Kristen, la recensione

Abbiamo recensito per voi Kristen, opera realizzata da Salvatore Vivenzio e Chiara Raimondi, edita da ALT!

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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La Stanza è un collettivo di autori fondato da Salvatore Vivenzio, un movimento giovane che offre ad autori, professionisti e non, la possibilità di esprimere la propria poetica attraverso il medium fumetto. È lo stesso Vivenzio a firmare Kristen, prima opera cartacea de La Stanza pubblicata da ALT! (Associazione Lettori Torresi), coadiuvato ai disegni da Chiara Raimondi.

Kristen è un’attrice bella, sensuale e amante della dolce vita. La dissolutezza che contraddistingue la sua esistenza nasconde ferite ben più profonde che, partendo da un'infanzia travagliata, l'accompagnano anche da adulta. Sin dalla tenera età, infatti, diverse sono le maschere che ha dovuto indossare: figlia amorevole, amante disinibita, donna remissiva e professionista impeccabile. Un’esistenza scandita dai tanti ruoli che Kristen mette in scena nella vita come nel lavoro, consapevole che la molteplicità del suo apparire la conduce in un processo di frammentazione dell’io, di annullamento della propria personalità.

In questa sua nuova prova, Vivenzio offre un lucido ritratto di una donna che si erge a simbolo di una condizione generalizzata, di insoddisfazione che supera i limiti di tempo e spazio per assumere un carattere universale. Non ci sono riferimenti a un’epoca precisa, o a un luogo determinato, il che contribuisce a rendere queste pagine una profonda riflessione non solo sul ruolo della donna, ma, allargando la prospettiva, anche sull’essere umano.

La protagonista, infatti, attraverso un processo di autodeterminazione, riesce a prendere coscienza di sé e della varietà del suo rapporto con gli altri. Durante il suo percorso riabilitativo in clinica cerca di fare chiarezza tra i ricordi che affollano la sua mente e che ancora oggi le procurano grande dolore. In questa molteplicità di rapporti, la realtà perde di oggettività per divenire un fluido organismo in perenne trasformazione. Questa condizione si traduce in tavole in cui il presente narrativo si intreccia con quello onirico, in una sovrapposizione di stati – fisici e mentali – che Vivenzio riesce a ricreare grazie a una prosa convincente.

Il racconto ha una potenza lirica unica e condensa in poche pagine un immaginario che attinge anche alla storia dell’arte, comparando la figura di Kristen a quella di donne immortalate sulla tela da grandi artisti del passato, come l’Olympia di Manet o l’Ophelia di Millais.

Kristen è un dramma umano reso ancora più vivido dalla solida prova della Raimondi. La disegnatrice di Rimini, oltre a regalarci una sua personale – e riuscita – reinterpretazioni dei grandi capolavori della pittura, si fa notare per la delicatezza e l’accuratezza del suo tratto. Il realismo con il quale delinea figure sinuose incanta per la morbidezza delle forme e l’espressività dei primi piani, caratterizzando al meglio la giovane età della Raimondi.

Tra gli obiettivi di La Stanza c’è quello di voler puntare, in primis, al contenuto e poi alla forma. Dopo aver letto Kristen possiamo affermare con certezza che in questo caso contenuto e forma concorrono alla realizzazione di un racconto originale e potente, sia sotto l’aspetto narrativo che visivo.

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