Watchmen: gli attori e i protagonisti

Come se la cava il martoriato Matthew Goode nel ruolo di Ozymandias? E Billy Crudup riesce a emergere dal ruolo del Dr. Manhattan? E Rorschach e Il comico? Ecco i miei giudizi su ruoli e interpreti di Watchmen...

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Rubrica a cura di ColinMcKenzie

E' sempre difficile giudicare le interpretazioni di un attore. In alcuni casi (che magari rappresentano la maggioranza) dover incarnare ruoli mediocri rende tutto più difficile, anche per i più bravi. E che dire dei registi che magari sono interessati solo agli effetti speciali e poco a come recitano i loro attori (se state pensando a un uomo barbuto autore di una recente trilogia galattica, beh ci siamo capiti...). Per questo, nei giudizi che vedrete si cercherà di capire quanto bisogna dividere le responsabilità personali di un interprete da altri fattori. Così, troverete due voti: uno all'attore in senso stretto, l'altro al personaggio così come compare nel film (è credibile o meno? E' scritto bene?). In generale, penso che le prove del cast di Watchmen non siano straordinarie (con un'unica, prevedibile eccezione). Il problema, però, forse sta a monte, cioè in alcune scelte fatte quando si è trattato di selezionare il cast e che hanno penalizzato fortemente la pellicola. Senza ulteriori indugi, andiamo a iniziare (attenzione, leggeri Spoiler per chi non conosce minimamente la storia).

Matthew Goode (Adrian Veidt / Ozymandias)
Il ruolo di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi e spesso con toni non propriamente entusiastici. Molti fan si sono lamentati delle differenze di corporatura tra l'attore e il personaggio del fumetto (generalmente presentato come discretamente massiccio). In effetti, non si può dire che il mingherlino Goode sia proprio il ritratto spiccicato di Ozymandias, ma a mio avviso il problema è un altro. Si tratta di un personaggio che ci viene spesso descritto come "l'uomo più intelligente del mondo". Sono stati in grado realizzatore, sceneggiatori e attore di tener testa a un'etichetta talmente impegnativa? Francamente, no. Tutto si può pensare di Adrian Veidt nel film, tranne che sia un uomo geniale. Un ottimo esperto di marketing e che ha sfruttato benissimo la propria immagine. Un pochino dandy, tanto da frequentare David Bowie, Mick Jagger e i Village People. E qui, se uno vuole buttarla sui gusti sessuali, ci si potrebbe giocare. Ma in realtà, come ci viene espresso in un bel dialogo, Adrian Veidt è un uomo che, dalla morte dei genitori, si sente completamente solo e ha come obiettivo quello di risolvere i problemi del mondo in maniera definitiva (diventando peraltro anche il nuovo Alessandro Magno). Il paradosso implicito è che il destino dell'umanità dipende da un misantropo, tema che non sarebbe stato male sfruttare meglio. Di sicuro, continuo a non essere pienamente convinto della bontà del suo piano, così come avveniva nel fumetto, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con il Dr. Manhattan (la possibile soluzione la espongo nella relativa scheda di Billy Crudup). Per quanto riguarda la prova di Goode in senso stretto, non sembra avere il necessario carisma, mentre il suo mix di freddezza eccessiva e risatine poco indicate non convince molto. Ma se gli chiedono di recitare così, poco da fare...

Voto personaggio del film: 5,5
Voto attore: 5,5

Jackie Earle Haley (Walter Kovacs / Rorschach)
Ecco, se c'era un ruolo sul quale stavo abbastanza tranquillo era questo. Intanto, perché è un protagonista talmente bello e complesso che, pur con tutte le semplificazioni di un adattamento cinematografico, era (quasi) impossibile renderlo mediocre. E poi perché, almeno sulla carta, la scelta di Jackie Earle Haley era stata assolutamente perfetta e di gran lunga la migliore del lotto, come può dimostrare la sua notevole interpretazione in Little Children, che gli ha permesso di ottenere anche una candidatura agli Oscar. Sarebbe sbagliato dire che le aspettative non sono rimaste deluse, perché in realtà siamo andati ben oltre le mie speranze. Intanto, la voce, un particolare fondamentale (come capiremo in seguito con un caso decisamente meno fortunato) e che qui è semplicemente straordinaria. E se quando gli viene tolta la maschera lo shock è assolutamente autentico (per lui e per lo spettatore), il mix di sadismo, ferocia, misantropia/misoginia e senso della giustizia è reso alla perfezione, con i necessari tocchi ironici che non guastano. E anche il suo triste passato non viene raccontato semplicemente con qualche flashback (troppo facile, così siamo buoni tutti), ma è chiaramente scritto sul suo volto. Ma quando pensi che più di così non si possa fare, arriva il momento finale, in cui, al di là della visione 'semplice' di certe scelte, ne emerge anche un'altra molto più malinconica e più personale. Sarebbe semplice dire che è nettamente il personaggio e l'attore migliore del lotto. La verità, purtroppo, è che tra lui e gli altri c'è la stessa distanza che separa la Terra e Marte...

