Wall-E: le ragioni di un successo mancato
Nonostante recensioni entusiastiche e un prodotto notevolissimo, Wall-E in Italia non ha ottenuto i risultati sperati. Cerchiamo di capire quali possono essere le ragioni di questa delusione...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Wall-E è, sicuramente, il più difficile film della Pixar in termini commerciali anche se, ovviamente, è un capolavoro assoluto. Personalmente non credo che la Disney abbia sbagliato alcunché, perché il risultato è buono soprattutto in un periodo affollato di titoli come questo dove il secondo e il terzo fanno quegli incassi. Certo Wall-E essendo poetico e raffinato ha un appeal inferiore nei confronti delle masse e ha dato risultati analoghi in Spagna e Francia dove non ha replicato le fortune del passato.
Ma cosa ne pensano quelli più colpiti (oltre alla Buena Vista) dai risultati non eccezionali, ossia gli esercenti? I pareri sembrano divergere. Il nostro Daniel Cleaver sostiene che
Il problema principale, credo, sia l'ambientazione fantascientifica e i robot. Due cose che, da noi, mal si conciliano col box-office. Infatti i dati molto scarsi del sud possono esserne una prova. Sono invece discreti i dati delle città che maggiormente recepiscono la fantascienza.
Qua in Sardegna c'è una differenza rispetto a Ratatouille imbarazzante, parlo di 1/4 o addirittura 1/5 di Ratatouille. La questione pubblicitaria può avere un po' di peso, ma, francamente, non la reputo la causa maggiore. La Disney ha fatto una buona campagna nei cinema e ha, dalla sua, un canale come Disney Channel, decisamente un grosso aiuto.
Ecco, qui possiamo constatare una questione che non ammette discussioni: se il nord ha tenuto rispetto a Ratatouille, è dal sud che mancano i soldi ottenuti nel 2007. Difficile capire esattamente le ragioni di un fenomeno che di solito capita con certe commedie (quelle con Salemme che magari vanno benissimo da Napoli in giù, quelle con Boldi che funzionano molto meglio al nord, tanto per fare due esempi). Anche l'altro nostro esercente ha vissuto la debacle al sud, ma ha un punto di vista decisamente diverso per quanto riguarda la pubblicità:
Indubbiamente il problema è stata la pochissima pubblicità, compresa quella nei cinema: solo i grandi circuiti hanno ricevuto banner e cartonati. Nel mio cinema di 8 sale, che gli allestitori mi infestano di materiali di tutte le case (banner orizzontali-verticali-cartonati-standee etc...), ho ricevuto un solo banner e 2 vetrofanie di WALL-E. Non un cartonato, non uno standee.
E' ovviamente difficile capire la situazione di centinaia di sale avendo come riferimento solo alcuni esercizi, però forse l'impressione è che la Disney fosse un po' troppo sicura del modello Ratatouille: uscita (tardissima) a ottobre, recensioni esaltanti e ottimo passaparola sarebbero dovuti bastare per raccogliere i dati del topo chef. Invece non è andata così e forse c'è stato qualche problema di comunicazione. Per esempio, le pellicole della Dreamworks sono basilari e la gente sa esattamente cosa troverà (concept intrigante e risate facili), mentre magari in Italia non si è riuscito a imporre con la stessa forza il modello Pixar, facendo capire allo spettatore che, sia che si tratti di pesci, automobili, topi o robot, l'esperienza sarà sempre esaltante. Magari, su tutto questo sarebbe opportuno lavorare costantemente e soprattutto su Internet, mezzo che permette per i suoi costi ridottissimi tempi di lavoro anche lunghi. Purtroppo, in Italia tutte le major (non certo solo la Disney) non sono ancora convinte di questa strada.
Ah, non per insistere sulla solita nota dolente, ma a mio avviso c'è un'altra componente (non l'unica, beninteso) in certi risultati deludenti di film molto attesi: la spoilerizzazione selvaggia. Sarà un caso, ma Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo non è andato benissimo nel nostro Paese dopo che i giornalisti ci avevano raccontato a tradimento tutti i segreti della storia. Con Wall-E, ci ha pensato Vincenzo Mollica (ma qualcosa mi dice che non sarà stato il solo) a rivelare il finale. Così, lo spettatore ha l'impressione di aver già visto il film. A quel punto, perché tirare fuori le banconote dal portafoglio?