Kurt Busiek celebra i 20 anni di Astro City con il ritorno di Samaritan

20 anni di Astro City e Kurt Busiek si prepara a un nuovo ciclo con una storia del personaggio che diede vita a tutto quanto: Samaritan

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Sono passati ben vent'anni suonati dall'esordio di Astro City, uno dei fumetti americani più importanti e celebrati degli anni Novanta, capace di portare un'atmosfera retrò, sospesa e introspettiva al supereroismo dell'epoca, fatto da un lato di personaggi muscolari (sia in senso fisico che metaforico) e dall'altro di atmosfere spesso oscure e dark.

Kurt Busiek, con la sua città di supereroi fuori dal tempo e costantemente alla ricerca di se stessi, diede un'impronta fondamentale al genere per gli anni a venire e, soprattutto, consegnò al mercato e ai lettori un prodotto diverso e inaspettato, la cui influenza non ha ancora smesso di increspare le acque del fumetto americano, un capolavoro che tutti gli appassionati dovrebbero leggere.

L'autore, in occasione di questa ricorrenza, ha deciso di tornare al personaggio protagonista del primo numero di Astro City. Samaritan, il campione per eccellenza della città, fa infatti il suo ritorno sul numero #26 della serie, in uscita questa settimana. Kurt Busiek e Brent Anderson, co-creatori del titolo insieme ad Alex Ross, sono stati intervistati sull'argomento da Newsarama. Ecco il meglio di quel che hanno condiviso:

Astro City 26Busiek - Come fai a celebrare una ricorrenza con un numero per nulla tondo come il #26? L'idea è venuta a me e ad Alex Ross mentre facevamo ipotesi per la copertina: il modo migliore era tornare alle origini. Abbiamo iniziato con il racconto del sogno di giustizia di Samaritan e oggi lo riprendiamo. Che ne è di quel sogno vent'anni dopo? Credo che sia la miglior storia possibile per onorare i vent'anni passati e fare un passo verso il futuro della serie.

Quel sogno è cambiato. Sia perché il fumetto di supereroi è diverso rispetto al 1995, sia perché lo è il mondo reale. E noi con loro. Ai tempi io e Brent eravamo sposati da poco, senza figli. Lui stava rientrando nell'industria del fumetto e io avevo i miei primi successi alle spalle. Ora siamo vecchi, lavoriamo insieme da una vita e siamo in pace con le nostre lacune e con le nostre capacità.

Nel frattempo è cambiato il nostro settore. Probabilmente anche per l'influenza di Astro City e altri fumetti, il genere dei supereroi è diventato molto più riflessivo. Quindi il contesto è diverso e non siamo più un prodotto totalmente fuori dal coro.

Anderson - Venti anni fa, Astro City rappresentava una prospettiva nuova e del tutto inedita sulla figura dei supereroi: era una novità. Oggi fa successo perché è considerato un fumetto di vecchia scuola. Non è ironico? Siamo passati dall'essere innovativi a essere un classico. Ma i fan sono ancora qui con noi, quindi non mi lamento.

Astro City 1Busiek - Dicevo a Scott McCloud tanti anni fa che il mondo del fumetto, in particolare quello mainstream, è come lo stato del Wyoming. Tutti vivono nella città di Cheyenne, concentrati attorno ad essa. Poi arriva qualcuno come Frank Miller, o Chris Claremont prima di lui, va in un'altra direzione e dice a tutti che non è il caso di ammassarsi nello stesso posto in eterno. E quelli si accorgono che, in effetti, ci sono altri percorsi, altri luoghi da esplorare.

Il che non significa che qualcuno apre una strada e tutti noi possiamo seguire quella via. Per me è l'esempio di come ognuno possa invece andare nella propria direzione, come hanno fatto Miller e Claremont ai tempi. Ecco perché ancora oggi cerco di rinnovare l'idea originale di Astro City, che più o meno voleva rispondere a questa domanda: "Che cosa significa vivere in un mondo come questo, pieno di supereroi, e che cosa avrebbe da dire la gente del mondo reale?"

Quel che vogliamo fare con Astro City non è scrivere storie diverse dagli altri, ma diverse dal nostro passato. Non siamo preoccupati dalla prospettiva che qualcuno ci confonda con un fumetto dei Vendicatori. Mi importa fare cose nuove e proporre il miglior fumetto possibile ai lettori.

I due hanno spiegato che ci sono moltissimi nuovi personaggi in cantiere, che si uniranno al cast coloratissimo e variopinto della serie. Il che non implica solo eroi in costume, ma gente priva di poteri e altrettanto importante. Busiek ha chiarito di sentirsi nel mezzo della seconda era di Astro City, iniziata con la fine dello storyarc L'Età Oscura. Ecco perché le ultime storie si sono spesso concentrate su personaggi che si sentono in qualche modo rimpiazzati. Il sogno di Samaritan andrà nella stessa direzione.

ASTRO City Variant CoverBusiek - Abbiamo deciso di confrontarci con un argomento di cui di solito i fumetti non vogliono parlare. I nostri personaggi sono vent'anni più vecchi rispetto ai loro esordi. Indagare i cambiamenti subiti nel mondo attorno a loro e il modo in cui si adattano alla cosa significa farsi domande in generale sull'umanità, sull'invecchiamento, su quel che ci passa per la testa quando si presenta una crisi e una generazione diventa... irrilevante. E Brent sta facendo un lavoro enorme, perché gli tocca invecchiare visibilmente i personaggi.

Anderson - Lasciatemi dire che è stata un'esperienza magnifica lavorare per vent'anni con Kurt. Mi ha dato l'occasione di innamorarmi di nuovo di ogni singolo personaggio creato assieme e di esplorarlo sin nel profondo. Astra, ad esempio, della Prima Famiglia, l'ho disegnata la prima volta che era una ragazzina. Poi ne abbiamo raccontato il diploma al college, abbiamo scoperto chi era e chi era diventata. Mi sento quasi un padre che vede crescere la propria figlia. Queste cose non accadono spesso con altri supereroi.

In conclusione, una domanda a Kurt Busiek sulla possibile versione cinematografica di Astro City:

Il progetto annunciato a suo tempo è completamente morto. Il produttore con cui stavo lavorando ha avuto problemi seri di salute. Ma ci sono stati altri interessati ad Astro City, in crescente aumento. Fare accordi a Hollywood è un supplizio di Sisifo, non si finisce mai. Quindi, dopo il primo tentativo, ce ne sono stati altri e tutti sono falliti.

Ora qualcosa si muove, anche con grande convinzione, ma non posso essere più specifico, perché stiamo camminando sulle uova e in ogni momento rischia di saltare tutto. L'interesse è vivissimo e ho garanzie che, se anche questa volta dovesse andare buca, ci sarebbe qualcun altro pronto a tentare.

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Fonte: Newsarama

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