Avengers: Standoff Alfa, la recensione
Abbiamo recensito per voi Avengers: Standoff Alfa, albo d'esordio per il primo crossover della Nuovissima Marvel
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Stiamo parlando di Standoff, saga che coinvolgerà le principali testate degli Avengers e quella di Capitan America in un'altalena di emozioni e colpi di scena che saprà conquistarvi per il taglio maturo e fanta-politico garantito dall'attenta e lucida gestione di Nick Spencer. Ma procediamo per gradi, non lasciamoci trasportare dall'urgenza di trasmettere l'enorme portata delle due storie contenute in Avengers: Standoff Alfa, volumetto edito da Panini Comics.
Questo l'antefatto dal quale prende il via Avengers Standoff: Benvenuti a Pleasant Hill. Entrare troppo nel dettaglio significherebbe svelare i tanti colpi di scena che vi stordiranno durante la lettura di questi emozionanti primi due capitoli. Azione, scontri ideologici e il ritorno di villain che si pensava scomparsi caratterizzano le 72 pagine che compongono il volumetto: pagine in cui non ci sono attimi di pausa, né abbassamenti di tensione.
L'irrisolta questione del controllo delle vite altrui e del machiavellico "il fine giustifica i mezzi" prorompono in una storia Marvel con piglio e decisione: come già successo in Civil War, questi temi vi spingeranno a prendere una posizione netta di apertura o chiusura verso i singoli personaggi, che potrebbero uscire stravolti da questa storia. Geniali alcune soluzioni di Spencer che evidenziano l'incapacità e il fanatismo di certi collaboratori della Hill; limiti umani che potrebbero mettere in serio pericolo l'equilibrio che proprio lo S.H.I.E.L.D. dovrebbe difendere. Sapiente anche la gestione dei diversi momenti della narrazione, in cui azione e colpi di scena si alternano a fasi ricche di spunti e approfondimenti che vi permetteranno di cogliere i diversi livelli di lettura di questo Standoff.
Se il nome di Spencer è garanzia di una storia solida e forte, altrettanto sicura è la prova che ci regalano Mark Bagley e Jesus Saiz. Il primo è un decano degli artisti Marvel, il quale dopo una fase iniziale legata a Spider-Man, ha prestato la sua arte a quasi tutti i personaggi della Casa delle Idee, riuscendo a valorizzarli e offrici la sua personale visione. Il suo tratto, una via di mezzo tra realistico e cartoonesco, ben si adatta ai toni patinati di certe scene ambientate a Pleasant Hill, sempre dinamico e fluido anche nelle fasi concitate della narrazione: una prova ispirata e convincente, a riprova del talento di un artista poco valorizzato dai piani alti della Marvel.
Saiz, invece, dopo una vita alla Distinta Concorrenza, passa a disegnare personaggi nuovi e lo fa con una bravura e una sicurezza davvero notevoli. Il suo tratto ben si amalgama con quello di Bagley, creando una continuità grafica che dona omogeneità al brossurato. L'artista spagnolo è inoltre dotato di uno stile più realistico e spigoloso, cosa che conferisce maggiore espressività in certi passaggi salienti della storia.
La sfida importante che adesso attende Standoff è quella di riuscire a mantenere vivi gli stessi toni e lo stesso carattere maturo, anche quando il testimone passerà in mano ad altri team creativi. Sovente, infatti, le buone idee e lo sviluppo di trame che prevedono vari tie-in perdono lo spirito primigenio facendo registrare passaggi a vuoto che vanno a inficiare la resa finale. Come detto in apertura, se il buongiorno si vede dal mattino non possiamo che attendere fiduciosi l'evolversi di questo crossover. Appuntamento sulle pagine di Agenti dello S.H.I.E.L.D. 1, secondo capitolo di quest'avvincente epopea Marvel.