Divinity, la recensione

Abbiamo recensito per voi il volume Star Comics contenente la miniserie Divinity, opera di Matt Kindt e Trevor Hairsine

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Divinity, anteprima 01Lo spirito pionieristico degli anni ‘60 che ha spinto l’uomo a puntare lo sguardo verso le stelle e raggiungerle, rivive in questa nuova serie targata Valiant Comics scritta da un autore che in maniera sempre più profonda e decisa sta caratterizzando questo universo narrativo. Stiamo parlando di Matt Kindt e della sua Divinity, opera che focalizza l’attenzione su una new entry come Abram Adams e approfondisce le reazioni del mondo che abbiamo imparato a conoscere nei volumi precedenti di fronte a quella che qualcuno vede come una minaccia e qualcun altro come l’avvento di un nuovo messia, del salvatore.

Facciamo un salto indietro nel tempo: è l'inverno 1941 quando un bambino di pochi mesi viene abbandonato sulla soglia della casa del Ministro degli Esteri russo. Cresce con la famiglia a cui viene affidato, ma ben presto il destino lo priva anche dei genitori adottivi. Le sue doti intellettive e fisiche, però, sono eccezionali e vengono notate dal governo che decide di prendere sotto la sua ala protettiva il giovane Abram e fare di lui un soldato perfetto.

Sottoposto ad allenamenti rigidi e lezioni accademiche, il ragazzo cresce affinando le proprie capacità e preparandosi a quella che sarà la sfida definitiva per la Russia: lanciare un uomo nello spazio per una missione trentennale con la quale raggiungere il limite estremo dell’universo. Mente gli Stati Uniti sono troppo impegnati ad accontentarsi delle briciole - la luna - i russi vogliono cogliere i segreti nascosti oltre i confini della Via Lattea, e, con i dati raccolti a disposizione, vincere la sfida contro gli odiati americani.

Divinity, anteprima 02Sospeso in uno stato di semi-coscienza, Abram sembra perdere ogni speranza finché non incontra l’ignoto che trasforma radicalmente la sua esistenza e lo rende l’entità onnipotente che oggi. Giunto in Australia, sembra voler fondare una nuova società in cui vivere in pace e armonia. Sono davvero queste le sue intenzioni? Cosa si nasconde dietro questo utopistico disegno, forse la volontà di soggiogare l’intera popolazione terrestre? Tanti, troppi interrogativi e punti oscuri sui quali non può soprassedere Unity, squadra di supereroi chiamata ad affrontare una nuova sfida che non si può vincere solo tramite la forza o i superpoteri.

In questo Rinascimento Valiant, Divinity si impone per diversi aspetti che la rendono una delle serie più concettuali e intriganti dell’intero parco testate della casa editrice. Mantenendo inalterata quell’aderenza a una narrazione che tiene ben presente tematiche contemporanee e attuali inserita in un contesto storico preciso e dettagliato, Kindt amplia l’immaginario collettivo con tematiche fantascientifiche e lanciandosi in un viaggio oltre i confini dello scibile tanto visionario quanto credibile e ben costruito.

I primi due capitoli sono narrati in terza persona, attraverso gli occhi di un personaggio che ci offre la sua conoscenza diretta dei fatti. Per gradi veniamo introdotti nel passato di Abram, ne scopriamo i piccoli segreti, le gioie e le sofferenze che hanno caratterizzato il periodo precedente al lancio nello spazio. Diverse sono le linee temporali che con frequenti flashback si intrecciano, senza però far perdere mai chiarezza e immediatezza allo sviluppo della trama, che infatti non risulta né complicata, né appesantita. Come suggerisce lo stesso Kindt, sembrerà di sfogliare un libro, saltando di pagina in pagina, concentrandoci sugli eventi più salienti e fondamentali di quella grande opera che si chiama vita.

Divinity, anteprima 03Arrivati a metà volume, quando ormai l’affresco narrativo ci appare in tutta la sua bellezza, ecco entrare in gioco la squadra Unity, e tutto il carico di azione che Aric di Dacia, Gilad Anni-Padda il Guerriero Eterno, Ninjak e Livewire portano con sé. Di fronte a questa situazione, però, la convinzione di questi soldati vacillerà - come pure la nostra - e si insinuerà il dubbio che Adams non sia un fattore negativo e deleterio per l’esistenza del mondo stesso.

Azione, tematiche sci-fi, toni onirici che si intrecciano con la drammaticità e l’epicità di un personaggio che irrompe sulla scena carico di mistero e fascino magnetico: Kindt si dimostra una garanzia anche quando amplia lo spettro narrativo delle sue opere.

Lo stesso discorso può estendersi anche a Trevor Hairsine, artista dalle indubbie qualità che impreziosisce oltremodo la riuscita del volume. Il suo tratto realistico alterna soluzioni visionarie dal forte impatto, sublimando su carta le idee di Kindt. Fluido, dinamico ed espressivo, Hairsine confeziona una prova superba perfettamente allineata con gli elevati standard qualitativi delle serie Valiant.

Tra le uscite di questo settembre, Divinity si impone per la sua freschezza e per la sua capacità comunicativa in grado di conquistare il lettore, incuriosirlo con un personaggio tanto profondo quanto misterioso, i cui poteri e motivazioni sono tutti da scoprire. Molti punti attendono di essere sviluppati e approfonditi; questa prima miniserie crea infatti il giusto climax con cui far decantare l’interesse e il gusto di appassionarsi alla vita di Abram Adams. Poco altro da aggiungere su questa miniserie che aspetta solo di essere letta, in attesa che giunta in Italia anche il suo seguito: Divinity II.

Divinity, anteprima 04

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