The Valiant, la recensione
Abbiamo recensito per voi The Valiant, volume Star Comics che raccoglie la miniserie scritta da Jeff Lemire e Matt Kindt per le matite di Paolo Rivera
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Questo l'incipit narrativo di The Valiant, miniserie in quattro numeri che lancia l'universo narrativo Valiant in una nuova fase caratterizzata da importanti e radicali cambiamenti di status quo per alcuni dei suoi protagonisti. Un team creativo straordinario composto da Jeff Lemire e Matt Kindt ai testi e Paolo Rivera ai disegni realizza un’opera dallo sviluppo lineare, immediata e di facile comprensione anche per chi non ha mai letto nulla di questa realtà editoriale, ma in grado di conquistare anche il lettore veterano grazie ai diversi livelli di lettura di cui è composta.
Se il primo capitolo crea il giusto climax per entrare in empatia con la narrazione, i successivi tre sono una corsa contro il tempo per trovare un'arma che impedisca al Nemico Eterno di trionfare ancora, la ricerca di un chiave che risolva questo rompicapo e fornisca al Guerriero Eterno il modo per sconfiggere (definitivamente?) il male. Ben presto, però, una battaglia all'ultimo sangue scoppierà e ognuno sarà pronto a sacrificare la propria vita per la vittoria finale. Un crescendo di emozioni, suspense e thrilling che vi terrà incollati alla lettura dalla prima all'ultima pagina, senza cali di tensione o battute a vuoto. Ogni segmento narrativo si innesta alla perfezione nel grande affresco realizzato da Lemire e Kindt, e viene gestito con il giusto ritmo.
Ma The Valiant non è solo un ottimo fumetto d'azione. Diversi sono gli spunti di riflessione e approfondimento disseminati lungo le pagine che arricchiscono un’opera già bella e funzionale. Il primo, immediato, è senza dubbio l'ennesima rilettura della dicotomia bene/male. Messe da parte tutte le divergenze, le forze positive del pianeta si schierano contro il male: buoni contro cattivi, ma questa volta i cattivi non bramano il dominio del mondo o la ricchezza; la malvagità si annida tra di noi, ha le fattezze delle nostre paure, le alimenta portandole alle estreme conseguenze e annichilendo la nostra vita. Non è un nemico tangibile da prendere a botte o abbattere con astuzia, bensì lo spettro accompagna le nostre giornate, dall'uomo nero che tormentava le nostre notti insonni, all'ansia di perdere il lavoro, un caro, l'amore. Una presenza che non si può eliminare, ma con la quale bisogna imparare a convivere e affrontare, in uno scontro quotidiano che ci vede ora soccombere, ora trionfare.
Allo stesso tempo dobbiamo imparare ad accettare il nostro destino, senza opporci o recriminare. In questo senso è interessante seguire la vicenda che lega Bloodshot e Kay: per motivi diversi entrambi hanno visto la propria vita stravolta da eventi che vanno oltre la loro comprensione. Eppure, messi alle strette dalle vicende narrate in questo volume, saranno costretti a un profondo lavoro introspettivo che li spingerà ad abbracciare la loro natura e avanzare a testa alta. Non si può non applaudire alla splendida gestione che gli autori fanno di questo cast ampio e variegato. Tematiche cariche ai due autori come il rapporto padre-figlio (Lemire), l'analisi introspettiva (Kindt), o l'accettazione della propria diversità fanno capolinea tra queste pagine e trovano la giusta esaltazione nella prova al tavolo da disegno di Paolo e Joe Rivera.
Dinamicità, espressività e immediatezza sono gli elementi che contraddistinguono il lavoro dell'ex disegnatore di Daredevil lungo tutto il volume. La storia corale non sembra essere un problema per il duo che non perde mai la capacità di caratterizzare e differenziare nelle singole immagini i vari personaggi. Questo permette al lettore di entrare subito nel vivo della narrazione, di cogliere le molteplici sfumature della scrittura, enfatizzandone i momenti topici con soluzioni a tutta pagina. Lungo questi quattro capitoli gli artisti prediligono uno schema regolare della tavola, ma dinamico nelle dimensioni delle vignette. I momenti più introspettivi, in cui l’azione viene sostituita da dialoghi fiume, hanno tutto una griglia più fitta e giocano molto su primi piani e gestualità del personaggio evidenziandone la componente umana. Uno stile realistico e asciutto, che non ama appesantirsi con inutili orpelli ma che arriva subito al dunque, presentandoci la scena in tutta la sua drammatica essenza.
In conclusione, questo volume ci conferma la sempre crescente qualità delle testate Valiant e l’ottima gestione che un team di autori dalle indubbie qualità fa di un roster di personaggi interessanti e appassionanti. The Valiant è l’ennesimo esempio di come il fumetto seriale possa - e debba - essere intrattenimento di qualità, capace di ammaliare sia per la sua veste grafica, sia per una scrittura avvincente, emozionante, adrenalinica, capace di offrire interessanti spunti di riflessione. In questo momento storico del fumetto supereroistico non possiamo non compiacerci per la scelta operata dalla casa editrice di puntare su poche testate, ma tutte di ottima qualità (oltre ad applaudire Star Comics per aver riportato in Italia questo universo narrativo). The Valiant è la quintessenza di questa scelta. Da leggere.