Vite Digitali: Uncharted e il dualismo costante di Victor "Sully" Sullivan | Speciale

Vista la pubblicazione delle prime foto del film di Uncharted, abbiamo deciso di ospitare Sully nell'episodio di oggi di Vite Digitali

Condividi

Grazie alla foto pubblicata da Tom Holland su Twitter, in questi ultimi giorni si è tornati a parlare della trasposizione cinematografica del franchise di Uncharted. La scelta presa dalla produzione di ambientare la vicenda nel passato di Nathan Drake sembra quindi essersi dimostrata estremamente vincente, data la somiglianza di Tom con il protagonista della serie targata Naughty Dog. La sua giovane età, inoltre, è perfetta nel caso il film andasse bene al botteghino e Sony decidesse di conseguenza di realizzare dei sequel.

Dopo che l'immagine ha fatto il giro del web, riscuotendo discreto successo tra i fan, è seguito un video di Mark Wahlberg, che ha rivelato quale sarà il suo aspetto nei panni di Victor "Sully" Sullivan. Tralasciando l'ottimo primo impatto e le grandi abilità recitative di Wahlberg, è innegabile che il passato del mentore di Drake sia uno degli aspetti più interessanti della produzione. Dopotutto, all'interno del brand videoludico, Sully ha sempre glissato sulle proprie avventure giovanili, affermando di essere stato un grande scavezzacollo, ma nulla più.

Attirati da questa riflessione sul personaggio, abbiamo quindi deciso di ospitare Victor Sullivan all'interno dell'episodio di questa settimana di Vite Digitali. Per chi non lo sapesse, Vite Digitali è la rubrica domenicale dedicata ai principali personaggi provenienti dal mondo dei videogames e al loro impatto su noi videogiocatori. Il tutto, come ci teniamo a precisare ogni volta, senza il benché minimo spoiler, in modo da non rovinare l'esperienza a coloro che non hanno ancora avuto occasione di affrontare i titoli in questione.

Sully si arruola nella marina da ragazzo, ma sin da subito è chiaro come non si trovi a suo agio all'interno di quell'ambiente. Dopo un tempo indeterminato, di cui non sappiamo veramente nulla, Victor passa "al lato oscuro" e diventa un cacciatore di tesori, trovandosi spesso a fare i conti con le forze dell'ordine. Dopo il suo incontro con Nathan Drake, che possiamo scoprire in Uncharted 3: L'inganno di Drake, Sully decide di prendere sotto la propria ala il ragazzo e i due diventeranno soci in affari per molti anni.

Tra i principali punti di forza del personaggio ideato da Naughty Dog c'è senza dubbio il suo essere costantemente sospeso tra due mondi. Nonostante l'aria da duro, Victor si dimostra spesso un bonaccione ed estremamente protettivo nei confronti di Nathan. I suoi modi gentili, invece, cozzano con il registro linguistico da scaricatore di porto, elemento che lo rende spesso una sorta di spalla comica del protagonista. Persino il design, chiaramente ispirato a Magnum Tom di Magnum P.I., serve per giocare sui contrasti del suo carattere. Questo suo fascino ambiguo ha permesso a Victor Sullivan di diventare sin da subito uno degli elementi principali del franchise, che ora necessita di una trasposizione cinematografica degna della controparte videoludica.

L'unione che lega Nathan a Sully e il loro rapporto simile a quello padre/figlio saranno molto probabilmente alla base del film diretto da Ruben Fleischer (Benvenuti a Zombieland). Un rapporto basato sull'amicizia e sulla necessità di comprendere sé stessi, prima di capire il mondo che li circonda. Si tratta di un cammino che, da solo, il protagonista di Uncharted non sarebbe mai stato in grado di compiere e che, per questo motivo, rende il personaggio di Victor ancora più importante e seminale per tutta la narrazione. Il nostro consiglio, in vista dell'uscita al cinema della pellicola prodotta da Sony Pictures, è quello di giocarvi (o rigiocarvi) proprio il terzo capitolo della serie, per approfondire al meglio il legame tra i due personaggi e per godere appieno di uno dei migliori episodi del brand.

Continua a leggere su BadTaste