Rob Liefeld omaggia le sue creazioni Marvel in Deadpool: Bad Blood
Rob Liefeld rivisita i personaggi che lo hanno portato al successo nella graphic novel Deadpool: Bad Blood
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
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Una parte della storia è decisamente una lettera d'amore al 1991. C'è una scena importante che ha delle conseguenze sulle avventure del presente, in cui Deadpool e Domino devono in qualche modo rivivere il passato. Devo ammettere che scriverla è stato divertentissimo. Nel mettere insieme questa storia ho coinvolto molti dei personaggi che ho trattato in passato, anche per omaggiarli.
Nel fumetto di oggi, probabilmente il mercato non ha la capacità di assorbire cinque milioni di copie di un fumetto, nemmeno un milione, come accadde con l'ultimo numero di New Mutants. Parlo spesso del numero #100 di New Mutants, perché è la sede del vero debutto di X-Force. All'epoca, i personaggi che avrebbero fatto la fortuna della serie erano giovanissimi. Cable era stato creato un anno e mezzo prima. Shatterstar, Domino e Deadpool avevano tre mesi quando il successo di X-Force esplose.
New Mutants #100 fu un successo senza trucchi, senza scorciatoie. La gente, semplicemente, adorava le storie che gli stavamo raccontando e amava questi personaggi. Quattro ristampe di un albo che non aveva gadget, omaggi, card o variant. Credo che, tornando a frequentare Deadpool, non rivisitare quei tempi e non omaggiarli sarebbe stato un errore. Quindi sì, parte del mio lavoro su Bad Blood è decisamente un tuffo nel passato. Del resto l'avventura non è ambientata nel 1991 a caso.
Un tuffo nel passato che abbraccia anche i rapporti fra i personaggi, con la rivalità e l'amicizia tra Wade e Cable, i dialoghi taglienti e di sfida con Domino. Quest'ultima è una presenza molto importante in Bad Blood. Presenti anche Shatterstar, Feral e Warpath. Personaggi che Liefeld ha creato nei primi anni novanta e che, a detta sua, si aspettava di vedere ancora sulla breccia, venticinque anni dopo.
Al cento percento. Il mio intento era da subito quello di creare il prossimo Wolverine, che era il mio personaggio preferito di sempre. Mi aveva colpito da subito, dalla sua prima apparizione nelle storie di Hulk - avevo otto anni - a quando entrò negli X-Men e John Byrne decise di mettere grande enfasi sul suo personaggio, a quando poi ottenne la sua prima miniserie, grazie a Frank Miller.
Tutti i personaggi degli X-Men di quel periodo erano grandiosi, ma nessuno ha avuto un impatto, sia nei fumetti che al cinema, paragonabile al suo. Il triangolo amoroso con Jean e Scott ci ha appassionati e ci ha fatti emozionare per anni. E poi, ovviamente, tutte le ramificazioni della sua vita, con la Yakuza, con la criminalità giapponese, le storie sul suo passato oscuro. Wolverine è stato per anni la forza propulsiva delle storie degli X-Men.
Il mio lavoro, all'epoca, era quello di riportare in auge New Mutants, che - molti se lo dimenticano - stava per essere cancellato per decreto della Marvel. Ecco perché ebbi tutta quella libertà creativa all'epoca. La ragione per cui ho trascinato Cable nella storia è che sentivo la necessità di un cambiamento radicale, la voce stessa di quel fumetto doveva cambiare. Dopo anni di conflitto tra l'idea di leadership mutante di Xavier e quella di Magneto, ecco qualcuno che poteva piazzarsi in mezzo fra le due ideologie.
L'arrivo di Cable fece aumentare a dismisura le vendite. Un viaggiatore nel tempo, con tecnologia del livello di Tony Stark, segretamente coinvolto in un sacco di momenti importanti del passato dei mutanti. La gente voleva un buon motivo per continuare a seguire New Mutants, una ragione per comprare un altro albo sugli X-Men. All'epoca del mio debutto, ogni testata mutante vendeva almeno quattrocentomila copie. New Mutants, poco più di centomila. New Mutants #100 ne fece un milione. La più grande inversione di marcia della storia dei comics.
E poi ecco arrivare Deadpool, per cui ho voluto immediatamente stabilire delle connessioni con Cable, che all'epoca era il personaggio portante da ormai un anno di storie. Cable aveva reso la squadra più tosta, più forte, più autosufficiente. Deadpool entra dalla porta e li stende tutti quanti. Era un modo per renderlo immediatamente figo. Dopodiché abbiamo costruito la storyline sulla sua rivalità con Nathan e la gente è saltata immediatamente a bordo.
Vendite sempre più alte, interesse alle stelle. Ogni mese una sessione di firme nella California del Sud e ogni mese sempre più persone. Ci rendemmo conto che si trattava di un incendio. New Mutants correva verso la quarta ristampa e mostrava quanto avessimo colto nel segno. La gente amava le storie e i personaggi, che un anno dopo sarebbero diventati action figure in mostra sulla mia scrivania.
Sono felice e grato alla Marvel per la possibilità di tornare a scrivere questi personaggi e rivisitarli così tanti anni dopo, perché ho un'assoluta adorazione per loro. Sono ancora freschi nella mia memoria, mi ricordo l'ideazione di ogni nome, di ogni particolare del design, di ogni storia del loro passato. Oggi hanno venticinque anni e passa, ma ancora il pubblico li tiene nel cuore. Io ne ho più di quaranta, e le action figure di Cable e Deadpool ancora sono sulla mia libreria.
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Fonte: Comicbook.com