Eric Powell parla di Hillbilly e aggiorna sul film di The Goon
Dopo The Goon, Eric Powell presenta al pubblico Hillbilly, un fumetto fantasy ambientato sui monti Appalachi...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Benvenuti nell'ultima creazione di Eric Powell, la nuova serie Hillbilly, che l'autore di The Goon ha cominciato a pubblicare lo scorso giugno a cadenza bimestrale con la sua rilanciata etichetta autoprodotta Albatross Fairbooks. Il protagonista è Rondel, l'uomo senza occhi, maledetto da terribili visioni e impegnato a liberare il mondo da demoni e streghe, in un fumetto caotico, ricco di dramma e umorismo nel caratteristico stile dell'autore.
Hillbilly presenta molti luoghi misteriosi, con una ricca mitologia sulla magia oscura. Ti sei basato su qualche storia folcloristica esistente o è principalmente un intreccio di miti e leggende?
Entrambe le cose. Ci sono elementi che provengono dal folclore degli Appalachi, ma mi sono soprattutto dedicato a creare un nuovo universo fantasy, inserendo tutto ciò che mi sembrava appropriato all'atmosfera e coerente con la mitologia degli Appalachi. La Bibbia gioca un importante ruolo, perciò Satana e le streghe sono degli ovvi avversari da inserire.Per essere un grosso misterioso personaggio che vive tra i monti selvaggi, Hillbilly - o Rondel, quando scopriamo il suo nome - svela molto del suo passato nel primo numero, vero?
Ah! I lettori dovranno pur scoprirlo in qualche modo! Ma chi dice che sia la verità? O solo parte di essa?
Ben detto. Ci sono molti misteri in questo mondo: ad esempio il destino della strega Eldora o le origini di Lucille, l'orso parlante amico di Hillbilly. Hai un progetto a lungo termine per questa serie?
Ho una visione d'insieme di questo mondo. So qual è la macro-trama che coinvolge Rondel, ma queste storie saranno tanti fumetti autoconclusivi, preferisco il formato del racconto breve. Questo non significa che non rivelerò nulla della storia o che non le collegherò tutte tra loro. Voglio mostrare alcuni quadri della vita di Rondell, piuttosto che raccontare una saga lineare e definita.
Adoro la Mannaia del Diavolo, ha una grande potenza visiva. Quant'è importante avere la giusta iconografia visiva per dare vita al tuo mondo?
Per me è incredibilmente importante. Nei fumetti, devi avere quel segnale visivo che imprima una vera impronta, qualcosa di simbolico che si distingua, come il ritornello accattivante di una canzone. La Mannaia è Excalibur. Doveva avere l'aspetto giusto, non volevo essere troppo estremo, come in alcuni videogiochi fantasy dove gli eroi hanno spade lunghe cinque metri che sembrano il logo di una band metal. Doveva essere qualcosa di semplice - era soltanto una lama, non doveva essere speciale - ma allo stesso tempo non volevo apparisse come un'ordinaria mannaia. Penso di aver raggiunto il mio scopo. Ha uno stile grezzo, ma è anche un po' strana. Ci sono alcuni segreti sulla mannaia che saranno svelati ai lettori nei prossimi numeri.
Quando ti è nata questa idea e cosa ti ha spinto a realizzarla ora?
È rimasta nel mio sketchbook per almeno dieci anni. Era uno di quei progetti "Sì, prima o poi lo realizzerò". Appena ho capito di dover dedicarmi a qualcosa di diverso da The Goon, è stato il primo progetto su cui volevo concentrarmi, aveva aspettato fin troppo.
Nonostante le atmosfere demoniache e spaventose, Hillbilly è una storia d'avventura fantasy. Hai citato l'esempio della Mannaia come Excalibur, ma ci sono altri elementi caratteristici del fantasy che hai adattato all'ambientazione negli Appalachi?
Sì, vuole essere soprattutto una storia fantasy. Ci saranno di sicuro elementi orrorifici, è ciò che sono abituato a disegnare, non posso farci nulla. Ma lo farei rientrare senza dubbio nel genere fantasy, con storie tipiche di questo stile, ma con qualche cambiamento.
Perché per questo fumetto sei tornato all'autoproduzione?
Perché sono testardo e forse anche stupido. Ci sono un sacco di ragioni, ma la principale è la mia curiosità, volevo vedere cosa sarebbe successo se avessi provato a costruire da solo un mio progetto, senza affidarmi a qualcun altro. Fortunatamente ho dei fan molto fedeli che mi permettono di provare cose come questa, se non mi seguissero in tutto ciò che faccio non avrei mai potuto provare qualcosa di simile.
Albatross Funnybooks lavora anche con altri autori, o per ora si occupa solo delle tue opere?
Mi sto attrezzando per pubblicare i lavori di altri artisti. Un paio di progetti usciranno appena i loro autori li finiranno, ma nulla di cui parlare al momento. Per il primo anno comunque la maggior parte sarà roba mia. La ragione principale è che lavoro per me stesso a un basso prezzo; come tutte le startup, il primo anno è sempre il più difficile. Stiamo operando con un budget ristretto fino a quando i primi prodotti non apriranno la strada. Ma da un paio di mesi stiamo ricevendo le prime ordinazioni e sono abbastanza soddisfatto. Penso di essere in una situazione favorevole.
Cosa possiamo aspettarci per The Goon, sia per i fumetti che per il film?
La miniserie Once Upon a Hard Time ha concluso il fumetto, ma sto lavorando a uno spin-off intitolato Lords of Misery. Mi sto prendendo il tempo necessario a scriverlo e a capire in che formato voglio presentarlo.
Il film sta proseguendo. Tim Miller ovviamente ha più attenzione addosso dall'uscita di Deadpool, ma speriamo possa superare gli ultimi ostacoli. Penso che lui sia più ottimista che mai sulla possibilità che il progetto arrivi a compimento e questo mi trasmette una timida speranza.
Con questa nuova serie a fumetti e uno spin-off di The Goon, c'è spazio per qualche altro tuo progetto?
Abbiamo diverse cose in programma alla Albatross. Le anteprime non sono ancora state diffuse perciò non ne parlerò ancora, ma tenetele d'occhio. Inoltre Dark Horse sta dedicandosi alla versione da libreria di The Goon, è un ottimo modo di avvicinarsi al mio fumetto per chiunque non lo avesse mai letto.
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Fonte: Comic Book Resources