Wall-E: le ragioni di un successo mancato

Nonostante recensioni entusiastiche e un prodotto notevolissimo, Wall-E in Italia non ha ottenuto i risultati sperati. Cerchiamo di capire quali possono essere le ragioni di questa delusione...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Quando una pellicola non soddisfa le aspettative economiche, le ragioni possono essere diverse. Quando un prodotto è brutto/non interessante,come capita spesso ai titoli italiani, c'è poco da analizzare, visto che la realtà è lampante. Per quanto riguarda Wall-E, di sicuro non si tratta di un problema artistico, considerando che il film è piaciuto molto e il passaparola è decisamente soddisfacente. Tuttavia, Wall-E farà poco più della metà degli incassi di Ratatouille. Ma allora, quali possono essere le cause? Marco Spagnoli, del Giornale dello spettacolo, sostiene che:

Wall-E è, sicuramente, il più difficile film della Pixar in termini commerciali anche se, ovviamente, è un capolavoro assoluto. Personalmente non credo che la Disney abbia sbagliato alcunché, perché il risultato è buono soprattutto in un periodo affollato di titoli come questo dove il secondo e il terzo fanno quegli incassi. Certo Wall-E essendo poetico e raffinato ha un appeal inferiore nei confronti delle masse e ha dato risultati analoghi in Spagna e Francia dove non ha replicato le fortune del passato.

Spagnoli mette in evidenza un punto interessante, ovvero la difficoltà della pellicola della Pixar rispetto ad altri prodotti analoghi di animazione. A mio avviso, il punto però non è se effettivamente il film è più 'difficile' o meno rispetto al passato. Infatti, questo eventualmente potrebbe spiegare un calo forte e un passaparola meno convinto, cosa che non è avvenuta. Quello che invece sembra chiaro è che il pubblico non ha percepito fin dall'inizio (e prima quindi di sapere se soddisfava o meno i suoi gusti) Wall-E come una pellicola accessibile e gradevole. Questo, a mio avviso, è dipeso da tanti articoli usciti fin dall'estate, in cui molti opinionisti ci hanno parlato di una pellicola muta (cosa eccessiva, perché anche se nei primi quaranta minuti si parla poco e nulla, questo non è assolutamente un problema per lo spettatore), di un prodotto raffinatissimo (cosa che qualcuno può leggere come troppo autoriale e palloso), di un film politico e che mette alla berlina gli esseri umani (di nuovo, rischio appallamento/prodotto che non soddisfa i propri gusti), ecc. E' uno di quei casi in cui, francamente, non solo finire sui quotidiani più importanti d'Italia non è un vantaggio, ma rischia di risultare un problema. In questo senso, forse si doveva tentare di controbilanciare mostrando l'altro 'lato' di Wall-E: un prodotto spesso esilarante, tenero e che conquista completamente i bambini.

Ma cosa ne pensano quelli più colpiti (oltre alla Buena Vista) dai risultati non eccezionali, ossia gli esercenti? I pareri sembrano divergere. Il nostro Daniel Cleaver sostiene che

Il problema principale, credo, sia l'ambientazione fantascientifica e i robot. Due cose che, da noi, mal si conciliano col box-office. Infatti i dati molto scarsi del sud possono esserne una prova. Sono invece discreti i dati delle città che maggiormente recepiscono la fantascienza.
Qua in Sardegna c'è una differenza rispetto a Ratatouille imbarazzante, parlo di 1/4 o addirittura 1/5 di Ratatouille. La questione pubblicitaria può avere un po' di peso, ma, francamente, non la reputo la causa maggiore. La Disney ha fatto una buona campagna nei cinema e ha, dalla sua, un canale come Disney Channel, decisamente un grosso aiuto.

Ecco, qui possiamo constatare una questione che non ammette discussioni: se il nord ha tenuto rispetto a Ratatouille, è dal sud che mancano i soldi ottenuti nel 2007. Difficile capire esattamente le ragioni di un fenomeno che di solito capita con certe commedie (quelle con Salemme che magari vanno benissimo da Napoli in giù, quelle con Boldi che funzionano molto meglio al nord, tanto per fare due esempi). Anche l'altro nostro esercente ha vissuto la debacle al sud, ma ha un punto di vista decisamente diverso per quanto riguarda la pubblicità:

Indubbiamente il problema è stata la pochissima pubblicità, compresa quella nei cinema: solo i grandi circuiti hanno ricevuto banner e cartonati. Nel mio cinema di 8 sale, che gli allestitori mi infestano di materiali di tutte le case (banner orizzontali-verticali-cartonati-standee etc...), ho ricevuto un solo banner e 2 vetrofanie di WALL-E. Non un cartonato, non uno standee.

E' ovviamente difficile capire la situazione di centinaia di sale avendo come riferimento solo alcuni esercizi, però forse l'impressione è che la Disney fosse un po' troppo sicura del modello Ratatouille: uscita (tardissima) a ottobre, recensioni esaltanti e ottimo passaparola sarebbero dovuti bastare per raccogliere i dati del topo chef. Invece non è andata così e forse c'è stato qualche problema di comunicazione. Per esempio, le pellicole della Dreamworks sono basilari e la gente sa esattamente cosa troverà (concept intrigante e risate facili), mentre magari in Italia non si è riuscito a imporre con la stessa forza il modello Pixar, facendo capire allo spettatore che, sia che si tratti di pesci, automobili, topi o robot, l'esperienza sarà sempre esaltante. Magari, su tutto questo sarebbe opportuno lavorare costantemente e soprattutto su Internet, mezzo che permette per i suoi costi ridottissimi tempi di lavoro anche lunghi. Purtroppo, in Italia tutte le major (non certo solo la Disney) non sono ancora convinte di questa strada.

Ah, non per insistere sulla solita nota dolente, ma a mio avviso c'è un'altra componente (non l'unica, beninteso) in certi risultati deludenti di film molto attesi: la spoilerizzazione selvaggia. Sarà un caso, ma Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo non è andato benissimo nel nostro Paese dopo che i giornalisti ci avevano raccontato a tradimento tutti i segreti della storia. Con Wall-E, ci ha pensato Vincenzo Mollica (ma qualcosa mi dice che non sarà stato il solo) a rivelare il finale. Così, lo spettatore ha l'impressione di aver già visto il film. A quel punto, perché tirare fuori le banconote dal portafoglio?

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