Black Screen, la recensione
Abbiamo recensito per voi Black Screen, graphic novel di Staiano, Andreozzi e Fubi edita da Shockdom
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
In un futuro non troppo lontano dalla nostra realtà, una nuova tecnologia è giunta a stravolgere l’esistenza della popolazione mondiale: si chiama Spoiler e, come si intuisce dal nome, permette di conoscere in anticipo ciò che accadrà nella vita di chiunque lo consulti. Nel momento in cui lo schermo diventa nero, però, è chiaro che la morte è giunta a mettere fine a ogni affanno. Questo l’incipit narrativo sul quale poggia Black Screen, graphic novel nata dal soggetto di Lucio Staiano e sviluppata dalla sceneggiatura di Giuseppe Andreozzi per i disegni di Giovanni “Fubi” Guida.
Intorno a questo interrogativo che ha caratterizzato in maniera profonda il pensiero umano, Staiano e Andreozzi costruiscono un racconto che, attraverso la storia dei suoi protagonisti, porta in scena diverse risposte e i conseguenti atteggiamenti possibili. Garret, Frank, Brian e Amanda esprimono le ansie, le paure e le aspettative di ognuno di noi, supportati da una trama solida in cui i fili della narrazione si intrecciano a realizzare un racconto corale di grande impatto.
Come in un dialogo a più voci, il lettore può ascoltare le diverse campane, provare empatia per i personaggi a lui più vicini, lasciarsi trasportare nel flusso di eventi che spinge alla riflessione, che colpisce per la profondità e conquista con un soggetto che potrebbe essere tranquillamente adattato in una puntata della fortunata serie TV Black Mirror.
Siamo artefici del nostro destino o semplici attori di un qualcosa già stabilito? Black Screen non offre risposte, ma argomenta in maniera ricca e dettagliata le singole posizione che si possono assumere in questo dibattito secolare. Una nuova interessante opera edita da Shockdom che conquista per l'originalità della sceneggiatura e la ricercatezza delle soluzioni artistiche.