Topolinix e lo scambio di Galli, la recensione
Tito Faraci e Silvia Ziche reinventano gli irriducibili Galli in salsa disneyana nella storia Topolinix e lo scambio di Galli...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
La storia scritta da Tito Faraci inizia presentando un versione alternativa dell'universo narrativo gallico, in cui vediamo il celebre villaggio circondato da quattro accampamenti romani con nomi in grado di strappare un sorriso agli amanti del fumetto disneyano. Addentrandoci tra le capanne incontriamo Basettonix, Manettix, Minnix e altri volti conosciuti in vesti differenti; purtroppo, a differenza di recenti parodie Disney, il processo di casting sembra esser stato abbastanza affrettato e basato soprattutto sulle fisicità dei personaggi piuttosto che sul loro carattere o sul loro ruolo. Vediamo quindi un perfido Gambadilegnix nei panni di Obelix, in un legame forzato con numerosi bisticci, mentre Pippix è il druido goffo e incapace che non riesce minimamente a eguagliare la bravura del saggio Panoramix. Da questo punto di vista siamo alle prese con una parodia più leggera e meno studiata rispetto a operazioni simili viste su Topolino negli ultimi anni, dove i personaggi sfruttavano al meglio le proprie potenzialità in ruoli forse meno immediati ma che grazie al talento dell'autore si rivelavano molto appropriati.
Topolinix e lo scambio di Galli segue la struttura della prima avventura del fumetto di René Goscinny e Albert Uderzo, vale a dire Asterix il Gallico, con i tre protagonisti catturati dai romani. La sostanziale differenza, in cui si scopre il setting differente rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare dalle premesse iniziali, è che il villaggio di Asterix esiste in questa storia - anche se mai mostrato - e Topolinix viene mandato con Pippix e Gambadilegnix in missione per recuperare la pozione magica del druido Panoramix. I romani però li intercettano, scambiandoli per Asterix e Obelix, e costringono Pippix a preparare la pozione magica, con esiti decisamente disastrosi, ripescati da sequenze simili presenti in albi del celebre fumetto francese.Il problema principale di questa parodia è il suo essere fin troppo simile all'opera originale, fallendo nel tentativo di sorprendere il lettore che già conosce Asterix, mentre il giovane neofita avrà solo un assaggio superficiale di questo universo narrativo. Silvia Ziche grazie alla sua espressività riesce a rendere simpatici i personaggi, anche se alcuni di questi non recitano al meglio delle capacità della disegnatrice, da sempre più a suo agio con un cast di paperi.
È un peccato perché questa sembra quasi una storia pensata da qualcuno che conosce marginalmente i personaggi di Goscinny e Uderzo, ma siamo sicuri non sia così per Faraci. Ci sarebbe piaciuto veder giocare i personaggi con elementi anacronistici o situazioni di satira sociale, aspetti sempre presenti negli albi di Asterix; giunti al finale della storia c'è poi un ulteriore rammarico, nel constatare l'assenza del tipico banchetto attorno al fuoco, il classico epilogo di ogni avventura gallica che si rispetti.