CTRL-Z vol. 1: Greyscale, la recensione
Abbiamo recensito per voi CTRL-Z vol. 1: Greyscale, fumetto comico, romantico e fantastico di Alessandra Patanè
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Il problema fondamentale di Hugo non è tanto il fatto di avere sfortuna, quanto di sentirsi uno sfigato. Diciamo che non ne può più. Anche se non ne è consapevole. Dopo l'ennesimo fallimento, infatti, ha iniziato ad incappare in una serie di volantini, manifesti, cartelloni pubblicitari che fanno promozione a una nuova applicazione da smartphone. Si chiama Changce, un nome quasi impronunciabile che fonde le parole inglesi che stanno per "possibilità" e "cambiamento". In effetti, l'applicazione sembra promettere entrambe le cose: possibilità di dare una svolta alla propria vita e cambiamento di status. Mai più sfigati. Ma solo un pazzo crederebbe a queste fesserie parapsicologiche da disperati all'ultimo stadio, vero?
Quel che si troveranno di fronte è una storia confezionata in stile manga, con influenze visive nostrane. I ritmi narrativi e i tempi comici sono proprio quelli tipici del classico fumetto giapponese da commedia romantica, con il protagonista imbranato di turno, fatalmente indirizzato a un percorso di formazione, guidato da un cast di comprimari anch'esso da manuale e dall'elemento magico che fa da idea di base della trama. Elemento tecnologico fantascientifico, in questo caso, se vogliamo. Il tutto confezionato con perizia e con affetto. Lo stile della Patanè non è privo di elementi originali, che non si appiattiscono sull'omaggio pedissequo a qualche mangaka famoso, ma rimangono abbastanza riconoscibili.
Non ci ha strappato risate a crepapelle, CTRL-Z, ma è decisamente un lavoro ben fatto, con un pregio in particolare: già da questo primo volumetto (di tre), dimostra di non avere alcun moralismo. E non per il fatto che qua e là si lasci andare a qualche parolaccia, per altro senza mai risultare troppo volgare. Si tratta dell'etica e del ruolo di alcuni personaggi, invece, che rimane incerto, ancora da stabilire.
Eliantho, la giovanissima innamorata del protagonista, ne è l'esempio. Quando pensi di averla inquadrata, di aver capito qual è la sua funzione nella storia e nella vita di Hugo, ecco che ti spiazza. Un elemento sempre interessante in una narrazione, che lascia sperare in altre sorprese e in una vicenda non banale, per contenuti e atteggiamento di conduzione.