Fantomius vol. 4, la recensione
Il quarto volume della Definitive Collection di Fantomius mostra il ladro gentiluomo alle prese con diverse avventure
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Ne Gli anelli di Cagliostro ritroviamo una classica trama in stile Arsenio Lupin, in cui torna quella che può essere considerata la Fujiko Mine della situazione: la Contessa di Cagliostro, incontrata per la prima volta nel numero precedente. Tra enigmi e tradimenti, il protagonista riesce a mettere le mani sul tesoro desiderato, mentre viene introdotta una minaccia che lentamente si svelerà nel corso del volume.
Di tutt'altra ambientazione è invece Fantomius d'Egitto, in cui i due ladri cercano una miniera d'argento utilizzando un'antica mappa che nel secondo volume avevano scoperto nel vaso di Tutanquackmon rubato al museo. Si tratta di un'avventura più in stile Indiana Jones, che reintegra con furbizia elementi di episodi precedenti, oltre a lanciare la storia successiva con un sorprendente cliffhanger, segno di quanto la trama orizzontale sia ormai una costante in grado di rendere molto più accattivante la cornice attorno alle vicende autoconclusive.
L'unico appunto da fare al volume riguarda gli editoriali, dove l'autore parla degli episodi raccolti in questa uscita e in cui, per l'occasione, realizza uno speciale albero genealogico; si tratta di contenuti extra graditi, ma che avrebbero molto più senso inseriti in coda alle storie, visto che possono rovinare a un lettore che si avvicina a esse per la prima volta diversi passaggi della trama; come pure un colpo di scena costruito dallo stesso Gervasio, nel corso delle diverse puntate, in modo furbo.