Rovine, la recensione
Abbiamo recensito per voi Rovine, graphic novel di Peter Kuper pubblicata da Tunué
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Proprio in questo Paese, a Oaxaca per la precisione, è ambientata la graphic novel di Peter Kuper intitolata Rovine, vincitrice di un Premio Eisner nel 2016, e pubblicata in Italia da Tunué nella sua collana Prospero’s Book. Il racconto è incentrato su Samantha, scrittrice, e George, catalogatore di insetti presso il Museo Naturale di New York, i quali decidono di prendere un anno sabbatico per trasferirsi nella cittadina messicana. I due coniugi hanno infatti deciso di dare una svolta alla loro vita: lei è intenzionata a concludere il libro sul quale sta lavorando; lui è stato spinto da Sam a licenziarsi e a riprendere la sua passione per il disegno.
Il libro tratta di un’esperienza lunga un anno finalizzata a ritrovare se stessi assecondando le proprie passioni, ma provando anche a concepire un figlio lasciandosi alle spalle le scorie di un’esistenza frenetica come quella della vita di città. Sullo sfondo, le spinte passionali dei locali, che si traducono in una rivolta contro il neo-governatore eletto tramite brogli, e le rovine di un'antica civiltà misteriosa come quella azteca.
Da un lato, dunque, una metafora di trasformazione, di adattamento ai cambiamenti con la quale raccontare la metamorfosi dei due protagonisti; dall'altro, il racconto di un evento naturale ineluttabile, imperturbabile rispetto al destino degli umani. La farfalla, infatti, vola sulle rovine azteche, testimonianza di un’epoca grandiosa ma costrette a cadere: per quanto spettacolare possa essere, l'opera umana è costretta a cadere sotto lo sguardo impassibile della natura.
Rovine è una lettura delicata, scorrevole e dal grande potere evocativo che non eccede in ridondanze, ma presenta di continuo episodi nuovi e stimolanti. Da autore completo, Kuper caratterizza le varie fasi del racconto con stili e tinte differenti: il grigiore della vita a New York lascia il posto a una palette colorata quando la scena si sposta in Messico; il viaggio dell’insetto mantiene colorazioni sature incentrate esclusivamente su colori algidi, sulle quali si staglia per contrasto il caldo delle ali della farfalla; le scene oniriche o ambientate nel passato, invece, appaiono come bozzetti a matita. Una fusione tra forma e contenuto sorretta da uno storytelling intenso - che sovente si apre a soluzioni a tutta pagina - e dalla grande sensibilità dell’artista, che gioca con inquadrature originali e accostamenti cromatici forti.