Chrono Don Rosa #15: Sua Maestà de' Paperoni

Sua Maestà de' Paperoni: Don Rosa trasforma lo Zione in un monarca, ma la vera chicca sta nella storia delle origini di Paperopoli!

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Con questa storia datata 1989 Don Rosa definisce una volta per tutte le origini della città dei Paperi, la capitale dello stato del Calisota, Paperopoli; inoltre fornisce indizi fondamentali sul suo fondatore: il mitico Cornelius Coot, citato per la prima volta da Carl Barks in Paperino e il Maragià del Verdestan (Statuesque Spendthrifts, 1952) e che - proprio grazie al famoso albero genealogico redatto da Rosa - sappiamo essere nientemeno che il nonno di Elvira Coot, meglio conosciuta come Nonna Papera, e quindi ascendente diretto di Paperino e dei nipotini.

Il fumetto si apre con Zio Paperone che in risposta alle lamentele dei suoi dipendenti circa il freddo che c’è al deposito - cosa che non stupisce, considerato che la cassetta della legna per la stufa è vuota - decide di tagliare un vecchio ceppo presente sulla Collina Ammazzamotori.

Raggiunto dai nipoti in visita, i paperi scoprono che nel legno dell’albero, coperta dalla corteccia, c’è una targa bronzea risalente al 1579 che ricorda la presa di possesso della collina - e del territorio che in seguito sarebbe divenuto la città di Paperopoli - da parte di Sir Francis Drake, per conto della regina Elisabetta I d’Inghilterra!

Drake di Don Rosa

Zio Paperone sapeva, ovviamente, di aver costruito il deposito lì dove sorgeva il vecchio Forte Paperopoli. Ciò che ignorava era che non era stato edificato nell’800 da Coot… ma ben tre secoli prima da Sir Francis Drake!

Lo Zione è preoccupato: ha acquistato la collina da Casey Coot, come abbiamo già visto in L’ultima slitta per Dawson. Ma era sicuro, il fratello di Nonna Papera, di possedere davvero il terreno? L’unico modo per esserne sicuri è dirigersi alla Coot Memorial Library e consultare i documenti dell’epoca. Dalla lettura del diario del fondatore, i paperi scoprono che la collina fu ceduta a Coot dagli inglesi in fuga durante un assedio delle truppe spagnole. E Coot riuscì, a sua volta, a mettere in fuga gli spagnoli offrendo loro del… popcorn: il mais scoppiettante spaventò a morte i soldati, che non fecero più ritorno al forte!

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Trent’anni più tardi la Spagna avrebbe poi ceduto agli Stati Uniti l’intera zona, che sarebbe diventata parte dello stato del Calisota, ma gli spagnoli non avevano mai conquistato il forte. Morale? La Collina Ammazzamotori non fa parte degli Stati Uniti d’America, ma è una nazione indipendente governata da… Sua Maestà Paperon de' Paperoni!

Da questo momento in poi, l’autore si diverte a portare alle estreme conseguenze il concetto su cui ha costruito la sua storia. In quanto nazione indipendente, McDuckland non dovrà più pagare tasse agli Stati Uniti, e il suo… “sovrano” chiederà anzi gli arretrati di cinquant’anni di imposte.

Ma, per contro, viene istituita la dogana tra Paperopoli e la collina, vengono indette tasse di esportazione folli verso la nuova nazione. E, soprattutto, i Bassotti sono ora un esercito di invasori verso cui nulla può la polizia di Paperopoli.

Il sindaco, a colloquio con il nuovo re, ammette che la restituzione delle tasse manderà in rovina la città, ma si impegnerà a portarla a compimento. Per Paperone, che fino a quel momento aveva resistito alla guida del regno, è troppo. Sappiamo, fin dai tempi della barksiana Zio Paperone e la Stella del Polo del “cuore d’oro” del miliardario e una volta ancora dimostra di averlo fingendo che si tratti di un incidente, brucia l’atto di vendita della collina. E afferma che la placca bronzea di Francis Drake, unica altra prova dell’indipendenza dagli States della Collina Ammazzamotori, sia stata fusa per forgiare… la sua corona!

Il territorio su cui sorge il deposito torna quindi ad essere parte di Paperopoli, del Calisota e degli Stati Uniti. E la placca bronzea? Fa da piatto per i semi che lo zione dispensa ai piccioni che si affollano alla sua finestra. E speriamo che i dipendenti non lo vedano: potrebbero pensare che stia diventando… troppo buono!

D.U.C.K. HUNT

L’omaggio all’Uomo dei Paperi è sempre nella tavola di apertura, nascosto tra setole della scopa in mano a Zio Paperone.

Impossibile non citare, riguardo agli omaggi, che la versione “papera” di Francis Drake esordita con Don Rosa in questa storia, è stata ripresa solo qualche mese fa da Marco Gervasio all’interno del suo ciclo di storie Le strabilianti imprese di Fantomius.

Ambientate negli anni Venti e con protagonista il ladro gentiluomo dal cui diario avrà i natali Paperinik, Gervasio è da sempre molto attento a inserire le sue storie nella cronologia delineata da Rosa, tanto da aver mostrato le sorelle di Paperone in L'ottava meraviglia del mondo e successivamente proprio Drake in Il tesoro di Francis Drake.

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CHRONO DON ROSA:

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