Westworld e i videogiochi open world, il codice nasconde sempre qualcosa
Pensate che Westworld abbia preso un'altra strada rispetto all'iniziale allegoria dei videogame? Vi sbagliate, in realtà è sempre più simile.
Un paio di mesi e diverse puntate dopo, quell’elemento che inizialmente era così forte è sembrato passare in secondo piano quando la serie si è dedicata alla scoperta delle radici della coscienza.
In realtà a mano a mano che la serie andava in profondità, i riferimenti e l’allegoria con il mondo dei videogame facevano lo stesso. Meno facili da identificare ma ancora molto presenti sono infatti i paralleli con quel che accade nella videoludica. Se all’inizio di Westworld abbiamo seguito personaggi che vivevano il parco in maniera abbastanza convenzionale, verso la fine seguivamo solo modi inusuali, sovversivi e unici di stare dentro Westworld, modi che rispecchiano la maniera poco convenzionale in cui realmente alcuni giocatori abitano i mondi aperti.
In particolare è il più grande e noto di tutti, GTA V, la pietra di paragone migliore. Mentre per la serie il visitatore chiave da seguire è William (SPOILER: ora sappiamo essere l’unico visitatore che abbiamo seguito), per GTA V sono le conversazioni su Reddit i luoghi in cui trovare i giocatori accaniti.
[caption id="attachment_165237" align="aligncenter" width="600"] L'UFO in GTA V[/caption]
In GTA V andando sulla cima di Mount Chiliad alle 3 del mattino di un giorno di pioggia è possibile avvistare un UFO. E non è stato scoperto casualmente, non parliamo di incontri fortuiti.
Alcuni elementi vengono sbloccati solo da certi personaggi, in certe ore del giorno, con certe condizioni atmosferiche o con una certa condizione legale (se è ricercato o no), variabili potenzialmente infinite da testare.
Se si raccoglie il peyote che spunta solo il martedì tra le 5.30 e le 8 del mattino di un giorno di nebbia, a patto di aver già acquisito tutti gli altri peyote convenzionali e aver completato la missione The Last One (quella su Bigfoot), e poi lo si ingerisce assieme agli altri peyote ma nell’ordine corretto, allora si accede ad un altro easter egg, cioè un personaggio che poi diventa giocabile fatto come Michael J. Fox in Voglia di vincere.
Com’è possibile arrivare a questi livelli? Le condizioni sono così tante che è impossibile arrivarci solo tentando tutte le combinazioni possibili. Per farlo infatti gli utenti devono anche andare a guardare il codice sorgente del gioco, dove si trovano indizi lasciati dalla comunità degli sviluppatori, nella stessa maniera in cui Maeve vede indizi sulle sue azioni nel codice con cui è programmata.
Insomma quello che accade nei videogiochi open world veri, è che la gente si associa, mette insieme le forze per scoprire gli easter egg (cioè ciò che i programmatori hanno nascosto). Unendo la determinazione di William e l’atteggiamento di Maeve si ottiene quindi quel che nel mondo reale si cerca di fare su siti come Reddit, in cui vengono organizzate le conversazioni riguardo cospirazioni e segreti di giochi come GTA V.
[caption id="attachment_165238" align="aligncenter" width="600"] Sopra il codice di Westworld, sotto quello di GTA V[/caption]
Lo ha raccontato recentemente un bell’articolo pubblicato da Ars Technica e scritto da Richard Moss, storico dei videogiochi che ha seguito queste comunità a lungo. Sono lì descritte le tecniche e le storie dietro alcune scoperte e alcune teorie (non tutte comprovate e molte tutt’ora in fase di studio) riguardo GTA V. Tutto porta al massimo a scoprire un personaggio nuovo, non certo l’autocoscienza dei personaggi giocabili, ma spesso si incontrano scritte come “Sai che non dovresti stare qui vero?”, lasciate dai programmatori per dare soddisfazioni a chi raggiunge zone quasi impossibili da raggiungere. Scritte che poi non sono così diverse da quel che spesso l’uomo in nero (cioè Ed Harris) si sente dire dai robot durante la sua ricerca del labirinto, cioè che non è fatto per lui.
Impossibile dire se Lisa Joy e Jonathan Nolan abbiano pensato la loro serie tv con questo livello di riferimento al mondo più di nicchia degli hardcore gamers. Probabilmente no. Forse proprio per questo però è degno di meraviglia come, impostata una storia su un mondo che funziona come i videogiochi (quella sì, una scelta molto intenzionale) anche le sue ramificazioni alla ricerca di un senso superiore, seguano la caccia dei veri videogiocatori per dettagli che vadano più in profondità nei vastissimi mondi virtuali in cui realmente giochiamo.