Black Screen, la recensione

Abbiamo recensito per voi Black Screen, graphic novel di Staiano, Andreozzi e Fubi edita da Shockdom

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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BlackScreen, anteprima 01C’è stato un tempo in cui anche gli dei dovevano chinare il capo di fronte al Fato, divinità che poteva intervenire a modificare lo scorrere della vita degli uomini. Idealizzato come cieco, il Fato agiva senza alcun disegno preciso, in maniera casuale e determinata dalla necessità. Nei secoli, l’uomo si è allontanato sempre più da questa natura deterministica della vita, preferendo ritenere le sue azioni mosse esclusivamente dal libero arbitrio.

In un futuro non troppo lontano dalla nostra realtà, una nuova tecnologia è giunta a stravolgere l’esistenza della popolazione mondiale: si chiama Spoiler e, come si intuisce dal nome, permette di conoscere in anticipo ciò che accadrà nella vita di chiunque lo consulti. Nel momento in cui lo schermo diventa nero, però, è chiaro che la morte è giunta a mettere fine a ogni affanno. Questo l’incipit narrativo sul quale poggia Black Screen, graphic novel nata dal soggetto di Lucio Staiano e sviluppata dalla sceneggiatura di Giuseppe Andreozzi per i disegni di Giovanni “Fubi” Guida.

La caducità della vita umana è uno dei motivi che dovrebbe spingere a cogliere la bellezza di ogni istante, a godere dell’unicità di momenti che potrebbero non tornare più. Il saper cogliere l’attimo, il carpe diem quam minimum credula postero oraziano, invece, cede il posto a qualcosa di molto più freddo e algido, una sequenza di eventi noti che appassiscono lentamente verso la morte. Come cambierebbe, dunque, la vita di ognuno di noi se dall’oggi al domani fossimo in grado di conoscere il nostro avvenire? Ci sentiremo davvero liberi di vivere al limite, consapevoli che la fine sia ancora lontana?

BlackScreen, anteprima 02Intorno a questo interrogativo che ha caratterizzato in maniera profonda il pensiero umano, Staiano e Andreozzi costruiscono un racconto che, attraverso la storia dei suoi protagonisti, porta in scena diverse risposte e i conseguenti atteggiamenti possibili. Garret, Frank, Brian e Amanda esprimono le ansie, le paure e le aspettative di ognuno di noi, supportati da una trama solida in cui i fili della narrazione si intrecciano a realizzare un racconto corale di grande impatto.

Come in un dialogo a più voci, il lettore può ascoltare le diverse campane, provare empatia per i personaggi a lui più vicini, lasciarsi trasportare nel flusso di eventi che spinge alla riflessione, che colpisce per la profondità e conquista con un soggetto che potrebbe essere tranquillamente adattato in una puntata della fortunata serie TV Black Mirror.

Black Screen è un’opera fantascientifica in cui sviluppare concetti filosofici e teologici unitamente a dottrine sociologiche, come quella di Robert K. Merton e della profezia che si autoadempie; il tutto supporto dallo stile originale e sintetico di Fubi, che spesso gioca con primi piani carichi di espressività a discapito degli sfondi, quasi a voler rendere universale il messaggio contenuto in queste pagine. Nonostante un tratto spigoloso e non sempre immediato, la lettura scorre piacevole grazie allo storytelling dell'artista e al ritmo serrato imposto da Andreozzi.

Siamo artefici del nostro destino o semplici attori di un qualcosa già stabilito? Black Screen non offre risposte, ma argomenta in maniera ricca e dettagliata le singole posizione che si possono assumere in questo dibattito secolare. Una nuova interessante opera edita da Shockdom che conquista per l'originalità della sceneggiatura e la ricercatezza delle soluzioni artistiche.

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