Your Name, la recensione del film
È giunto nei cinema italiani, solo per pochi giorni, Your Name, l'ultimo lavoro di Makoto Shinkai
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Nel 2007 il regista racconta in 5 cm per second, la storia di due compagni di classe legati da una grande amicizia, che, dopo il trasferimento della ragazza in una città lontana, prosegue sotto forma epistolare; i due capiscono di essere innamorati e si incontrano nonostante il viaggio in treno sia complesso e richieda più cambi di linea, ma il loro forte sentimento sopravviverà nonostante la vita li separi ulteriormente.
Mitsuha vive in una cittadina lacustre ed è stanca della sua esistenza in una piccola comunità in mezzo ai boschi. Durante il passaggio di una cometa esprime il desiderio di poter essere un bel ragazzo di Tokyo. Si risveglia dopo aver fatto un sogno particolarmente realistico nel quale ha trascorso una giornata nel corpo di Taki, liceale che vive nella capitale giapponese, a sua volta catapultato a sorpresa nel corpo della ragazza. Presto i due comprendono che non si tratta di sogni e, dopo divertenti analisi delle loro nuove fisicità, cercano goffamente di adattarsi allo stile di vita dell'altro, modificando però le abitudini dell'alter ego con cui si alternano le giornate.
La trama potrebbe sembrare nulla di troppo originale, con uno scambio di persona già pensato da Esopo ne Il topo di campagna e il topo di città o da Mark Twain ne Il principe e il povero, attraverso il quale i due protagonisti si ritrovano immersi in un contesto che li porta a sperimentare uno stile di vita differente. In realtà qui assistiamo a un body swap (letteralmente, scambio di corpo), stratagemma narrativo utilizzato in decine di commedie americane, per il quale magicamente genitori e figli o un uomo e una donna si ritrovano nel corpo dell'altro, dando vita facilmente a situazioni comiche. In Your Name questa condizione già vista più e più volte al cinema diventa originale grazie alla distanza dei due protagonisti e agli intervalli di un giorno in cui ognuno torna nel proprio corpo e cerca di comunicare con l'altro (attraverso un diario o messaggi salvati sul cellulare) per aggiornarsi reciprocamente su cosa è successo e cercare di darsi consigli.
Per mettere in scena le giornate di Mitsuha e Taki, Shinkai si concede una leggerezza che difficilmente si riscontra nei suoi precedenti lavori e i protagonisti hanno un'espressività che evade dalla freddezza con cui il regista aveva sempre caratterizzato i suoi personaggi. Una vicenda all'apparenza semplice viene messa in scena con una ricercatezza artistica di alto livello, con singole inquadrature che sfuggono dalla soluzione più semplice e un montaggio intelligente che in alcune sequenze emula il videoclip musicale, con un avvicendamento forsennato dei due piani paralleli in cui in un paio di minuti viene definito il nuovo status quo, laddove in altri film lo stesso segmento avrebbe potuto occupare una buona metà della pellicola.
La colonna sonora fa un ottimo lavoro nel sottolineare emotivamente le scene e nel definire il ritmo della narrazione, affiancando brani composti unicamente dai tasti di un pianoforte a concitati brani pop - rock.
Ma Your Name non è solamente questo: lo scambio di persona e la simpatica vicenda promossa dai trailer sono soltanto l'inizio di una vicenda più complessa, che sarebbe un peccato svelarvi in questa sede; vi basti sapere che la trama si rinnova di continuo, con cambi di direzione, toni e addirittura genere narrativo che raramente siamo abituati a vedere in un solo film. La ricchezza della storia è in grado di far ridere, emozionare e sorprendere presentando un intreccio che cela molto di più di quanto inizialmente sembri. Si tratta del tipo di film che fa piacere riguardare per goderselo con la piena consapevolezza di quello che accadrà, e l'elevato livello tecnico con cui è stato realizzato rende ugualmente piacevoli anche ulteriori visioni successive alla prima.
Your Name è uno dei migliori film d'animazione degli ultimi anni. I continui paragoni con Hayao Miyazaki sono superflui, visto che il creatore di Totoro e La città incantata rappresenta ormai un approccio classico che è entrato nella storia del cinema; registi più giovani come Makoto Shinkai e Mamoru Hosoda (ai quali si sarebbe potuto affiancare il purtroppo scomparso Satoshi Kon) sono al timone di una new vawe nipponica in grado di sperimentare e offrire prodotti differenti dalle grandi produzioni occidentali, ma in grado di conquistare le grandi platee di tutto il mondo.