Pippo Reporter vol. 4, la recensione

Il quarto volume di Pippo Reporter conclude le avventure ambientate nell'America degli anni '20

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il quarto volume di Pippo Reporter raccoglie gli ultimi tre episodi della miniserie scritta da Teresa Radice, disegnata da Stefano Turconi e ambientata nell'America degli anni '20. Si conclude così questo universo alternativo che possiamo definire "in costume", uno degli esempi migliori in grado di dimostrare le potenzialità dei personaggi tradizionali Disney immersi in contesti differenti, non solo per storie autoconclusive, ma anche per cicli più lunghi in grado di sviluppare una continuity orizzontale.

Quel faro sui monti del lago è il capitolo più transitorio del volume e permette di tornare a familiarizzare con i personaggi già apprezzati nelle avventure precedenti, qui impegnati in un viaggio sulle rive del lago di Como. Si tratta di una vicenda dalle dinamiche da spy-story mescolate con una commedia degli equivoci, pensata in particolare per il pubblico italiano, che può apprezzare i dialetti degli abitanti della zona e i pittoreschi scorci ricostruiti dai due autori, abituali frequentatori del territorio.

Estate a Green Pond non è solo l'episodio migliore del volume, ma dell'intera miniserie. Racchiude la volontà di presentare settori artistici e grandi nomi del passato (in questo caso, addentrandoci nel mondo della poesia) e riuscendo contemporaneamente a raccontare una vicenda intrisa di nostalgia e amore per le piccole gioie della vita di campagna. Un viaggio lontano dalla città permette a Pippo di scoprire un microcosmo bucolico che in una ventina di pagine lascia un segno nel cuore del lettore e rende molto più profonda la caratterizzazione di uno dei personaggi della serie, svelando alcuni retroscena del suo passato.

A chiudere questo divertente scenario rétro c'è Il rustico cavallerizzo, storia ambientata nel mondo dell'opera, della durata doppia rispetto alle altre. Il cast Disney ancora una volta riesce a piegarsi alla perfezione alla narrazione di storie pensate con toni ben distanti dai loro canoni, ma qui perfettamente adattate a un pubblico di giovani lettori che un giorno potrebbe appassionarsi a determinati filoni artistici.

L'elemento più affascinante del gran finale è il modo in cui viene finalmente presentato Topolino, nominato in ogni storia - ma mai mostrato prima - e qui introdotto in un epilogo che strizza l'occhio agli appassionati Disney, con citazioni e omaggi degni di nota in grado di contestualizzare l'intero affresco di Pippo Reporter, rendendolo un prequel dei fumetti ambientati a Topolinia.

Delle diverse miniserie pubblicate finora sulla collana Definitive Collection, Pippo Reporter è la prima a concludersi, dopo soli quattro volumi. Si tratta di un ottimo prodotto, l'ideale dimostrazione dell'efficacia di queste raccolte, adatte sia al collezionista che vuole conservare in un formato più elegante le storie già viste su Topolino, sia al lettore casuale pronto a scoprire mondi alternativi in grado di sfruttare con efficacia i personaggi disneyani lontani dai loro abituali confini.

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