Vite Digitali: Devil May Cry e il solido pragmatismo di Vergil | Speciale

Condividi

Nonostante la moltitudine di titoli action che approdano sul mercato di anno in anno, Devil May Cry è sempre riuscito a mantenere salda l'attenzione dei giocatori sulle avventure di Dante.

A far da traino, senza alcun dubbio, è il carisma del suo protagonista, perfettamente integrato con le acrobazie esagerate che l'utente sarà chiamato a svolgere nel gioco. La varietà di stili di combattimento, il sistema a punteggio stabilito dagli sviluppatori e la continua espansione del proprio equipaggiamento sono solo alcuni dei punti che riescono a far tenere incollato il pad nelle mani dei fan della serie Capcom. È innegabile, però, come anche il comparto narrativo del franchise sia uno degli elementi che hanno reso Devil May Cry così famoso all'interno del mondo dei videogames.

E cosa sarebbe un protagonista senza un buon villain contro il quale combattere?

Nonostante la presenza di numerose entità demoniache da sconfiggere, è impossibile non evidenziare come la presenza di Vergil sia fondamentale per l'evoluzione di Dante e dell'intera serie. Dopotutto, il fascino silenzioso del mezzo demone armato di katana ha colpito una vasta fetta d'utenza, che si è trovata spesso ad apprezzare più il succitato villain, che il protagonista del brand.

Attirati da questa possibilità e freschi dell'uscita di Devil May Cry 5 Special Edition, abbiamo quindi deciso di ospitare Vergil all'interno dell'episodio di Vite Digitali di questa settimana! Per chi ancora non lo sapesse, anche se siamo ormai in dirittura d'arrivo con questa rubrica, Vite Digitali è l'appuntamento settimanale dedicato ai principali personaggi del mondo videoludico e al loro impatto su noi videogiocatori. Il tutto rigorosamente senza il benché minimo spoiler, per evitare di rovinare l'esperienza a tutti coloro che ancora non avessero avuto l'occasione di avviare il titolo in questione.

Come già accennato pochi paragrafi più in alto, Vergil è il fratello gemello di Dante e nasce dall'unione tra il demone Sparda e l'umana Eva. Il silenzioso spadaccino si dimostra sin da piccolo introverso, freddo e calcolatore, in perfetta contrapposizione con il roboante cacciatore di demoni dallo spolverino rosso. Anche gli obiettivi di Vergil differiscono spesso da quelli di Dante. Mentre quest'ultimo prova un odio viscerale nei confronti dei demoni e sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa per sterminarli, Vergil è affascinato dal loro potere. Per raggiungere il proprio scopo, infatti, il gemello in blu è disposto a scendere a patti con il proprio lato demoniaco per incrementare la propria forza. Questo porterà i due fratelli a scontrarsi più volte, in particolar modo all'interno del terzo, amatissimo, capitolo della serie.

Il fascino di Vergil sta proprio nel suo essere determinato, ma allo stesso tempo molto tranquillo. Come una sorta di samurai, dal quale il guerriero prende anche la sua principale arma, lo spadaccino non è disposto a scendere a compromessi. Il potere è qualcosa che si deve ottenere e, per farlo, egli sarebbe disposto anche a uccidere il proprio gemello. Da evidenziare come Vergil, nonostante si trovi spesso nella parte del villain, si sia dimostrato più volte corretto e incapace di azioni veramente subdole. Anche negli scontri con Dante, il nobile figlio di Sparda ha sempre preferito un combattimento alla pari, evitando di uccidere il fratello nel caso quest'ultimo si fosse trovato in una situazione di palese svantaggio. Ed è proprio questa sua moralità ambigua ad affascinare tanto il pubblico di videogiocatori, che si trovano ad amare e odiare il personaggio allo stesso tempo.

Da un punto di vista ludico, gli sviluppatori sono inoltre riusciti a rispettare perfettamente la psicologia di Vergil, affidandogli un combat system ben diverso da quello di Dante. Questo è valido non solo per la Special Edition di Devil May Cry 3, ma anche per la recente nuova iterazione del quinto capitolo del franchise. Data la possibilità di utilizzare il personaggio per tutta la durata dell'avventura, i dev hanno integrato numerose abilità che spingono il giocatore a ponderare ogni singola mossa, per trarre il vantaggio maggiore dall'azione successiva. Una soluzione nettamente differente rispetto agli stili degli tre altri protagonisti del gioco, che spingono l'utente a gettarsi nell'azione facendo più danni possibile.

Vergil è, a tutti gli effetti, l'opposto di Dante, creando un contrasto non solo manifestato dalle differenti colorazioni dei loro abiti, ma anche dal diverso pragmatismo con il quale i due cercano di raggiungere i propri obiettivi. Un contrasto che ci spinge ad amare ancora di più i figli di Sparda ed Eva, sperando che la loro saga possa continuare in futuro attraverso nuovi esaltanti capitoli di Devil May Cry.

Continua a leggere su BadTaste