla dell'antica Grecia, una scelta consapevole che trova una sua giustificazione all'interno della vicenda, portando il giovane protagonista a fare a patti con il destino e con le sorprese, a volte negative, che inevitabilmente dovrà affrontare.