Tex 675: L'inferno che urla, la recensione
Con L'inferno che urla, si conclude il trittico di storie di Tex che vedono il ritorno di Yama, il figlio di Mefisto
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
In questo albo, alla magia nera si aggiungono le insidie naturali di un luogo estremo come la Death Valley, la valle della Morte, e il suo Deserto di Pietra, dove si è rifugiato il criminale. In quella landa estremamente inospitale è situato il tempio di Naraka (che in sanscrito significa "inferi") e dove è stata predisposta più di una trappola letale per i nostri eroi.
Mauro Boselli intesse l'intrigante e avvincente trama che, a suon di colpi di scena e astuzie, ci conduce al gran finale della saga mantenendo ai massimi livelli azione e attenzione. La crudeltà spietata e la bassezza del nemico sono contrapposte all'umanità e alla grandezza dei suoi avversari; il tutto è sempre mediato ed equilibrato dalle battute di spirito, dalla saggezza e dalla simpatia unica di Carson. Capelli d'Argento, nelle sapienti mani dello scrittore milanese, si conferma una spalla impareggiabile per Aquila della Notte.