Mercurio Loi 1: Roma dei pazzi, la recensione

Abbiamo recensito in anteprima per voi il numero 1 di Mercurio Loi, intitolato Roma dei pazzi

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Mercurio Loi 1, testi di Alessandro Bilotta, disegni di Matteo MoscaLa nuova serie regolare a colori di Sergio Bonelli Editore farà il suo esordio tra meno di una settimana, martedì 23 maggio. Siamo agli sgoccioli, l'attesa è finita, e l'aspettativa è alta attorno al nuovo fumetto di Alessandro Bilotta. Noi di BadComics.it abbiamo recensito per voi in anteprima il numero 1 di Mercurio Loi, che apre letteralmente le porte di casa al lettore. A fare gli onori è il buon Ercole, il domestico del professore, come sempre preoccupato quando non vede tornare a casa il proprio signore.

In sole tre tavole, conciliazione di sintesi ed estro, Bilotta inquadra il personaggio - insegnate erudito di giorno e curioso investigatore di notte - la sua spalla - il giovane e irruento Ottone - oltre al periodo storico e alla città in cui è ambientata la vicenda, la Roma dei primi decenni dell'800, sul finire del pontificato di Pio XII. È un mondo in frenetico fermento, ma nell'ombra costellato di sette, cospirazioni e crimini di ogni specie.

Chi ha letto il 28° volume di Le Storie ha già confidenza con il mondo di Mercurio Loi, ma si stupirà nel ritrovare un Colonnello Belforte senza voce e molto più riflessivo; una variazione rispetto al soggetto originale che ci sembra interessante e foriera di potenzialità narrative. Che siate "vecchi" o nuovi lettori del titolo, entrerete subito nel vivo dell'azione: Mercurio è infatti scomparso da mesi e si ripresenterà ai suoi amici e alla propria platea di estimatori a testa in giù, legato mani e piedi.

È un'immagine evocativa che quasi inconsciamente rimanda a un capolavoro assoluto della Nona Arte come Una ballata del mare salato, alla maniera in cui Hugo Pratt presentò al pubblico Corto Maltese, crocifisso a una zattera. Non si introduce così un eroe, o meglio, lo si fa per suggerire che di eroe non si tratta. L'avventuriero di Pratt è aitante e di bell'aspetto, il docente universitario di Bilotta nemmeno. È estremamente colto e intelligente, ma proprio per questo motivo arrogante e vanitoso, spesso irriverente; ma se stoico e insensibile vorrebbe apparire, non è privo di debolezze e buoni sentimenti.

Mercurio Loi 1, testi di Alessandro Bilotta, disegni di Matteo MoscaAttorno a esso, con pazienza e bravura, il suo creatore costruisce un universo pulsante di vita e palpitante di umanità, cesellando con vario misurato spessore tutta una diversità di comprimari che conoscevamo già: il nemico mortale Tarcisio, il capo della setta segreta a cui appartiene il protagonista, Galatea, lo stesso Ottone e altri che conosceremo, come il suo barbiere, Adelchi. La capacità straordinaria di affabulatore e di sceneggiatore di Bilotta - che non scopriamo certo ora - è in grado, con le soluzione più variegate, di intrattenere i palati più esigenti, dalla prima all'ultima pagina.

L'approccio grafico con Mercurio Loi su Le Storie era avvenuto in bianco e nero, attraverso lo stesso artista che firma questa Roma dei pazzi: Matteo Mosca. Il suo tratto ricco, intenso e fluido che abbiamo già avuto modo di apprezzare - non solo in quell'occasione - non si disperde nel difficile passaggio al colore, realizzato dalla talentuosa Francesca Piscitelli.

Sono due risultati finali ben distinti, è indubbio, la magia del chiaroscuro è sostituita dalla freschezza della policromia, più appetibile ai giovani lettori. Il nuovo prodotto di via Buonarroti 38 pare tuttavia adatto a ogni amante del mistero dell'avventura. E il viaggio è appena cominciato...

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