Voto personaggio del film: 8,5
Voto attore: 9

Jeffrey Dean Morgan (Edward Blake / Il comico)
Un ruolo affascinante, per come riesce a essere spregevole, ma anche, alla fine, tragico. E decisamente complesso, perché un personaggio raccontato solo attraverso dei flashback è un grosso rischio. Va detto che forse, sulla carta, il curriculum di Jeffrey Dean Morgan, fatto di tanti serial televisivi (tra cui un periodo importante a Grey's Anatomy), ma pochi (direi praticamente nessuno) ruoli importanti al cinema, lasciava inquieti. La speranza era che Morgan sfruttasse l'opportunità per dar vita a un ruolo memorabile e che lo portasse in serie A. Speranza purtroppo delusa. Per carità, nulla di drammatico e comunque sono diversi i fattori da prendere in considerazione. Di sicuro, l'elemento che rendeva affascinante questo personaggio (sulla carta un banale villain sadico, ma che poi diventa tragico e il punto di partenza di tutta la storia) non viene descritto benissimo dagli sceneggiatori, anche perché si calca talmente tanto sugli aspetti negativi che è veramente difficile provare anche un minimo di pietà per lui. Ma il problema è soprattutto Morgan. Che magari funziona discretamente nella scena iniziale, ma che poi risulta fin troppo sorridente, anche in momenti in cui non dovrebbe esserlo. E nella scena con Moloch è decisamente mediocre. Per un ruolo e un'interpretazione che mi sarei aspettato memorabile, una forte delusione...

Voto personaggio del film: 5,5
Voto attore: 5,5

Patrick Wilson (Dan Dreiberg / Gufo notturno II)
A mio avviso, il personaggio più delicato e, per certi aspetti, più importante del film, anche più di quello che è nel fumetto. La ragione è semplice. Dr. Manhattan, Il comico o Rorschach sono probabilmente delle figure più complesse (e magari anche affascinanti). Ma in una pellicola, anche la più dura, cruda e violenta, c'è bisogno come il pane di una cosa: la speranza. E ovviamente di un personaggio positivo (o almeno non tanto negativo/freddo/discutibile come gli altri citati), che permetta un minimo di identificazione. Per questo, le vicende di Dan Dreiberg (così come il suo rapporto con Laurie Jupiter) mi sembravano fondamentali. Ora, non posso dire che la scelta di Patrick Wilson mi avesse entusiasmato completamente. Certo, c'era una prova discreta in Little Children, ma visto che in quel caso le interpretazioni erano tutte almeno ottime, non è che fosse un segnale decisivo. In realtà, Wilson se la cava degnamente, riuscendo a esprimere abbastanza bene la solitudine e la malinconia del personaggio. Il problema è che gli sceneggiatori gli mettono in mano del materiale discutibilissimo. Non si tratta soltanto delle scene di sesso, in cui alla fine a Snyder interessa soprattutto mostrare la virilità ritrovata di quest'uomo mascherato (e anche se nel fumetto c'era qualcosa di simile, io ho sempre visto il rapporto con Laurie come un bisogno di umanità e di una vita 'normale'). Ma anche la trasformazione radicale da persona compassata a tipo che si impegna in scazzottate senza senso, non mi è sembrata una grande idea. Comunque, decisamente meglio lui che la partner...

