X-Men le origini - Wolverine, siamo sicuri che il Deadpool visto nel film di Gavin Hood sia tutto da buttare?

Siamo sicuri che il Deadpool visto in "X-Men le origini - Wolverine" sia tutto da buttare? Ragioniamoci insieme.

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Creato nel 1974 da Len Wein e da Herb Trimpe (con la collaborazione di John Romita Sr.), Wolverine è da sempre uno dei personaggi Marvel più amati di sempre. Merito del suo passato misterioso e del suo innegabile carisma, che gli permette di ottenere il titolo di “eroe solitario”, in perfetto contrasto con la necessità di fare squadra degli X-Men. Il fascino di James “Logan” Howlett, questo il nome dell’artigliato canadese, ha trovato un perfetto avatar sul grande schermo in Hugh Jackman. Un ruolo ottenuto all’ultimo in seguito al rifiuto di Russell Crowe, che permise così a Jackman di iniziare la sua carriera al cinema e di diventare l’attore tanto amato che è oggi.

Dopo tre film dedicati ai Figli dell’Atomo di Charles Xavier, ecco che il mutante dagli artigli di adamantio ottiene un film da solista. Diretto da Gavin Hood (Il suo nome è Tsotsi), X-Men le origini - Wolverine approda nei cinema di tutto il mondo nel 2009. La pellicola ottiene quindi reazioni miste da parte del pubblico, ma molto severe da parte della critica. Su una cosa, però, sono tutti d’accordo: il pessimo trattamento riservato a Deadpool.

Deadpool è un personaggio dei fumetti creato da Fabian Nicieza e da Rob Liefeld nel 1991. Un mercenario che risponde al nome di Wade Winston Wilson che, sin dalla sua prima apparizione, ha conquistato i lettori di fumetti di tutto il mondo grazie alla sua parlantina, al suo umorismo e alla violenza delle sue azioni. Albo dopo albo, Deadpool è diventato uno degli “eroi” Marvel più apprezzati di sempre. Questo gli ha permesso di ottenere rapidamente una sua serie da solista, per fare poi la comparsa in una miriade di altre testate. Ma cosa è successo, quindi, in X-Men le origini - Wolverine? Perché abbiamo parlato di “pessimo trattamento”? E, soprattutto, siamo davvero sicuri che quanto visto sia davvero tanto terribile? Ragioniamoci insieme.

UN PERSONAGGIO (IN PARTE) SNATURATO

I poteri di Deadpool non sono certo unici o innovativi. Parliamo, infatti, di un fattore rigenerante estremamente avanzato e di un trittico forza/resistenza/velocità potenziato sotto tutti i punti di vista. Da questo punto di vista, la pellicola di Gavin Hood riesce a riprodurre correttamente le doti del mercenario chiacchierone, aggiungendo anche ulteriori poteri provenienti da altri mutanti dell’universo Marvel. Questo perché Wade Wilson finisce per essere una vittima degli esperimenti del team di William Stryker, che decide di sfruttare Deadpool per dare vita al combattente perfetto.

Il problema, però, sta nel fatto che Deadpool è chiamato “mercenario chiacchierone” proprio per le sue capacità oratorie. Capacità in grado di infastidire anche il più paziente degli eroi. L’idea degli sceneggiatori David Benioff e Skip Woods di tappare la bocca a Wade e di renderlo una silenziosa macchina di morte non è stata ben recepita da parte del pubblico. Una scelta che, abbinata alle due enormi lame che gli fuoriescono dalle braccia, rende il personaggio pacchiano e incapace di trasmettere il fascino del Deadpool dei fumetti. Peccato, perché alcune idee sui poteri potevano avere anche “senso”. Basti pensare al teletrasporto, abilità che Wade ottiene originariamente da un dispositivo legato alla sua cintura, ma che nel film gli viene iniettata nel DNA grazie ai poteri di un altro mutante (Wraith, interpretato da Will.i.am).

TUTTO DA BUTTARE? NON NECESSARIAMENTE

Che Deadpool meritasse un trattamento migliore siamo tutti d’accordo, ma possiamo davvero dire che il mercenario chiacchierone sia stato del tutto travisato dagli sceneggiatori? Nella prima parte del film vediamo William Stryker reclutare Wolverine e Victor Creed all'interno di una squadra di mutanti altamente pericolosa. Tra i suoi membri troviamo proprio Wade Wilson, interpretato da un Ryan Reynolds già perfettamente in parte. Nonostante manchi la brillantezza della versione più recente del personaggio, questo Deadpool non è poi troppo lontano da quello dei fumetti e risulta tanto logorroico, quanto letale. Ryan Reynolds è anche protagonista di scena d’azione che vede il suo mercenario chiacchierone sterminare un gruppo di soldati deviando i loro proiettili con le sue katane. Una degna dimostrazione delle abilità di Deadpool.

La scelta di rendere il personaggio “muto”, inoltre, è stata presa con cognizione di causa. Questo è evidente anche dalla post-credit del film, che mostra un braccio di Deadpool che si trascina sul terreno dopo il combattimento finale con Wolverine. Braccio che poi raggiunge la testa di Wade, ora con la bocca libera di parlare e che lascia intendere un ritorno al “mercenario chiacchierone” tanto amato dai lettori dei fumetti. Insomma: poteva essere fatto decisamente meglio, ma X-Men le origini - Wolverine sarebbe potuto essere un trampolino di lancio per Deadpool. E così è stato, almeno in parte.

LA STRADA VERSO DEADPOOL & WOLVERINE

Ammettiamolo: se X-Men le origini - Wolverine non fosse esistito, probabilmente non avremmo mai avuto i due film dedicati a Deadpool. Questo è evidente anche dalla presenza stessa di Ryan Reynolds nella pellicola. Dopotutto è da questo film che l'attore si è affezionato al personaggio, spingendolo negli anni seguenti a tentare di rendergli giustizia con nuove produzioni. La pellicola del 2009 risulta quindi essere un “male necessario” per il raggiungimento del successo del personaggio ottenuto sette anni dopo. Un punto di passaggio per raggiungere il Deadpool con il costume rosso e nero e, per estensione, per l’esistenza di quel Deadpool & Wolverine tanto atteso dagli spettatori di tutto il mondo.

E voi che cosa ne pensate? Odiate a testa bassa il Deadpool del film di Gavin Hood, oppure siete d’accordo con noi che ci sia qualcosa da salvare? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i canali social di BadTaste (TikTok incluso). 

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