Westworld: cinque considerazioni dopo la visione in anteprima dei primi 4 episodi

Abbiamo visto i primi 4 episodi di Westworld: dopo la recensione, ecco alcune considerazioni aggiuntive

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Pochi giorni fa vi abbiamo raccontato le nostre impressioni su Westworld dopo la visione dei primi quattro episodi in anteprima. Abbiamo tracciato un bilancio senza dubbio positivo della nuova serie HBO, sottolineandone i grandi valori produttivi, l'ottimo cast, le importanti tematiche. Dopo la recensione, ecco un discorso più articolato per singoli punti, nei quali confrontiamo le nostre aspettative con ciò che abbiamo visto e analizziamo i principali punti emersi durante la visione.

Le differenze rispetto al film

Innanzitutto, vi consigliamo di recuperare il film originale del 1973 diretto da Michael Crichton. Non perché sia necessario per la comprensione della storia (ovviamente non lo è), ma perché può essere interessante notare le varie differenze stilistiche e tematiche tra passato e presente. Come abbiamo già scritto nella recensione, la serie si focalizza di più sui robot lasciando in secondo piano gli umani; o meglio, anche se gli umani sono presenti, il conflitto della vicenda risiede nei robot. Quanto è interessante seguire l'evoluzione di un essere artificiale?

In generale sono i personaggi ad essere al centro, piuttosto che l'ambientazione. Si può spiegare anche in questo senso l'idea di tagliare le altre due ambientazioni presenti nel film (Medio Evo e Antica Roma) per avere un focus più centrato. Naturalmente ci sono anche motivazioni di tipo produttivo, ma il risultato in ogni caso si sposa bene con lo stile della serie.

Poco Western

Non aspettatevi un western compiuto, almeno in questo inizio di stagione. Non è un nuovo Deadwood. Non è escluso che la serie possa decidere di esplorare altre possibilità, ma per adesso rimane sempre una patina artificiosa ad allontanarci dall'ambientazione western. Manca il senso dell'epica, le avventure e le missioni esistono solo come forma di intrattenimento per gli ospiti, e in generale ogni conflitto degno di questo nome vive sempre al di fuori dei limiti dell'attrazione, finendo per ricadere nella parte fantascientifica.

Ma chissà, in futuro si potrebbe sviluppare questa idea di scatole cinesi in cui le macchine vivono una storia che qualcun altro ha scritto per loro, mentre gli scienziati stessi vivono una storia ideata dagli sceneggiatori. È un tema interessante, e il fatto che in quattro puntate non ci spingeremo mai al di fuori dei bordi del reparto creativo rafforza questa idea di "prigione che circonda una prigione".

Fantascienza moderna

Superiamo il complesso di Frankenstein. In realtà sono decenni che la fantascienza cerca di sdoganare questa visione, ma oggi possiamo dire che sia quasi la regola. Sbuffiamo un po' quando vediamo una macchina che si ribella contro il suo creatore, ma in particolare si tratta del modo in cui una certa idea viene raccontata. Anche in Blade Runner, in fondo, abbiamo una forma di ribellione, ma questa viene incanalata in un percorso di presa di coscienza da parte della macchina, che diventa sempre più simile all'uomo, diventa metafora dell'uomo.

Qui poi abbiamo Jonathan Nolan e J.J. Abrams, che negli ultimi anni avrebbero meritato più lodi per il lavoro svolto su Person of Interest. La serie della CBS, nonostante il genere e la storia molto diversi, condivide con Westworld il tema del rapporto tra l'uomo e la macchina, con quest'ultima che diventa lo specchio di chi l'ha creata e, come fosse un bambino, educata a pensare. Questi sono grandi temi, di cui non ci stancheremo mai, perché attraverso di questi possiamo imparare anche qualcosa su di noi come società.

Molta violenza

Westworld è sorprendentemente violento. Intendiamoci, non ci avviciniamo alle punte più estreme di Game of Thrones, tanto per restare in casa HBO, ma quello che colpisce è la sensazione di non perdere mai l'occasione per mostrare un po' di sangue e violenza assortita.

Come si evolverà la storia?

Si è parlato addirittura di una progettazione su cinque stagioni. Previsione un po' ottimista – e dopo Vinyl forse conviene andarci cauti – ma ci piace pensare ad un progetto di ampio respiro. Certo, ci aspettiamo di veder introdotti elementi nuovi nel resto della stagione, che dovrebbero modificare l'equilibrio in gioco e permettere alla serie nuovi sviluppi. Qualche indizio c'è, e va al di là delle motivazioni dei singoli protagonisti, buoni o cattivi. In fondo stiamo parlando di un parco dei divertimenti sui generis, e c'è sempre spazio per nuove attrazioni che potrebbero avere conseguenze importanti.

La prima stagione di Westworld sarà composta da dieci episodi e debutterà domenica 2 ottobre. Fanno parte del cast Evan Rachel Wood, James Marsden, Sir Anthony Hopkins, Thandie Newton, Ed Harris e Jeffrey Wright, Rodrigo Santoro, Sidse Babett Knudsen, Ben Barnes, Simon Quarterman, Jimmi Simpson.

La serie prodotta da Jonathan Nolan, Lisa Joy e J.J. Abrams è ambientata in un enorme parco dei divertimenti Western popolato da robot. Il romanzo originale di Michael Crichton era già stato portato sul grande schermo nel 1973 in un film con Yul Brennyr, ma la versione televisiva sarà dichiaratamente molto diversa da quel primo adattamento e più dark.

Westworld andrà in onda su Sky Atlantic HD in contemporanea con gli Stati Uniti alle 3 del mattino del 3 ottobre, e poi in replica la sera alle 21 in versione sottotitolata in italiano. Il primo episodio verrà presentato in occasione del Roma Web Fest il 30 settembre alle 16 presso il Maxxi.

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