Voto personaggio del film: 5,5
Voto attore: 6

Billy Crudup (Dr. Manhattan / Jon Osterman)
Come interpretare un personaggio che ormai di umano ha pochissimo? E come lavorare senza farsi travolgere dagli effetti speciali? Compito durissimo quello che attendeva chiunque si fosse cimentato con il Dr. Manhattan (senza dimenticare peraltro Jon Osterman nei flashback). Billy Crudup è un attore che ho adorato in Quasi famosi (decisamente l'interpretazione più convincente del lotto) e che mi era piaciuto anche in un film che non avevo amato molto Big Fish. Francamente, a un certo punto mi sarei aspettato di vederlo diventare una stella, in perfetto equilibrio tra ruoli di major e pellicole indipendenti premiate, ma forse alcune sue decisioni non sono state perfette. Qui credo che se la cavi piuttosto bene, ma che ci siano due scelte fatte dai realizzatori molto discutibili. La prima è che la sua voce (almeno quella originale) è troppo sensibile e malinconica, decisamente non l'idea di potenza (ma anche, spesso, di indifferenza) che ti aspetteresti da un semidio. Tuttavia, il secondo punto è quello più importante. Il Dr. Manhattan (e soprattutto il suo legame con i vari punti della storia) non mi convinceva completamente nel fumetto e qui mi convince ancora meno. Ha senso mostrare una sorta di divinità che può avere il dono dell'ubiquità (e lo dimostra) e poi sostenere che non è detto che riesca a fermare tutti i missili sovietici? E comunque, veramente da Mosca sarebbero così folli da tentare un attacco sapendo che, mentre la distruzione statunitense è tutt'altro che sicura, la loro è indiscutibile (proprio grazie alla divinità in blu)? La realtà è che la tensione che esisteva tra i due blocchi dal dopoguerra agli anni ottanta derivava da un rapporto alla pari e una convinzione che l'altro poteva distruggerti. Qui il rapporto alla pari non c'è per ovvi motivi. Inoltre, l'idea che in un piano perfetto sia composto dal 'cancro agli amici' (che dovrebbe comportare, chissà perché, un risultato sicuro) e che bisogna trovare dei limiti un po' arzigogolati (diciamo una kryptonite più intellettuale) per un personaggio così potente come Dr. Manhattan sono secondo me dei limiti della storia. La possibile soluzione? Beh, per me è molto semplice: l'eliminazione del personaggio dal film. Sì, magari qualche fan avrebbe aspettato Snyder sotto casa. Ma sfido chiunque a dirmi che a livello di trama così non avrebbe funzionato meglio...

Voto personaggio del film: 5,5
Voto attore: 6,5

Malin Akerman (Laurie Jupiter / Spettro di Seta II)
Fin dall'inizio, c'era qualcosa in Malin Akerman che proprio non mi convinceva. Sicuramente, un'attrice che non era neanche trentenne al momento delle riprese forse non era perfettamente matura per il ruolo della trentacinquenne Laurie Jupiter. Ma su questo non scateno una guerra di religione. Il problema vero è che non vedevo nel curriculum dell'attrice (American Trip - il primo viaggio non si scorda mai, I fratelli Solomon, Lo spaccacuori, 27 volte in bianco) dei ruoli che dimostrassero la capacità di interpretare parti drammatiche. E dire che di materiale importante ce ne era, considerando l'arco narrativo del personaggio e il suo rapporto con Dan Dreiberg (sempre a proposito di protagonisti empatici e del rapporto con il pubblico). Peccato che agli sceneggiatori interessasse citare il suo passato (ma in maniera talmente poco approfondita che non si capisce bene quale sia la ragione nell'ambito della storia della pellicola) e soprattutto mostrarla come conforto sessuale di Dan Dreiberg. Se l'obiettivo è far arrapare i ragazzetti mostrando le sue cosce, magari Snyder ci riuscirà anche, ma io francamente speravo che le ambizioni su questo punto fossero 'leggermente' diverse. E' anche vero che, in questo senso, la scelta della Akerman va anche bene, considerando che da metà film in poi non riesce a pronunziare una battuta risultando credibile. Decisamente il punto più basso del film per quanto riguarda gli attori e i personaggi...  

Voto personaggio del film: 4
Voto attrice: 4

Carla Gugino (Sally Jupiter / Spettro di Seta I)
Ruolo un po' ingrato, quello di Sally Jupiter. Che entra ed esce dalla storia per ragioni che spesso non sono legate alla trama principale, cosa che se va bene in un fumetto-romanzo come Watchmen, non è proprio il massimo al cinema. Poi, la questione trucco che, non importa quanto sia bravo il professionista che si occupa del lavoro, è sempre un rischio per la credibilità del personaggio quando si vede qualcuno invecchiato all'improvviso. Carla Cugino dà spesso l'impressione di poter aspirare a ruoli importanti, riuscendo a bilanciare bene ruoli comici (Una notte al museo, la serie di Spy Kids) e drammatici (Sin City, Sfida senza regole, Il mai nato). In questo caso, non me la prenderei molto con lei per i risultati ottenuti. Certo, si vede che non crede molto a quello che deve dire e la difficoltà di esprimere dei sentimenti così contrastanti è notevole, ma forse qualcosa di meglio si poteva fare. Ma il problema vero è darle un trucco talmente ridicolo che anche ci fosse stata Meryl Streep... A questo punto, tanto valeva tenere i flashback e tagliare le parti nel presente, anche considerando il lavoro (non) svolto sul personaggio della figlia.   

Voto personaggio del film: 5
Voto attrice: 5,5

Per tutte le informazioni sul film, il cast, la trama, le foto, le recensioni, le numerose locandine e i video vi rimandiamo alla nostra scheda.

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