Willow: dieci film fantasy anni ottanta da vedere in attesa della serie
Willow sta per tornare dopo quasi quarant’anni, in forma seriale: ecco dieci film per ingannare l’attesa
Il 30 novembre sarà un giorno decisivo per un’intera generazione (non necessariamente giovanissima) cresciuta a pane e fantasy: su Disney+ arriverà Willow, la serie tratta dall’omonimo film di Ron Howard, con Warwick Davis – sia il film sia la serie - che vedrà tra le altre cose il ritorno dell’attore nei panni dell’omonimo protagonista. Che qui non sarà più protagonista, visto che la serie creata da Jonathan Kasdan (il figlio di Lawrence) è un vero e proprio sequel, ambientato anni dopo il film e che… ma non è di questo che vogliamo parlare oggi. Ci sarà modo di parlare della serie e capire se riesce a raccogliere la pesante eredità di uno dei fantasy anni Ottanta più amati della storia; ma mancano un paio di settimane all’uscita, e in qualche modo le dobbiamo riempire.
Sono in rigoroso ordine alfabetico, ovviamente, perché ci piace fare le cose a modo.
Excalibur (1981)
Consigliato se di Willow avete apprezzato molto le parti cupe ai confini con il dark fantasy e meno quelle più comiche/slapstick. Excalibur è il film definitivo sulla leggenda di Re Artù perché è quello che meglio di tutti riesce a metterne in evidenza gli aspetti drammatici, tragici, anche parossistici, lasciando che quelli epico/eroici emergessero naturalmente dal racconto invece di essere il centro dell’attenzione. È anche uno dei fantasy con l’atmosfera più densa e opprimente che siano mai stati girati, spesso ai confini dell’horror.
Il demone delle galassie infernali (1984)
Dimenticatissimo caso di film fantasy antologico, concepito e prodotto da quel genio di Charles Band (l’uomo dietro ai franchise di Ghoulies e Puppet Master e al clamoroso Re-Animator), The Dungeonmaster – titolo molto meno spettacolare di quello italiano, va detto – è in realtà più vicino alla fantascienza, ed era anche parecchio avanti sui tempi, e la sua struttura antologica lo fa assomigliare a un videogioco moderno in un’epoca nella quale Pac-Man era il massimo della complessità (non è vero, è un’iperbole).
Il drago del lago di fuoco (1981)
Altro caso di titolo italiano che si mangia quello originale – da noi uscì come Il drago del lago di fuoco –, Dragonslayer ha anche un’altra caratteristica che è sufficiente per farlo passare alla storia: il drago del titolo si chiama Vermithrax Pejorative, senza alcun dubbio uno dei migliori nomi di drago di sempre. Battute a parte, il film è ancora oggi un grande spettacolo visivo nonostante l’età – e se non vinse l’Oscar è solo perché Industrial Light and Magic si fece concorrenza da sola con Indiana Jones e i predatori dell’Arca perduta.
Krull (1983)
Krull contiene, tra le altre cose: un’arma magica che si chiama “Falcione” e che ha l’aspetto di una stella ninja a cinque punte, un ciclope, una fortezza nera chiamata Fortezza Nera e che è in realtà un’astronave, una bestia chiamata Bestia che è potentissima ovunque tranne che in una specifica palude, un ragno di cristallo e Liam Neeson. C’è chi al momento dell’uscita lo definì “derivativo” e “senza senso”: aveva torto.
La storia fantastica (1987)
A proposito di film che abbiamo già glorificato in passato: qui trovate un approfondimento sul capolavoro (parola da usare sempre con parsimonia, ma che qui è adattissima) di Rob Reiner.
La storia infinita (1984)
Senza alcun dubbio il più famoso dei titoli presenti nell’elenco, è anche quello che, nonostante il suo innegabile status di culto assoluto, si merita forse più critiche. Non perché sia invecchiato male o una qualsiasi di quelle frasi senza senso che si usano in questi casi, ma perché ancora oggi la scelta di troncare la storia sostanzialmente a metà e dimezzare quindi gli eventi del libro non ci va giù – soprattutto visto quello che hanno combinato con ciò che mancava nei due film successivi.
Labyrinth (1986)
Ehm… abbiamo detto che “capolavoro” è una parola che va usata con parsimonia, ma come altrimenti definire il film di Jim Henson? Labyrinth è uno dei fantasy più originali del decennio, che rinuncia al respiro epico e tolkieniano dei contemporanei per concentrarsi su (passateci l’espressione, ma siamo sicuri che Henson apprezzerebbe) un singolo dungeon, con i suoi trabocchetti, i suoi mostri e i suoi NPC le sue figure di contorno, sempre pronte ad aiutare, o forse no? Labyrinth è quel film, come recitava il sottotitolo italiano, “dove tutto è possibile”.
Ladyhawke (1985)
Meno classicamente fantasy e più vicino alla leggenda medievale, con le creature fatate sostituite da Satana e una classica maledizione di metamorfosi che nella tradizione europea ha radici antichissime, Ladyhawke ha raggiunto uno status di culto particolare in Italia per il fatto di essere stato girato quasi interamente nel nostro Paese – in Abruzzo, ovviamente, ma anche a Cremona, sul Gran Sasso, sulle Dolomiti…
Legend (1985)
Il più freudiano e peccaminoso dei film proposti finora, l’unico dove è presente una qualche forma di erotismo oltre al classico e virginale “amore da fantasy”. Certo, Legend viene di solito ricordato per altro, in primis per Tom Cruise. Ma provate a riguardarlo oggi, con occhi adulti (se siete adulti, altrimenti ignorate questa frase), e vi accorgerete di quanto carnale sia questo film, e comincerete a vedere simboli fallici ovunque (a partire dalle corna di Tim Curry).
The Dark Crystal (1982)
In teoria l’uscita dell’omonima e magnifica serie di Netflix avrebbe già dovuto far tornare in auge The Dark Crystal, ma ribadirlo non fa mai male: è la prima opera nella quale Jim Henson vira su toni più cupi e meno “per famiglie”, ed è ancora oggi un miracolo di effettistica, oltre a essere un grande fantasy. Nota per chiudere: il film è scritto da David Odell, che nel 1987 scriverà anche un altro grande fantasy che non ha trovato spazio in questa classifica – I dominatori dell’universo con Dolph Lundgren.
Trovate tutte le informazioni sulla serie di Willow nella nostra scheda!