Xbox Series X, i miei primi giorni insieme alla nuova console di Microsoft | Speciale

Quali emozioni e sensazioni ci ha regalato Xbox Series X in questi primi, emozionanti, giorni di utilizzo intensivo?

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Che sia stata profusa estrema cura e attenzione nella creazione, progettazione e conseguente lancio sul mercato di Xbox Series X, lo si intuisce sin da quando si apre la confezione in cui è custodita e riposta la nuova console di Microsoft.

Tralasciando facili, infantili ed inutili frecciatine a chi, per un motivo o l’altro, ha preferito affidarsi a semplici pezzi di cartone per garantire l’integrità dell’hardware, la casa di Redmond ha optato per una soluzione particolarmente elegante, un vero e proprio scrigno che, aprendosi, svela sin dal primo sguardo il prezioso contenuto, esposto in bella vista, senza alcun bisogno di farsi strada tra intricati imballaggi e pannelli di polistirolo.

Una tale ricercatezza si sposa benissimo con le forme e il colore dello chassis. L’effetto ottico della griglia superiore, responsabile dell’apparizione e sparizione, a seconda del punto di vista, di una sorta di sfera verde che in realtà non esiste, è solo la prima delle qualità estetiche che vengono apprezzate sin dal primo sguardo.

Le linee nette e prive di alcun fronzolo, tracciano i contorni di un oggetto che ricalca il concept dell’originario modello di Xbox One, riproponendo l’accattivante colore nero opaco, quasi un grigio molto scuro, che fu già di Xbox One X. Sebbene i maniaci del pulito passeranno molto tempo a rimuovere le tracce di impronte sulla scocca, il materiale utilizzato è bellissimo ma si sporca con una facilità disarmante, è indiscutibile che ci troviamo di fronte ad una console dotata di carattere, che non sfigurerà affatto nei vostri salotti.

Naturalmente non esistono compromessi quando si tratta di come posizionarla: Xbox Series X va esposta in verticale, così da dare un senso alla base presente su un lato, elemento che concorre a renderla ancora più sgraziata se sdraiata. Ho dovuto smontare un ripiano del mobile su cui poggia il televisore dove gioco per farcela stare, operazione che ha compromesso la perfetta simmetria tra i vari scompartimenti, ma si è trattato di un sacrificio di poco conto, se paragonato al vantaggio di poter ammirare costantemente una console così elegante eppure al tempo stesso discreta.

Se non ci fosse l’icona Xbox sull’angolo alto a sinistra ad illuminarsi, si faticherebbe a capire quando la console è effettivamente accesa. Al primo avvio, memori delle ventole impazzite degli hardware di passata generazione, soprattutto di PlayStation 4 con certi giochi, si resta ammaliati nel non sentire il minimo rumore. La gigantesca ventola svolge il suo lavoro perfettamente, dimostrando tutta la bontà del progetto ingegneristico effettuato a monte dai responsabili di Microsoft.

L’unico suono prodotto mentre si naviga per la prima volta nella dashboard, ma anche mentre si gioca credetemi, è dovuto alla pressione dei pulsanti e della croce direzionale del nuovo pad. Nuovo, a dirla tutta, è un parolone, perché se dall’altra parte della barricata si è preferita una rivoluzione totale, e forse era anche l’ora visti i limiti palesati in tutti questi anni dalla famiglia Dualshock, Microsoft ha scelto la strada della continuità, con un pad assolutamente familiare, potenziato e corretto laddove era necessario.

Più piccolo nelle dimensioni, ma anche più pesante, la superficie porosa che ne caratterizza la superficie garantisce una presa salda e comoda. Trigger e dorsali sono più facili da raggiungere. La croce direzionale, ereditata dall’Elite Controller, impressiona immediatamente per la precisione e restituisce un feedback al tatto estremamente soddisfacente e godurioso. Il pulsante per condividere al volo, finalmente, screenshot e video facilita la vita, ma durante le prime sessioni di gioco lo premerete per sbaglio di continuo, posizionato com’è a metà strada tra due pulsanti che per un motivo o l’altro vengono chiamati in causa spesso.

Non c’è l’effetto sorpresa, non si ha la sensazione di aver compiuto un netto salto generazionale, soprattutto considerando la vibrazione, praticamente identica a quella già sperimentata su Xbox One, ma il primo contatto è certamente soddisfacente e galvanizzante.

Un discorso assolutamente simile lo si può fare con la dashboard e con lo store digitale, identici in tutto e per tutto a quelli che già conosciamo bene, ulteriore segno che l’interesse primario di Microsoft sia quello di creare un ecosistema riconoscibile e uniforme, piuttosto che ammaliare forzatamente con effetti speciali che, tuttavia, correrebbero il rischio di compromettere qualcosa che, all’atto pratico, funziona già bene.

Certo, bisogna sistemare sin dal primo avvio di Xbox Series X la home, così da rendere più facilmente raggiungibili alcune funzionalità, ma anche i neofiti, superato l’iniziale disorientamento per i molteplici menù a scomparsa che è possibile richiamare, si accorgeranno presto dell’elevata efficienza del sistema operativo.

Si, perché sebbene il Quick Resume, ora come ora, funzioni solo con alcuni giochi, la lista è in costante aggiornamento, testimonia anche in questo senso la bontà del progetto, oltre che la voglia ed il preciso desiderio di non intralciare il divertimento del giocatore, al centro di un bioma che offre tantissimo.

Al di là del binge gaming convulsivo, incentivato dal catalogo mastodontico di Game Pass, si apprezzano tutti i lati positivi di questa feature non appena si viene contattati da un amico, entusiasta nel proporci un Assalto su Destiny 2, proprio mentre ci stavamo godendo i meravigliosi panorami bidimensionali offerti da Ori and the Will of the Wisps. Senza alcun bisogno di trovare un checkpoint, senza nessuna necessità di chiudere il software, una volta completata l’impresa nei panni del proprio Guardiano, si può riprendere l’avventura a base di piattaforme e backtracking esattamente dove la si era lasciata, senza schermate di caricamento ad intralciare l’azione.

Le attese, del resto, sono minime anche quando si gioca. Pur privi, al momento, di titoli che possano davvero definirsi next-gen, capaci quindi di mettere in difficoltà il nuovo hardware, con Gears 5 e Forza Horizon 4 si fatica a contare i secondi trascorsi ad attendere il caricamento del gioco. Tra effetti luce rinnovati, lo splendore del 4K e, soprattutto i 60fps costanti, è difficile spiegare il salto generazione grafico, a chi finora si è basato esclusivamente su screen e video su YouTube.

Il rudimentale (volutamente, beninteso) Fortnite su Xbox Series X è un autentico spettacolo, con un unico aggettivo, tra l’altro inglese, capace di descrivere l’esperienza: smooth. Ruotare la telecamera, muovere il personaggio, aprire il fuoco: tutto è “morbido”, liscio, naturale. Niente più scossoni, insomma, tanto più evidenti se avrete l’ardire di tornare indietro, dopo un solo assaggio della nuova console di Microsoft.

Xbox Series X, in questa prima settimana di intensivo utilizzo ci ha totalmente conquistati. In fase di presentazione sarà mancato l’effetto sorpresa per comparti grafici che puntano non tanto e non principalmente sul fotorealismo, quanto su prestazioni eccellenti in ogni situazione; di sicuro manca una killer application al lancio; la continuità offerta da controller e dashboard indispettiranno i fanatici delle rivoluzioni totali.

Eppure, nonostante tutto, siamo di fronte ad una console elegante, silenziosa, potente. E il bello è che questo è solo l’inizio.

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